Anna Vigo si racconta ….

[vc_toggle title=” …. HO INIZIATO A RICAMARE DA BAMBINA ” color=”white”][/vc_toggle]

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Sono nata a Torviscosa (Ud) nel 1944. Nel corso delle scuole elementari ho iniziato a ricamare con tecniche diverse frequentando per due anni la Scuola di Tombolo Goriziano a Torviscosa. Dopo la media inferiore, dal 1958 al 1963, ho frequentato il Liceo Scientifico “Marinelli” di Udine per poi seguire, dal 1963 al 1970, il corso di laurea in architettura, prima a Venezia poi a Firenze, dove mi sono laureata.

Storia & storie di vita

Ho sempre continuato a ricamare, ritagliandomi un po’ di tempo anche nel periodo più intenso per impegni di lavoro come architetto libero professionista e docente di ruolo di matematica e scienze nella scuola media inferiore.

Nel 1974 mi sono sposata con Alfredo Raponi, anche lui  architetto e docente di ruolo di disegno e progettazione nella scuola secondaria superiore- corso geometri. Mio marito è anche pittore e dal 1963 è presente in mostre d’arte, partecipa a rassegne e concorsi. Da sempre ha condiviso la mia passione per il ricamo come espressione artistica.

Anna Vigo e Alfredo Raponi … momenti di convivialità 

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“Sia io che mio marito abbiamo ritenuto che in definitiva il collante della nostra reciproca condivisione dei problemi (che si tratti di architettura, o che si tratti di ricamo o di pittura) è costituito soprattutto dalla continua necessità di pervenire a un risultato “originale e di buon gusto”, concentrandoci nella metodica verifica delle diverse componenti dell’opera: la composizione, la forma, i colori, le linee di forza, il movimento, la resa prospettica… E’ proprio attraverso l’analisi e la discussione spesso animata che si raggiunge un “compromesso” condiviso…”

Anna Vigo

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LA PASSIONE PER L’ANTICA TECNICA DEL PUNTO PITTURA

Dal 1999 al 2007 ho fatto parte di un gruppo di ricamatrici di una scuola umbra di ricamo, concentrandone le attività di ricerca soprattutto sull’antica tecnica del punto pittura che mi ha sempre attirato e incuriosito e che mi ha condotto dall’osservazione di capi vecchi, antichi e moderni (pochi), ricamati con questa tecnica, alla traduzione della stessa in procedimenti ordinati e razionali.

Ho apportato innovazioni nel disegno del singolo soggetto e nella progettazione del capo, nell’uso dei colori, nel riempimento di fondo, al fine di ottenere effetti originali di tipo prospettico e cromatico.

I lavori di Anna  clicca qui 

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DISEGNO CREATIVO A MANO LIBERA DEL MODELLO

Nel disegno creativo a mano libera del modello, mi sono trovata di fatto notevolmente avvantaggiata sia per la particolare formazione scolastica pregressa, sia per la pratica professionale esercitata per anni con disegno a mano. Dal 2002 ho iniziato a partecipare sempre più attivamente a rassegne e concorsi di ricamo, anche nazionali.

STUDI E PUBBLICAZIONI

Al 2001 risale la prima pubblicazione di un mio lavoro sulla rivista Rakam. Poi le pubblicazioni si sono succedute con sempre maggiore frequenza, finché attualmente, sia la rivista Rakam che la rivista RicAmare, dedicano uno spazio mensile ai miei ricami a punto pittura e a quelli eseguiti su mio disegno dalle mie due fedelissime amiche Laura e Anna Maria.

Nel 2011 pubblicai “Il mio punto pittura: Ricamo Botanico”. In questo libro formalizzai definitivamente la tecnica da me impiegata, corredando la parte esplicativa con oltre trenta tavole a colori e disegni di ricamo botanico.

Nel 2003 ho coordinato la pubblicazione del libro “Fiori di Filo” della Scuola di Ricamo di Valtopina (Pg) eseguendone i disegni, le schede tecniche e alcuni esempi di realizzazione di ricami a punto pittura e retini.

Da quegli stessi anni i soggetti dei miei ricami a punto pittura coincisero con la rappresentazione e lo studio di esemplari della flora tipica dell’Umbria (regione nella quale risiedo dal 1974).

Nel marzo 2017 ho pubblicato “Il mio punto pittura: Paesaggi Italiani” con una rassegna di tavole a colori e disegni di paesaggio redatti anche in collaborazione con mio marito.

RICONOSCIMENTI ...

Nel giugno 2006, fui incaricata come maestra di punto pittura nella settimana-soggiorno organizzata dalla redazione di Rakam in Umbria.

Sempre nel 2006 mi fu assegnato il 4° premio nel Concorso “Ricamo e merletto tra arte e tradizione…un’ortensia per Bolsena” per “l’esito artistico post-moderno dell’opera, iperrealistica nella resa prospettica ardita, nella policromìa accentuatamente naturalistica, nel virtuosismo tecnico”.

Nel 2007 ottenni il premio “Bolsena ricama”nel Concorso “Ricamo e merletto tra arte e tradizione…una ninfea per Bolsena” per “l’alta competenza tecnica e la scelta cromatica innovativa, nonché per la progettazione limpida e assolutamente realistica “.

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APPROCCIO RAZIONALE AI PROBLEMI, SENSO ESTETICO ....

Ritengo di aver posseduto da piccola l’attitudine per il disegno e per un approccio di tipo razionale ai problemi, di aver coltivato valori estetici, maturato una discreta sensibilità per le forme, le linee, la composizione, i colori, ma la conoscenza di mio marito ha contribuito e contribuisce a questo processo in itinere.

Attualmente le “fasi di lavorazione” di un ricamo sono sempre più spesso quotidianamente discusse in famiglia, sottoposte a verifiche critiche, modifiche, innovazioni… dall’idea, al progetto e nella molto problematica scelta dei colori.

PER SAPERNE DI PIÚ
IL PUNTO PITTURA ... DIPINGERE CON AGO E FILO

Il punto pittura  o punto raso  arrivò dall’Oriente e, per tutto il medioevo, permise di raffigurare, onorare ed esaltare esteticamente figure e simboli con finalità di culto. Parallelamente ed inevitabilmente fu introdotto il gusto dei bei tessuti e delle policromìe che lentamente coinvolse le vesti personali e gli arredi delle case. Comunque, sia nell’applicazione religiosa che in quella profana, l’arte del ricamo mantenne, per il suo valore intrinseco, il simbolo di ricchezza e di prestigio. Fin dal suo sorgere la pittura con ago si presentò come tecnica alternativa alla pittura con pennello: entrambi erano tese alla raffigurazione degli stessi oggetti con ricerca degli stessi effetti pittorici. Ciascuna conservava la propria versatilità senza sottomissione dell’una all’altra, ma anzi con forme di reciproco rispetto. Per esempio i pittori creavano i soggetti per i ricami ed i ricami offrivano ai pittori elementi decorativi da rappresentare nei dipinti. Gli esecutori materiali delle opere di ricamo furono dapprima maschi. I punti usati erano i più adatti all’effetto pittorico che si voleva ottenere e fra questi: il punto risparmiato (necessario anche a risparmiare filati preziosi), il punto stuoia e , per alcune necessità, i punti a due diritti come il punto raso ed il punto lanciato. Il punto raso è il più adatto ad ottenere gli effetti pittorici desiderati per la possibilità di realizzare sfumature e di flettere le linee del ricamo al fine di adattarle alle figure: pertanto gli viene assegnato per antonomasia il nome di punto pittura. Con il diffondersi della biancheria, il lavoro del ricamo, per la sua diffusione e per la sua estensione a diversi ceti sociali, passò alle donne e, gradatamente, perse il carattere di pittura con ago per assumere nel colore, nei filati e nei punti, le caratteristiche di lavabilità, di facilità di esecuzione, di piacevolezza esecutiva, di ripetitività e di più facile tradizione, contrapposte al precedente impegno artistico non comune. Queste esigenze diedero le basi al ricamo in bianco. Ciononostante l’uso del punto raso continuò nella realizzazione preziosa di oggetti cerimoniali come stendardi e corredi ecclesiastici, rendendo nel contempo più specializzate le maestranze che lo eseguivano. Dopo tanto impegno e tanta storia, con l’avvento del Liberty (Art Nouveau), il punto raso conobbe un periodo di abbandono che si può attribuire a due motivi: l’esaltazione della linea che si otteneva con la contrapposizione netta dei colori senza sfumature, principalmente il bianco e il nero; l’uso del colore a macchia con prevalenza dei colori primari. L’attuale gusto Postmoderno, con il recupero del “trompe l’oeil” e della sfumatura ripropone il punto raso o punto pittura. Anna Vigo

BOLSENA BIENNALE 2017
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Non interessarsi dell’arte può essere un male, ma interessarsene con cattivo gusto può essere peggio.

Leo Longanesi (1905-1957)

 

O se ne va quella carta da parati o me ne vado io! 

Oscar Wilde (1854-1900)

( È la frase che Oscar Wilde avrebbe pronunciato prima di morire fissando l’orribile tappezzeria della sua camera nello squallido hotel di Parigi dove alloggiava.)

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