3/ I luoghi del silenzio … le pietre della Cattedrale raccontano

3/ I luoghi del silenzio … le pietre della Cattedrale raccontano

SPAZI VIRTUALI PER APPRENDERE IN ETÁ ADULTA / CIRCOLO DI STUDIO ... LA VOCE DEL SILENZIO
IL SENSO DELLA PROPOSTA ... SAPER RICONOSCERE I TRATTI VITALI E LE POTENZIALITÁ DEL PATRIMONIO CULTURALE

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Ogni luogo ha il proprio spirito, il proprio passato,

le proprie aspirazioni.

Jerome Bruner

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Il circolo di studio “La voce del silenzio”,  attraverso lo spazio dedicato ai luoghi del silenzio, offre una proposta culturale caratterizzata da contenuti e strumenti  metodologici  utili a potenziare  due delle otto competenze chiave: le competenze sociali e la consapevolezza ed espressione culturale.

L’obiettivo è quello di  promuovere processi formativi in grado di favorire nell’adulto sia la rielaborazione personale delle conoscenze che lo sviluppo di specifiche abilità e competenze. In particolare 

  • affinare il gusto estetico
  • esprimere meglio la creatività artistica
  • assumere comportamenti corretti, responsabili e solidali nei confronti di se stesso, degli altri, della più ampia società e dei beni da condividere.
  • sviluppare la motivazione personale ad  apprendere cose nuove

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IL SECONDO PASSO... LAVORARE INSIEME ATTRAVERSO UN APPROCCIO INTERDISCIPLINARE

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Pagina collaborativa con i contributi di

Anna Laura (archeologa) – Direttrice del Museo  Civico Archeologico  “Pietro e Turiddo Lotti” – Ischia di Castro

Elettra De Maria  (Insegnante in pensione) – Scrittrice autodidatta

Ennio De Santis – Poeta autodidatta

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La prima cattedrale:

Santa Maria  “intus civitatem” 

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Anna Laura

Museo Civico Archeologico Ischia di Castro – Reperti della città di Castro nell’attuale esposizione

La chiesa di Santa Maria, descritta dalle cronache come l’antica cattedrale castrense, posta nei pressi dell’omonima porta e indicata con l’appellativo intus civitatem per essere distinta dalle altre chiese dedicate alla Vergine poste al di fuori dell’abitato,  è ascrivibile tra gli esempi di architettura viterbese databili tra il Mille e il Millecento e come evoluzione di un  impianto sicuramente precedente.

Allo stato attuale, la chiesa di Santa Maria “intus civitatem” risulta essere l’edificio più rappresentativo della distrutta città di Castro, in grado di portare il visitatore ad immaginare una città precedente alla fase rinascimentale, emblema di un periodo, il medioevo, finora non sufficientemente attestato e studiato nell’ambito della cronologia urbanistica ed architettonica della città.

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I silenzi di Castro: risonanze … 

Gigi oh! o il silenzio innocente

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Elettra De Maria

Jean Baptiste Camille Corot – Genzano – (1845)

Da dove fosse arrivato nessuno avrebbe saputo dirlo e quale fosse la sua età nessuno avrebbe potuto immaginarlo. Era spuntato un giorno dal nulla sulla piazza maggiore e le madri erano state leste a richiamare i loro figli temendo lo strano forestiero. Avanzava faticosamente e quei vecchi calzoni che indossava -e che una sorta di cinghia sembrava tener su a mala pena- non riuscivano a nascondere la gracilità e la sofferenza della gamba destra, così procedeva come dondolando, facendo un mezzo giro su quella sinistra, quasi fosse un nuovo, strano ballo. Lì alla taverna non era passato inosservato e gli uomini che vi si erano attardati, vuoi per curiosità, vuoi perché il vino li aveva resi allegri di quella stupida e torpida allegria figlia spesso di qualche bicchiere di troppo, lo avevano attirato per farsi gioco di lui.

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PER SAPERNE DI PIÚ...

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Il ducato di Castro fu un feudo dell’Italia centrale, sorto come vassallo dello Stato Pontificio (di fatto indipendente) e retto dai Farnese. Costituito nel 1537, rientrò nel patrimonio di san Pietro nel 1649. Comprendeva una piccola fascia territoriale dell’attuale Lazio a ridosso della Toscana. Si estendeva dal mar Tirreno al lago di Bolsena, in quella striscia di terra delimitata dal fiume Marta e dal Fiora, risalendo fino all’affluente Olpeta e al lago di Mezzano, di cui è un emissario.  Castro, una cittadina arroccata su una rupe tufacea nei pressi del fiume Fiora, era la capitale e la residenza del duca. Il ducato di Castro fu creato da papa Paolo III Farnese (1534-1549), con la bolla Videlicet immeriti del 31 ottobre 1537, in favore del figlio Pier Luigi e della sua primogenitura maschile. Il suo territorio era composto in parte di paesi già appartenenti ai Farnese, e in parte da paesi aggregati dalla Camera apostolica. Il ducato comprendeva le seguenti località: Castro, Montalto, Musignano,  Ponte della Badia, Canino, Cellere, Pianiano, Arlena, Tessennano, Piansano, Valentano, Ischia, Gradoli, Grotte, Borghetto, Bisenzio, Capodimonte, Marta, le isole Bisentina e Martana. Paolo III vi aggiunse anche Ronciglione e altre terre contigue, col titolo di contea. Il ducato di Castro diventò così il feudo più importante dello Stato pontificio, sia per l’estensione, sia per le vistose rendite. (Leggi tutto clicca qui )

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PER ANDARE OLTRE ... ISCHIA DI CASTRO: L'EREDE DELLA CITTÁ PERDUTA

La vita è ciò che facciamo di essa.

I viaggi sono i viaggiatori.

Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.

F. Pessoa

All’interno di un territorio abitato fin dalla preistoria, su una collina di tufo, sorge Ischia di Castro.  Segnato dal Giglio dei Farnese il passato di questa cittadina dell’Alto viterbese, affonda le sue radici nella preistoria, ma Ischia  di Castro sembra voler serbare gelosamente tutti i suoi ricordi  e se ne sta silenziosa, arroccata sul suo sperone di pietra, assorta nella contemplazione dei paesaggi rigogliosi che la circondano.Il suo nome però già racconta una storia, la vicenda ambiziosa e tragica dell’antica città di Castro, capitale dell’omonimo Ducato, di cui Ischia raccoglie l’eredità  e perpetua il ricordo..

Il video: L’erede della città perduta di Stefano Grimaldi / Fotografia: Graziano Silvestri e Andrea Silvestri/ Montaggio: Andrea Silvestri /Videoproduction 1996

CONTROCANTO POPOLARE ...
CASTRO

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Dopo morto in Paradiso,

con le mani insanguinate

scorticato in tutto il viso

gambe a  X incrociate

e piegato sulla schiena

l’hanno messo per la pena

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sua scontar, decimo papa

Innocenzo, nella gogna,

col zucchetto fatto a rapa,

gonfio come una zampogna

con il collo nell’incastro

per aver distrutto Castro,

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pel dispregio fatto a Dio

nel rasar la Cattedrale,

come a dire Dio son io

e poi su ci sparse il sale.

Nulla più la terra serba

della Castro, manco l’erba.

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Si è salvato un crocefisso

su uno scoglio, pare un raggio

sopra il resto ch’è un abisso

di silenzio e tanto oltraggio,

dove senza più cammini

vanno ancora i pellegrini

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Ennio De Santis

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  SS. Crocefisso di Castro – Santuario, Ischia di Castro (VT)

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 Il mondo poetico di Ennio de Santis … Abisso e Ala   clicca qui  .

Le macerie della distrutta città di Castro ben presto furono ricoperte e nascoste da una fitta vegetazione e sparì anche la colonna con l’iscrizione “Qui fu Castro”. Ma poco fuori di quella che era stata la Porta del Ghetto i demolitori – che pure avevano raso al suolo tutte le Chiese – risparmiarono un masso a forma di parallelepipedo triangolare che, sulla facciata rivolta a mezzogiorno, aveva dipinta l’immagine del Crocifisso. Sulle altre facciate erano dipinte la Madonna del Carmine – nel tempo sostituita da una piccola statua della Madonna di Loreto – e S. Antonio da Padova. Il masso si trovava al centro di un trivio, sicché da ognuna delle strade si poteva vedere una delle nicchie dipinte. L’immagine del Crocifisso certamente non venne risparmiata per i particolare pregi artistici. Infatti è piuttosto semplice nella forma… Inoltre appare scrostata e mutilata nella parte inferiore.

Leggi tutto vai alla pagina  clicca qui

ECHI LONTANI ... CASTRO: LA CARTAGINE DI MAREMMA

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“Siamo ora a Castro, dove piglio in gran diletto di considerare i giramenti del mondo. Questa città, la quale altre volte mi parve una bicocca di zingari, sorge ora con tanta e si subbita magnificenza, che mi rappresenta il nascimento di Cartagine…”

Annibal Caro, Lettera a Paolo Giovio  28 Luglio 1543

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CONTINUA AD ASCOLTARE I SILENZI DI CASTRO ... I RACCONTI DI ELETTRA DE MARIA

Robert Léopold Leprince, Glacière du château de la bellangerie près de Vouvray (1831)

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DAL SILENZIO DELLE PIETRE … L’ECO DELLA VITA

Una passeggiata nell’antica Castro

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UN SILENZIO CHE SA DI PRESAGIO …

Castro muore

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APPROFONDIMENTI / CASTRO ... RISCOPERTA DELL'ANTICA CAPITALE FARNESIANA

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CASTRO… L’ANTICA CAPITALE FARNESIANA 

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LA PRIMA CATTEDRALE: Santa Maria “intus civitatem”

clicca qui 

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Museo Civico Archeologico  “Pietro e Turiddo Lotti” Ischia di Castro – Sala 5 (Fase Medioevale- Rinascimentale)

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