a cura di Antonella Cesari
a cura di Antonella Cesari
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A distanza di 12 anni, il 22 maggio 2018, il Consiglio europeo ha adottato una nuova Raccomandazione sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente che rinnova e sostituisce il precedente dispositivo del 2006. Il documento tiene conto da un lato delle profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali degli ultimi anni, dall’altro della persistenza di gravi difficoltà nello sviluppo delle competenze di base dei più giovani. Dalla lettura del testo, risulta particolarmente evidente una forte interrelazione tra forme di apprendimento formale, non formale e informale.
LA DESCRIZIONE DELLE COMPETENZE CHIAVE
Nella terza parte del documento vengono descritte le 8 competenze (meglio macro-competenze), in modo prima sintetico e poi dettagliato (conoscenze, abilità e atteggiamenti), tutte declinate non più al plurale ma al singolare (in realtà sono 9, perché la competenza matematica e la competenza in scienze, tecnologie e ingegneria sono descritte distintamente ma insieme). Il concetto di competenza è declinato come combinazione di “conoscenze, abilità e atteggiamenti”, in cui l’atteggiamento è definito quale “disposizione/mentalità per agire o reagire a idee, persone, situazioni”.
1) comunicazione nella madrelingua
2) comunicazione nelle lingue straniere
3) competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia
4) competenza digitale
5) imparare a imparare
6) competenze sociali e civiche
7) spirito di iniziativa e imprenditorialità
8) consapevolezza ed espressione culturale
1) competenza alfabetica funzionale
2) competenza multilinguistica
3) competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria
4) competenza digitale
5) competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare
6) competenza in materia di cittadinanza
7) competenza imprenditoriale
8) competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali
COMPETENZE E ABILITÁ PER GESTIRE LA COMPLESSITÁ DEL REALE
Il documento lascia emergere la presa d’atto di una forte accelerazione verso la DIMENSIONE DELLA COMPLESSITÁ. Un rapido confronto tra il documento del gennaio 2018 (la proposta) e quello di maggio (testo definitivo della raccomandazione) mette in evidenza che in molti casi si tratta solo di aggiustamenti per lo più linguistici.
Tuttavia, in alcuni casi, le integrazioni, precisazioni e/o modifiche fanno emergere una sorta di connessione/sovrapposizione tra le varie aree, dove ciascuna competenza tende ad entrare in altri campi di esperienza culturale e relazionale. Ciò risulta particolarmente evidente
nelle competenze di comunicazione (non più individuate “nella madrelingua” e “nelle lingue straniere”, bensì in “alfabetica funzionale” e in “multilinguistica”).
nelle competenze civiche che diventano competenza in materia di cittadinanza, dove è prevista la «comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici», espressione in cui è stato opportunamente inserito il riferimento ai concetti giuridici.
Paolo Caliari, detto il Veronese, Dialettica (o Industria), 1575-1577, Venezia, Palazzo Ducale, Sala del Collegio, soffitto- (dettaglio)
In senso più ampio, la Raccomandazione pone l’accento sui valori della curiosità e della capacità di relazione con “l’altro” (inteso come persona, contesto, cultura, diversità), affiancate alla capacità di pensiero critico e alla resilienza. Risulta strategico il riferimento all’importanza di saper valutare i rischi connessi alle trasformazioni, alla capacità di lettura dei contesti e alla necessità di uno stato continuo di autoriflessione nonché di controllo dei fenomeni comunicativi e relazionali. «Nell’economia della conoscenza, la memorizzazione di fatti e procedure è importante, ma non sufficiente per conseguire progressi e successi. Abilità quali la capacità di risoluzione di problemi, il pensiero critico, la capacità di cooperare, la creatività, il pensiero computazionale, l’autoregolamentazione sono più importanti che mai nella nostra società in rapida evoluzione. Sono gli strumenti che consentono di sfruttare in tempo reale ciò che si è appreso, al fine di sviluppare nuove idee, nuove teorie, nuovi prodotti e nuove conoscenze».
Auguste Rodin, Il pensatore
IMPARARE AD IMPARARE
Particolarmente importanti le due categorie della COMPETENZA “PERSONALE E SOCIALE” unita “all’IMPARARE AD IMPARARE” (come unica dimensione che vede nella flessibilità e nella capacità di adattamento una componente del “saper essere” e dello “stare con gli altri”) e della “COMPETENZA DI CITTADINANZA” (che ora costituisce categoria a sé).
Assolutamente centrale è l’attenzione riservata al principio di “CONSAPEVOLEZZA CULTURALE” che presuppone un atteggiamento di familiarità ed un approccio disinvolto nei confronti del patrimonio culturale, nonché della sfera emotiva ed identitaria che è connaturata al riconoscimento del concetto di “eredità” di un popolo o di una nazione.
LA COMPETENZA DIGITALE
Nelle nuove indicazioni dell’Unione Europea il digitale è a tutti gli effetti “competenza di base”, accanto al leggere e allo scrivere. Lo troviamo descritto già nell’introduzione al documento: “È necessario innalzare il livello di padronanza delle competenze di base (alfabetiche, matematiche e digitali) e sostenere lo sviluppo della CAPACITÁ DI IMPARARE A IMPARARE quale presupposto costantemente migliore per apprendere e partecipare alla società in una prospettiva di apprendimento permanente”. Anche nella competenza alfabetica funzionale torna il digitale quando si descrive la capacità relativa come quella che consente di “ individuare, comprendere, esprimere, creare e interpretare concetti, sentimenti, fatti e opinioni, in forma sia orale sia scritta, utilizzando materiali visivi, sonori e digitali”.
LA COMPETENZA IMPRENDITORIALE
La COMPETENZA IMPRENDITORIALE declinata nella capacità di passare dal pensiero all’azione attraverso l’assunzione del rischio e la gestione dell’incertezza e dell’ambiguità. Elemento di novità è che la competenza imprenditoriale si riferisce alla capacità di agire, con creatività, sulla base di idee e opportunità e di “trasformarle in valori per gli altri”. Nello specifico essa …. si riferisce alla capacità di agire sulla base di idee e opportunità e di trasformarle in valori per gli altri. Si fonda sulla creatività, sul pensiero critico e sulla risoluzione di problemi, sull’iniziativa e sulla perseveranza, nonché sulla capacità di lavorare in modalità collaborativa al fine di programmare e gestire progetti che hanno un valore culturale, sociale o finanziario.
GLI ATTEGGIAMENTI DA SVILUPPARE DURANTE L’INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO
Quello che attraversa trasversalmente le competenze di questa raccomandazione è una grande attenzione agli atteggiamenti da sviluppare durante il processo di insegnamento/apprendimento (attitudini o disposizioni della mente), che sono parte integrante del possesso e sviluppo di una competenza: perseveranza, empatia, curiosità, apertura al nuovo…
Nella parte conclusiva del documento si fa esplicito riferimento al tema dei molteplici approcci e contesti di apprendimento al fine di “elaborare pratiche innovative, partecipare a ricerche e applicare opportunamente le nuove tecnologie, comprese le tecnologie digitali, per gli approcci basati sulle competenze nell’insegnamento e nell’apprendimento”.
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