L’homme existe en formation. Il n’en décide pas.
Ce qu’il faut décider, ce sont les conditions de son existence formative.
Ainsi, lorsqu’on parle d’actions de formation, il conviendrait de considérer
qu’il s’agit d’actions portant sur les conditions favorables au
dévoilement de la formation dans notre existence.
(Honoré 1992)
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Da tempo ci troviamo di fronte ad un cambiamento “di fatto” del sistema di APPRENDIMENTO-RICONOSCIMENTO-CERTIFICAZIONE che passa attraverso la ridefinizione dei luoghi e dei tempi dell’apprendimento degli adulti che sempre più spesso si trovano ad acquisire nuove abilità e competenze, non solo nei contesti tradizionali (apprendimento formale), ma frequentemente anche al di fuori di questi ultimi (apprendimento non formale ed informale). Le opportunità di apprendimento si presentano sul posto di lavoro, attraverso la partecipazione ad attività della società civile, o nello spazio virtuale (Internet, social network), sia su base individuale sia tra pari. L’APPRENDIMENTO E LA VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE delle competenze diventano centrali in un sistema formativo orientato al lifelong learning. In questo contesto l’educazione degli adulti è parte dell’apprendimento permanente ed è definita “non professionale” (NVAE, Non Vocational Adult Education) perché non ha uno stretto legame con il mercato del lavoro ma riveste una cruciale importanza sia dal punto di vista dell’invecchiamento attivo della popolazione sia da quello del potenziamento delle politiche per l’inclusione sociale.
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Il riconoscimento dell’apprendimento non formale ed informale è importante per facilitare l’accesso degli individui a percorsi formativi futuri volti ad incrementare le proprie capacità lavorative, la propria occupabilità ma non solo. La Convenzione di Lisbona sul riconoscimento dei titoli stabilisce che le persone che hanno acquisito conoscenze e competenze in ambito non formale dovrebbero beneficiare degli stessi principi di trasparenza, mobilità e riconoscimento delle persone che hanno una qualifica formale, assicurando anche una progressione educativa (in ambito non formale) simile a quella che può avvenire in ambito formale. Proprio per questo motivo, I PROCESSI DI VALUTAZIONE, VALIDAZIONE, CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE devono tener conto delle conoscenze e dei “saper fare” del candidato, senza tenere conto della tipologia di percorso formativo o di competenze acquisite in ambito informale.
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Il cantiere italiano di EURE.K, che vede impegnate Geapolis e Bolsena Ricama con l’Università di Padova, lavora alla progettazione di un DISPOSITIVO DI IDENTIFICAZIONE E VALIDAZIONE DELLE COMPETENZE CHIAVE a partire dal lavoro delle merlettaie.
IL FOCUS riguarda la COMPETENZA DI APPRENDERE AD APPRENDERE ma il lavoro, in itinere, si sta rivelando particolarmente interessante nelle prospettiva di individuare un profilo di qualificazione della merlettaia che tenga conto sia delle capacità tecnico-esecutive nel creare e realizzare il merletto sia delle competenze personali associate alle azioni tecniche e acquisite a partire dall’esperienza (Abilità, capacità e attitudini).
L’arte del merletto, infatti, appartiene ad un saper fare specifico e d’eccellenza che usualmente è trasmesso per imitazione, appreso per tradizione familiare e per trasmissione intergenerazionale o incidentale, situato in uno specifico contesto nel quale si produce.
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…La progettazione del dispositivo di riconoscimento e validazione di competenze tiene conto della
METODOLOGIA: L’approccio metodologico scelto dal progetto è quello della Ricerca-Azione che dovrà condurre al riconoscimento, alla validazione e alla certificazione delle competenze attraverso un approccio induttivo.
TECNICHE
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Attraverso la proposta di corsi flessibili e adeguati agli interessi e alle attività degli adulti che partecipano, l’ambiente di apprendimento di Bolsena Ricama favorisce un clima in cui:
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Presso la sede della scuola Bolsena Ricama e in collegamento Skype con la professoressa Chiara Biasin (Università di Padova), martedì 23 gennaio 2018 si è svolto un focus group nell’ambito delle attività di ricerca del progetto Eure.K clicca qui. L’iniziativa ha permesso di dare voce alle protagoniste di quello che può essere definito “un ambiente di apprendimento non formale” d’eccellenza. Attraverso le storie personali delle maestre merlettaie, il focus group ha evidenziato un punto fermo: l’arte del merletto si trasmette, prevalentemente, attraverso l’apprendimento intergenerazionale e per imitazione.
Le testimonianze delle merlettaie hanno fatto emergere da un lato le attitudini, le abilità, le conoscenze e le capacità tecniche che caratterizzano la lavorazione del merletto dall’altro gli elementi che contraddistinguono la competenza di “apprendere ad apprendere”, in particolare le condizioni e disposizioni personali che tracciano un interessante quadro di COME APPRENDE L’ADULTO.
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COME COINVOLGERE TUTTE LE DIMENSIONI DI CHI APPRENDE?
L’approccio biografico rappresenta una possibile strategia di coinvolgimento di tutte le dimensioni dell’adulto che apprende. L’attività proposta consiste in un esercizio di scrittura di un’autobiografia. La possibilità per chi apprende di descrivere se stesso e le proprie esperienze, competenze, potenzialità, aspettative, facilita la crescita di autoconsapevolezza ed è un punto di partenza per un processo di riconoscimento reciproco e di socializzazione nel gruppo che apprende. La scrittura di una breve storia aiuta chi apprende a riflettere sul proprio sviluppo personale e lo prepara a utilizzare la riflessione come strumento e risorsa per apprendimento. Inoltre offre l’opportunità di rileggere il proprio profilo in senso critico e distaccato, in una prospettiva di trasformazione, valutando gli elementi che hanno influenza, maggiore o minore, sulla propria biografia e le nuove prospettive per il futuro.
Rispetto agli obiettivi specifici del Cantiere Eure.K, la narrazione costituisce un indispensabile strumento di lavoro, in quanto consente di analizzare, rielaborare e comprendere le esperienze di apprendimento. La narrazione autobiografica permette, infatti, di raccogliere dati e materiali relativi a situazioni esperienziali, vissuti personali, significati culturali (impliciti ed espliciti) di specifiche esperienze, di particolari comportamenti, opzioni, scelte e procedure, offrendo loro una peculiare prospettiva interpretativa, rispetto all’individuazione delle attitudini, delle abilità, delle capacità e delle conoscenze tecniche implicate nel processo di riconoscimento e validazione a partire dall’esperienza e dall’ expertise della merlettaia.
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La creatività… Immaginare, progettare, realizzare un merletto
La capacità di sperimentare ed apprendere dagli errori per diventare autonomo
La capacità di osservare, di focalizzarsi, di concentrarsi sul risultato da raggiungere
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La narrazione autobiografica (testimonianze delle Comunità della rete Progetto Unesco e degli espositori ospiti di Bolsena Biennale 2017– Clicca qui
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