Ricamare il cielo: nel Silenzio la Bellezza

CIRCOLO DI STUDIO VIRTUALE “UN FILO… PROMESSA DI BELLEZZA”

30 aprile 2018 a cura di Antonella Cesari 

Il circolo di studio virtuale “Un filo…promessa di Bellezza” propone uno spazio partecipativo di documentazione e approfondimento che intende evidenziare come, nel corso dei secoli, la Storia e le storie di vita siano passate anche attraverso la manualità operosa, silenziosa, umile del ricamo che non è “arte minore”, ma sopraffina tradizione. Attraverso i contributi messi a disposizione di Geapolis, lo spazio accoglie alcune creazioni che testimoniano un patrimonio di tessuti e di ricami di indubbio pregio.  Per la loro varietà, esse  permettono di illustrare numerose tecniche e numerosi stili di un arco temporale che, dal XVI secolo, giunge quasi ai giorni nostri, consentendoci  di tracciare una breve storia del ricamo liturgico. Protagonisti, insieme ad alcuni manufatti locali, sono i tessuti liturgici ricamati in sete policrome e fili d’oro, dove l’arte del ricamo diventa audacia creativa di una mano che attraverso un filo  desidera l’incontro del cielo sulla terra … Il desiderio di ri-prendere il filo del discorso che unisce “il saper fare” e il “saper essere” attraverso la vita e  il lavoro nascosto all’interno di un monastero, e non solo, con  il saper ascoltare e il saper trasmettere, attraverso il linguaggio simbolico,  il senso ultimo della Storia della Salvezza intrecciato con la storia degli uomini …

UNA INEDITA MOSTRA DI PARAMENTI LITURGICI...``NEL SILENZIO LA BELLEZZA``

Dal 23 maggio al 24 giugno 2015, presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino (Cottolengo) è stata allestita una mostra di paramenti sacri dal titolo particolarmente evocativo: “DAL SILENZIO …. LA BELLEZZA”. Un’occasione veramente unica per riflettere  sul significato profondo della bellezza cristiana, della bellezza che nasce dal dono di sé. Ideatrice dell’iniziativa suor Giuliana Galli. A lei abbiamo rivolto qualche domanda per saperne di più …

L’équipe di Geapolis ringrazia la Comunità delle Suore di San Giuseppe B. Cottolengo di Torino e in particolare suor Giuliana Galli che ha accolto il nostro invito  “affinché – come lei stessa dichiara nell’intervista – in molti possano godere di quella bellezza nata dal silenzio …”

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“Il suo interno è un ricamo d’amore delle figlie di Gerusalemme” (Ct 3,10) 

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Come è nata l’idea di realizzare la mostra?

Nel corso di una celebrazione liturgica,  sull’altare del SS. Sacramento viene esposto un contraltare molto bello. La perfezione del ricamo e i colori mi stupiscono, chiedo alle suore sacrestane se esistono altri ricami. Mi viene mostrata, gelosamente e perfettamente custodita negli armadi della sacrestia della chiesa principale della Piccola Casa, una intera e ricca collezione di paramenti sacri come pianete, piviali, camici, veli omerali tutti rappresentanti le feste che si susseguono nel corso dell’anno liturgico. La vista di questi lavori mi entusiasma, ritengo sia giusto farli conoscere.

Il pizzo di un camice porta, ricamata, la data 1898: ben riposti nei cassettoni, non lasceranno memoria, non faranno ricordare le ore di lavoro e preghiera, la creatività delicata di chi ha speso la vita consacrata al culto della bellezza per il Culto a Dio. Nasce l’idea di riportarli in vita, di farli conoscere.

L’idea di fare una mostra, per la quale in molti godessero di quella “bellezza nata dal silenzio”, trovò subito risposta positiva nei Superiori, che ne supportarono la realizzazione facendo aprire cassetti e cercare un luogo adeguato per allestirla.

Con la collaborazione di persone amiche venne approntata la mostra, inaugurata il 23 maggio 2015 e rimasta aperta fino al 24 giugno dello stesso anno.

Lo spazio espositivo periferico, seminterrato, al quale si accede per una scaletta o con l’ascensore, avrebbe potuto essere a svantaggio della mostra. Tuttavia, arrivando da questo angusto tragitto il visitatore rimane colpito positivamente dall’eleganza dell’allestimento e dall’illuminazione che pongono in rilievo il preziosissimo lavoro compiuto, attraverso decenni, da queste nostre sorelle  del Cuor di Maria e, in minor parte, dalle Vincenzine e dalle Crocine.  Una precisazione: Cuor di Maria, Vincenzine, Crocine erano  famiglie religiose della Piccola Casa della Divina Provvidenza, raccolte poi in un’unica Congregazione detta Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Per saperne di più… Suor Giuliana Galli, Le sorelle dei poveri. Storia delle Suore del Cottolengo: un modello femminile di Carità-Rizzoli 2014

Perché il titolo “Nel silenzio… la bellezza”?

Il titolo “Nel silenzio…la bellezza” è frutto della realtà logica delle suore che hanno prodotto i lavori. Erano suore sordomute che vivevano vita di semiclausura alla Piccola Casa della Divina Provvidenza in Torino.

Il mondo delle suore, chiuso ai suoni, si aprì ad una esperienza visiva armoniosa e ricca di colore, immaginata e quindi prodotta nel corso degli anni. Esse arrivarono all’eccellenza nei lavori di ricamo e di restauro di paramenti liturgici. Contraltari, pianete, piviali, conopei, stole e camici e altro ancora: autentici capolavori realizzati con pazienza e perizia per la precisione del ricamo, le sfumature dei colori, le composizioni di fiori, uccelli e farfalle che fanno da cornice alle immagini sacre e ornano di bellezza il simbolo del mistero di fede, oggetto delle celebrazioni liturgiche. Tesori raramente utilizzati e comunque prevalentemente indossate in occasione  di celebrazioni solenni in liturgie preconciliari che vedevano il sacerdote celebrare i sacri riti mostrando la schiena ai fedeli; per questo il retro delle pianete è più ricco del fronte e vi è raffigurato il mistero celebrato.

Ci può brevemente presentare il carisma e lo specifico delle attività delle Suore sordomute della Comunità monastica del Cuor di Maria che hanno realizzato i paramenti esposti?

Quali sono i rapporti con la Piccola Casa della Divina Provvidenza?

 

La piccola congregazione fu fondata da Padre Luigi Anglesio, successore del Fondatore della Piccola Casa, Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Si narra che, intrattenendosi un giorno il Fondatore con alcune persone, avendo accanto una ragazzina sordomuta, annunciasse che un giorno alla Piccola Casa ci sarebbe stato un posto anche per lei.

Il 10 settembre 1848, il Canonico Anglesio realizza il desiderio del Fondatore e costituisce la Famiglia Religiosa delle Suore del Cuor di Maria, consacrata a Dio con Voti e dedite alla cura dei paramenti sacri.

Esiste/ esisteva una tradizione della lavorazione del merletto e del ricamo presso la loro Comunità monastica del Cuor di Maria?

La famiglia del Cuor di Maria accoglieva giovani sordomute: ad essa venne affidata la produzione e la cura di ciò che è relativo al culto e cioè la preparazione delle ostie, la confezione e la cura dei paramenti e dei vasi sacri.

Nel silenzio operoso le suore sordomute del Cuor di Maria non si sono limitate a lavare, stirare, aggiustare l’abbigliamento del culto.

Nel corso degli anni esse pervennero all’eccellenza nei lavori di ricamo e di restauro di paramenti liturgici particolarmente preziosi.

Nel tempo esse hanno praticamente messo in scena, con ricami raffinatissimi, le celebrazioni religiose, esaltanti i soggetti della fede nel Signore Gesù, della Madonna e la devozione ai Santi.

PROTAGONISTA DEL PROGETTO: LA COMUNITÁ

In che modo veniva organizzato e distribuito il lavoro?

Il ricamo era, in quel periodo, particolarmente curato e insegnato alle giovani. Non esiste documentazione sul come e quando ebbe inizio l’attività di ricamo nella comunità delle suore, suppongo si sia evoluto dai pochi punti conosciuti alla eccellenza della elaborazione. Per oltre cento anni, punto dopo punto, le suore si sono specializzate nella produzione di contraltari, pianete, piviali, conopei, stole e camici e altro ancora. Più che il merletto, il ricamo è protagonista con la varietà dei punti e le sfumature dei colori.

L’armonia, la precisione, l’esplosione di colori e i punti dati silenziosamente fanno solo immaginare la forza creativa all’origine di tanta bellezza. Protagonista del progetto è la comunità: qualcuna ideava, altre disegnavano; mani creative e solerti sceglievano stoffe preziose, fili dai mille colori, di seta, d’oro e d’argento. La concentrazione e la continua preghiera hanno compiuto il miracolo: dal silenzio … la bellezza.

Pianeta ricamata prevalentemente a punto pittura e indossata nelle solennità del periodo Pasquale- Ultima Cena (dettaglio) FOTOGALLERY clicca qui 

Il mistero o la festività rappresentata, come l’Assunzione di Maria, il Corpus Domini e altri ancora, viene abbellito e arricchito da composizioni di fiori, farfalle e uccelli che adornano di bellezza il simbolo del mistero oggetto delle celebrazioni liturgiche. Pizzi di camici e di tovaglie d’altare ricordano, tra volute ornamentali, figure di apostoli ed evangelisti.

La pianeta indossata nelle solennità del periodo Pasquale, ad esempio,  è una sintesi catechetica della vita del Signore: il Padre e lo Spirito Santo sovrastano l’immagine della Sacra Famiglia, veicolo dell’itinerario terreno del Salvatore; l’Ultima Cena richiama il discorso riassuntivo della vita di Gesù e suo Testamento, la Crocifissione momento culminante del sacrificio ultimo; la Resurrezione è appena adombrata da Gesù trionfante e dal delicato Suo incontro con Maria di Magdala.

Una tovaglia e un camice, tra tutti, sono degni di particolare nota. La tovaglia raffigura cinque momenti della vita del Nostro Fondatore che, bambino, misura quanti letti per malati possono stare nella sua stanza, mentre incontra la Gonnet, quando esulta dicendo la “grazia è fatta” al Corpus Domini e mentre affida una fanciulla ad una Vincenzina; al centro il medaglione con il Beato Cottolengo. Il camice presenta i medaglioni di apostoli ed evangelisti.

Pianeta ricamata prevalentemente a punto pittura e indossata nelle solennità del periodo Pasquale- L’ incontro con Maria di Magdala (dettaglio) clicca qui 

La manualità del ricamo e del merletto che nel corso dei secoli ha visto nei monasteri  un luogo privilegiato di creatività, di trasmissione e di conservazione di un patrimonio inestimabile, secondo lei, è destinata a finire e a trasformarsi in produzione industriale anche per i paramenti liturgici? 

 

L’attività veniva tramandata alle nuove generazioni come un artigiano tramanda ai figli l’arte del mestiere. Oggi la famiglia delle suore del Cuor di Maria si è estinta per mancanza di ricambio, come in generale per tutte le Congregazioni Religiose, nello specifico per una piccola Congregazione che ha preso vita attorno ad un handicap.

Ciò che rimane è un patrimonio di bellezza costruito nel tempo, nel silenzio, nella preghiera e oggi pochissimo utilizzato.

I paramenti sacri sono diventati oggetti gelosamente custoditi e, talvolta, mostrati per ricordo di un tempo passato.

Azzardo a dire che i paramenti sacri oggi, come anche le chiese di nuova costruzione, sono molto differenti da quelli del passato.

Per la celebrazione della Messa, ad esempio, oggi, alcuni sacerdoti indossano unicamente il camice e la stola.

Non vedo una ripresa dei lavori di ricamo fatti punto su punto, la testa china sui telai, l’occhio attento al colore dei fili e al disegno da completare. Oggi la macchina è protagonista anche in questa attività.

Tuttavia, oggi si sente l’esigenza di raccogliersi in piccoli gruppi, sotto la direzione di “maestre” che ancora insegnano i primi punti o il modo di preparare la bella tavola per le grandi feste.

 

A questo proposito  segnalo su FaceBook “le follie di AeG” le quali fanno del ricamo una bella attività di socializzazione e attenzione alla bellezza.  Clicca qui 

DAL SILENZIO …. LA BELLEZZA” secondo Suor Giuliana”

Sappiamo che lei è una donna che “ama amare con i fatti” e da sempre è in prima linea nelle situazioni di emarginazione e di disagio. Qualcuno ci fa notare che con tutto ciò che si vede in giro parlare di bellezza non solo è inutile e fuori luogo ma potrebbe diventare anche di cattivo gusto… Che cosa ne pensa suor Giuliana Galli? Che cosa è per lei la bellezza?

La bellezza è un diamante dalle molte sfaccettature, può apparire a noi come esperienza di tutti i sensi, come in un giardino a primavera con gli alberi in fiore, il canto degli uccelli, il profumo delle foglie nuove che passa sulla nostra mano quando stringe un ramo di rosmarino.

La bellezza è nelle albe ridenti e in vesperi di fiamma, in un bimbetto che traballa i suoi primi passi nella vita, nel vecchio assorto nel suo lungo passato e breve avvenire.

La bellezza può apparire a noi nell’armonioso gesto solidale dell’incontro tra chi è forte e chi è debole, nell’esposizione di idee che sono tentativi di raggiungere il Bene e il Vero umilmente trasmesse, in un quadro, una statua, in tutto ciò che illumina la mente con fremiti di sorpresa.

La bellezza è…bellezza!

 Che cosa è per lei il silenzio?

Riesce a viverlo nella sua quotidianità? Il silenzio è quiete, è pace, è tranquillità. Fortunatamente vivo in un luogo avvolto nel silenzio.

La bellezza di una donna si rivela quando … La bellezza, nei confronti di una donna, è più che altrove negli occhi di chi la guarda.

Due libri che sono sul suo comodino … Sul mio comodino, idealmente, ci sono più di due libri. A parte la Bibbia, che non è per me un libro da comodino, ci stanno gli scrittori russi, classici come Tolstoj e Dostoevskij e il moderno Vasilij Grossman, e gli scritti di Etty Hillesum.

Secondo lei ….”La bellezza salverà il mondo?”

La bellezza salverà il mondo? Se questa è un complesso di armonia, di colore e forme, se è l’ambito in cui il Vero e il Bene trionfano, si può pensare che la bellezza si, salverà il mondo.

Beati quelli che scrutando il mistero del male in se stessi ed attorno a sé non si scandalizzano. Il male ampio, universale, onnipresente interroga il cuore, la mente ma soprattutto la fede dell’essere umano, in particolare del credente… Beati quelli che sentendosi corresponsabili del male e del conseguente dolore del mondo si incamminano sulla strada tracciata dal Signore donando tempo, parole, gesti di misericordia, vero balsamo per molte ferite. (Suor Giuliana Galli)

CHI Ė SUOR GIULIANA GALLI

Suor Giuliana Galli è nata in Brianza. E’ al Cottolengo dall’età di 23 anni. Ha insegnato per tredici anni negli Stati Uniti ai bambini disabili, e per altri ventisei è stata responsabile del volontariato femminile nella Piccola Casa di Torino. Ama “essere insieme a chi è povero e umile” ed è per questo che si è fatta sorella di S. Giuseppe Cottolengo rinnovando ogni giorno la sua vocazione. Il Cottolengo, che è un’istituzione, a Torino e nel mondo: là dove venivano relegati i diversi, quelli che superficialmente venivano definiti i “mostri”.

”In realtà, dichiara suor Giuliana, il mostro è quello che non incontriamo, non vogliamo incontrare e non guardiamo in faccia perché dal momento in cui c’è un volto che incontra un altro volto lì inizia la relazione e c’è l’umanizzazione della relazione”. Oggi a ottantadue anni si occupa dell’assistenza psicologica degli immigrati, assieme con Francesca Vallarino Gancia, con cui ha fondato la onlus MAMRE, che si occupa del disagio mentale degli stranieri, profughi e immigrati.

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