2/Habits of mind…raccogliere informazioni attraverso tutti i sensi

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.Non é facile descrivere il mare senza la bocca 

Kokyu 

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La sfera sensoriale dell’uomo contemporaneo si è notevolmente impoverita. Il tatto, il gusto, l’odorato, strumenti impareggiabili per una conoscenza  non superficiale dell’ambiente e di se stessi, hanno subito una profonda regressione. Il tempo ristretto e la velocità ci stanno privando di molteplici e privilegiati canali per assaporare lentamente il mondo ….

SEMINARE PAROLE PER ... "RISVEGLIARE I SENSI"

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Coinvolgimento Percezioni Sentire Interattivo Tatto Concreto Fisico Visivo Tattile Cinestesico Sensazioni Esperienziale Acutezza Percettiva Chiarezza Sensitività Stimolare Danza Sensibilità Avere un’impressione

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La maggior parte dell’apprendimento linguistico, culturale e fisico si sviluppa dall’osservazione o dall’assimilazione dell’ambiente esterno attraverso i sensi. Per conoscere un vino bisogna berlo, per conoscere un ruolo bisogna recitarlo, per conoscere un gioco bisogna giocarlo; per conoscere una danza bisogna eseguirla; per conoscere un obiettivo bisogna immaginarlo…

Coloro che hanno canali sensoriali aperti, sensibili, acuti assorbono più informazioni dall’ambiente di quelli i cui canali sono inariditi, insensibili, e ignari di stimoli sensoriali. Studi recenti evidenziano gli effetti positivi delle arti e della musica riguardo al miglioramento del funzionamento mentale. La formazione delle immagini mentali è importante in matematica e in ingegneria; l’ascolto della musica classica sembra migliorare il ragionamento spaziale; i tecnici apprendono attraverso sperimentazioni dirette; gli artisti esplorano colori e trame; i musicisti mettono insieme musica strumentale e vocale. 

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… la cosa più bella che abbiamo mai visto… il suono più sublime che abbiamo mai udito… il tocco più delicato e morbido… un gusto delizioso, un profumo incantevole, avvolgente. Come agisce sugli altri sensi l’esperienza di un senso particolare?

Visto, udito, tatto, gusto e olfatto… sono le chiavi per aprire le porte dell’esperienza. Oltre ad essere veicolo del piacere e del dolore, i sensi sono le levatrici dell’intelligenza.

Le esperienze della vita sono spesso legate a profumi, odori, sapori, sensazioni tattili, visive e uditive. Proporre stimoli sensoriali in grado di facilitare il ricordo associato ad esperienze autobiografiche può riservare straordinarie sorprese, a chi ricorda e a chi ascolta. Pensiamo alla classica esperienza descritta da Proust laddove  improvvisamente gli ritorna in memoria il sapore inconfondibile di un biscotto. Dalle pagine  proustiane  quel ricordo ha assunto il significato di una metafora   del valore dell’educazione dei sensi.

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Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè.  Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere.  Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta ? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della maddalena. […] Ma lo superava infinitamente, non doveva essere della stessa natura. Da dove veniva ? Che senso aveva ? Dove fermarla ?

Marcel Proust, tratto da La strada di Swann  (Alla ricerca del tempo perduto)

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Leonardo da Vinci osservava tristemente che l’uomo medio guarda senza vedere, ode senza ascoltare, tocca senza percepire, mangia senza gustare, si muove senza essere cosciente del suo corpo, inala senza percepire gli odori e parla senza prima pensare. Secoli dopo, possiamo considerare la sua affermazione come un invito a raffinare i nostri sensi… e, assieme a loro, la mente e l’intelligenza…

Il biografo Serge Bramly paragona l’impegno allo sviluppo e al raffinamento sensoriale all’allenamento di un atleta. “Leonardo esercita i sensi, educa le sue capacità di osservazione nello stesso modo in cui lo sportivo allena i muscoli […] Sui taccuini troviamo numerosi esercizi da lui praticati per affinare lo sguardo, la percezione del mondo”.

Sebbene la vista e l’udito fossero in cima alla sua gerarchia, Leonardo diede importanza, praticò e incoraggiò l’educazione degli altri sensi. Teneva a indossare i migliori abiti che potesse permettersi e ad assaporare il contatto con i velluti e le sete. Il suo studio era sempre profumato dalla fragranza di fiori e di essenze. Coltivò anche la passione della cucina: in Occidente fu il primo a presentare nei banchetti porzioni piccole, equilibrate e squisitamente disposte …

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“… I sensi sono punti di contatto con l’ambiente e la mente esercitandosi ad osservare l’ambiente acquista l’uso più raffinato di questi organi…. non vi è educazione dei sensi, senza un lavoro totale, dell’intelligenza e del movimento insieme… i sensi, essendo gli esploratori dell’ambiente, aprono la via alla conoscenza. I materiali per l’educazione dei sensi sono offerti come una specie di chiave per aprire una porta all’esplorazione delle cose esterne, come un lume che fa vedere più cose e più particolari che al buio non si potrebbero vedere…”

Maria Montessori   (da  “La mente del bambino” )

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