L’arte è l’espressione della creatività umana; l’arte riguarda ciò che è bello; l’arte è un’attività tecnica (dal greco tèchne). Ciascuno intuitivamente sa cos’è l’arte, eppure a volerla definire con precisione ci si trova davanti a una tale varietà di manifestazioni, di esempi, di usi del termine, da restare disorientati…..[…] È grazie alla creatività e all’inventiva dell’artista, che ciò che viene realizzato (un oggetto destinato all’uso quotidiano, un vaso di ceramica, un ritratto, la statua di una dea, e poi una musica, una poesia, un balletto, e più di recente una fotografia, un film) non si esaurisce nella sua funzione d’uso, ma acquista un valore proprio e indipendente, che viene sentito come bello, piacevole, oppure sorprendente, innovativo. leggi tutto
.
Non essere mai soddisfatti: l’arte è tutta qui.
(Jules Renard)
.
. .
Vai alla MAPPA clicca qui
L’arte come mezzo non solo per esprimere la propria creatività, ma l’arte anche come il luogo della propria autorealizzazione o, comunque sia, come una via privilegiata che offre uno sguardo più profondo sulla vita e sulle situazioni che ogni giorno ci troviamo a vivere ….
A scuola, spesso, le discipline artistiche vengono messe in secondo piano rispetto alla materie scientifiche… Crediamo invece che, soprattutto durante l’insidioso periodo dell’adolescenza, l’arte possa essere una risorsa preziosissima per imparare a scoprirsi, a scoprire gli altri e il mondo….
I due film che proponiamo affrontano proprio queste tematiche …
.
L’arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove, nelle forma, nel contenuto, nella materia, nella tecnica, nei mezzi
(Bruno Munari)
.
Cosa accomuna questi due film?
Diverse tematiche, dal rapporto con il fratello “guida” di entrambi i protagonisti, alla scuola che tenta di uccidere la loro creatività, attraverso le figure negative dei presidi, molto diversi apparentemente ma legati dalla stessa mentalità molto chiusa, dal bullismo subìto da entrambi i ragazzi alla situazione familiare disastrata.
Le storie dei due protagonisti raccontano a gran voce la storia di molti adolescenti come loro. Giovani che non hanno sempre una vita facile ma che, attraverso le vie e i linguaggi dell’arte, della musica e della creatività in generale, possono salvarsi auto-realizzandosi. Questa é la tematica principale di entrambi i film.
I film di cui sto parlando sono: “Scuola media – gli anni peggiori della mia vita”, un film americano del 2016 tratto dal libro di James Patterson e Chris Tebbetts e diretto da Steve Carr, e “Sing Street”, film Irlandese del 2016 scritto e diretto da John Carney. Andiamo a conoscerli meglio…
.
L’Arte è la vita, ma su un altro ritmo
(Muriel Barbery)
.
Il messaggio? Mai tagliare le ali ai ragazzi, mai tentare di uniformarli impedendo loro di esprimersi. La creatività e l’immaginazione sono i canali privilegiati dell’espressività umana. Anche la mia storia personale ne è un esempio. Attraverso la scrittura creativa trovai, alcuni anni fa, la forza definitiva per rialzarmi e per decidere di riprendere in mano la mia vita. (Se vuoi leggere la mia storia clicca qui)
.
Il segreto di un’educazione efficace è convincere ogni allievo ad imparare da sé, invece di istruirlo cercando di infilargli dentro solo delle conoscenze stereotipate.
Robert Baden-Powell
.
.
E ora passiamo la parola a Miriam … ecco cosa dice del film
.
Terminato la visione dei due film di cui oggi vi stiamo parlando, ho iniziato a pensare a quali parole avrei potuto affidare le mie sensazioni. Così, mi è venuto in mente questo breve componimento a me caro poiché con quattro sole righe riassume ciò che secondo me è, e dovrebbe essere, l’ottimismo verso la vita. E quindi saper accettare le giornate negative, pesanti, cariche di dolore, senza fare mai finta che non esistano, senza mai nasconderle sotto il tappeto come la polvere; saperne uscire, tornando ad innamorarsi nuovamente della bellezza che ci circonda.
.
“Nella vita ci sono giorni pieni di vento e pieni di rabbia,
ci sono giorni pieni di pioggia e pieni di dolore, ci sono giorni pieni di lacrime;
ma poi ci sono giorni pieni d’amore che ci danno il coraggio
di andare avanti per tutti gli altri giorni“.
Romano Battaglia, “Notte Infinita”
.
Quei momenti di profonda passione verso le cose che ci fanno stare bene, come l’Arte, di affetto verso le persone che con un sorriso possono farti scaldare il cuore come una manciata di caldarroste in pieno inverno. I due ragazzi protagonisti di questi film, “Sing street” e “Scuola media: gli anni peggiori della mia vita”, si sentono a disagio, provano quella sensazione tipica dell’adolescenza di sentirsi un pesce fuor d’acqua. Conoscono il dolore… che sia accettare che i tuoi genitori stiano divorziando o la perdita di qualcuno che si ama e che non si riesce proprio a lasciar andare. Gli adulti, spesso, non parlando di dolore ai ragazzi, pensano magari di preservarli, che non sia il momento adatto. Eppure il dolore è come i raggi del sole, non si preoccupa di selezionare a chi dirigersi.
Sono gli attimi d’ “amore” che ci trasmettono la forza, la caparbietà di andare avanti, il coraggio di non lasciarsi fermare dalle ferite ma neppure far finta che non ci siano. Imparare ad amare le proprie debolezze e ad accettare il fatto che, di fronte a certe cose terribili non si può far altro che attendere ci facciano un po’ meno male.
L’Arte, che sia musica, canto o qualsiasi altra cosa, non è altro che non arrendersi. Non arrendersi all’incomunicabilità, all’apatia e voler ancora una volta trasmettere qualcosa agli altri, aprirsi, e sapere che ne vale sempre la pena.
Che in un mondo di “regole”, metaforizzate nel primo film da un una serie di precetti come -indossare sempre scarpe nere- in classe e nel secondo da un vero e proprio formulario di doveri all’interno dello spazio scolastico, si può amare la propria specificità e creatività, rispettando gli altri ma senza omologarsi.
E come Conor di Sing street alla domanda “perché indossi le scarpe non nere?” risponde con leggerezza “ma sono semplicemente scarpe marroni”, avere la forza di essere diversi e rispondere a chi cerca di reprimerci quando comunichiamo i palpiti della nostra anima: “sono semplicemente io”.
Un abbraccio a chi ha perso tanto, a chi ha paura, a chi si sente nel posto sbagliato ovunque, a coloro a cui manca la speranza.
Essa come un amuleto si può tentare di portare con noi; pervade le cose che ci fanno stare bene, gli affetti delle persone che ci vogliono felici.
.
Lo sguardo fotografico di Eleonora Braida coglie così i momenti più significativi del film
.
.
“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”.
Paul Klee
Ho deciso di usare questo scatto per commentare questi due film perché credo che possa rendere a pieno l’idea della grande forza dell’arte e di quanto, dietro una cosa piccola, o che spesso non viene nemmeno vista come una vera e propria arte (come i murales) ci possa essere un vero mondo.
Ho scelto un murales per il semplice fatto che come molte persone li vedono negativamente, anche i disegni e la musica dei due protagonisti dei due film che abbiamo visto venivano viste come cose stupide e sbagliate.
Tra tutti i soggetti che avrei potuto mettere ho scelto questo perché fa pensare alla potenza dell’arte, sia dal punto di vista comunicativo che da quello puramente visivo….. un modo per far sentire la propria voce…per urlare al mondo “ci sono anche io, e mi faccio valere”.
.
… e infine la parola o meglio la matita all’artista
.
Questi due film sono caratterizzati da due stili agli antipodi, i colori esagerati dei fumetti e la musica degli anni ottanta raccontano le storie di due ragazzi che trovano nell’arte un punto di forza, qualcosa con cui esprimersi ed interagire col mondo.
Nonostante le diversità alcune scene sembrano quasi farsi l’occhiolino, differenti nella forma ma simili nella sostanza. In questo disegno ho voluto rendere omaggio a due personaggi secondari: Georgia, la sorella minore di Rafe, e Brendan, il fratello maggiore di Conor.
Georgia, in una sequenza comica, dato che si tratta di una bambina alla guida di un bolide, porta Rafe a scuola, dove dovrà fermare la truffa attuata dal preside. Un momento avventuroso e divertente che ci mostra una bambina che, seppur ancora piccola, assume le vesti di “adulta” per aiutare il fratello.
Brendan, poco prima del finale, porta Conor al molo per poter prendere la barca del nonno a andare in Inghilterra, a Londra, dove poter fare il musicista. Qui abbiamo un giovane uomo che fatica a trovare il suo posto nel mondo degli adulti e che ha dovuto abbandonare i suoi sogni adolescenziali, ma che non si lascia fermare da questo quando si tratta di sostenere il fratello, a cui ha trasmesso lo stesso amore per la musica.
Sono due personaggi dissimili praticamente in tutto, tranne per l’amore per il proprio fratello e il coraggio e la forza di lottare per lui nel momento del bisogno.
.
E così il nostro viaggio nelle terre del pollice è finito.
Stiamo per riprendere il largo …
Nelle terre del “Pollice” Rafe e Connor ci hanno dimostrato che “esserci con speranza ed ottimismo” significa esprimere se stessi imparando a riconoscere la forza e la fragilità che fanno parte di ognuno di noi… significa anche avere le antenne giuste per saper riconoscere tra gli adulti quelle figure significative che veramente hanno a cuore la nostra crescita…
La ciurma di Avalon prosegue il suo viaggio… appuntamento a dicembre per la prossima sosta.
Le parole chiave saranno GIUDICARE ANGOSCIA CIECHI
.
Vai alla mappa clicca qui