Capaci di rifiorire: prendersi cura del proprio giardino interiore

IL CIRCOLO DI STUDIO VIRTUALE #COME UN GIARDINO

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Il giardino  mi ha sempre catturato per la sua vivacità, per la capacità di trasformarsi, per la sua imprevedibilità e delicatezza. Grazie a queste qualità vitali e giocose, oltre che per la fecondità, la capacità di nutrire e proteggere e per le peculiarità venusiane, quali bellezza, gioia e sensualità… Tutto questo ha trovato in me una piena rispondenza, affascinandomi fino ad oggi.

Ruth Ammann

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Ogni giardino è metafora generale del vivere, della crescita e del declino. Come tale essa si presta ad essere utilizzata anche come l’immagine del nostro giardino interiore, il luogo della nostra autoconsapevolezza, dove prende forma il nostro sé autentico. Nel “giardino interiore” la capacità di rifiorire é l’esemplificazione del nostro equilibrio psico-fisico. Siamo “rifiorenti” quando riusciamo a vivere pienamente la  nostra vita entrando in contatto con gli altri e con il nostro ambiente, non limitandoci semplicemente ad esistere.

Siamo rifiorenti quando sperimentiamo la vitalità emotiva sia nella vita privata che negli ambiti sociali. Siamo rifiorenti quando ci poniamo degli obiettivi da perseguire attivamente con impegno ed energia. 

È importante entrare in uno stato di “coinvolgimento vitale” con il compito che ci si é prefissi. Esso si manifesta attraverso una forza interiore caratterizzata dall’impegno, dalla creatività, dalla fiducia e dalla responsabilità.

CAPACI DI RIFIORIRE … DIZIONARIO MINIMO

La traduzione letterale di “flourish” è fiorire, ossia “vivere un ventaglio di possibilità di funzionamento che connota virtù, produttività, crescita e resilienza” (Keyes, Shmotkin e Ryff, 2002).

Il flourishing (prosperità) può essere definito come funzionamento ottimale e descrive, quindi, soddisfazione, affettività positiva e slancio vitale. 

Nel corso degli anni ci sviluppiamo e ci trasformiamo in un continuo rapporto scambievole tra mondo interno e mondo esterno. Le immagini e i sentimenti vanno e vengono, sbocciano e appassiscono come i fiori. Alcune vengono curate, affinate e coltivate, finché non diventano importanti fonti di energia psichica e di conoscenze consapevoli, altre vengono invece trascurate, lasciate inselvatichire. Nel corso della vita, le immagini si trasformano e si sviluppano. Nel caso favorevole esse sbocciano e maturano nel nostro giardino interiore. Ne nasce una ricchezza che può nutrirci e accompagnarci lungo tutta la vita.

Come i profumi e i colori di un giardino, essa anima non solo chi la possiede ma anche gli altri. Si tratta dei nostri talenti e del nostro potenziale che si sviluppa e viene esplicitato nella vita personale, professionale e sociale. Nel caso negativo, le immagini interiori scompaiono, il mondo affettivo inaridisce o si pietrifica. Il giardino interiore si secca, diventa deserto interiore, abitato solo da depressione, rabbia e frustrazione.

IN GIARDINO SI POTA, SI CONCIMA. SI ASPETTA

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…uno stesso individuo, considerato in momenti successivi della sua vita, si situa a vari livelli(….); e ogni volta che, in un diverso periodo dell’esistenza, annodiamo e riannodiamo legami con un determinato ambiente e sentiamo di essere accolti amorevolmente,  cominciamo con assoluta naturalezza ad aderirvi, e ad affondarvi le nostre umane radici.

M. Proust, All’ombra delle fanciulle in fiore

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Il giardino è una efficace metafora del divenire di ogni uomo e donna che camminano nella vita.
Nessun anno è mai uguale al precedente, nessun gelo è forte abbastanza da uccidere.
Anche quando pare che sia così, nulla ferma la rinascita del Tutto nelle sue parti.

Una parte può restare indietro, assopita nel passato, ma non sarà mai persa.
Il presente è il palcoscenico degli eventi.

E’ la logica della trasformazione: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
In giardino si pota, si concima e si aspetta.

Per quanto sia azione di cesoie e seghe, la rimozione di rami secchi o esuberanti è benefica per quel che ne verrà poi.

Concimare è offrire un nutrimento adeguato a fiori e frutti di ogni genere e specie.
E poi aspettare.
Poche chiacchiere e percorso umile, esposto alla pioggia, al gelo ma anche alla luce e al calore del sole.

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Potare

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È fondamentale imparare a toccare con intelligenza e tatto

i rami  che in noi sono secchi e toglierli senza rimpianto.

È necessario scegliere anche cosa togliere a vantaggio della forma, della bellezza.

Dell’armonia dell’insieme.

Dobbiamo decidere cosa vogliamo, perché lo vogliamo e come lo vogliamo:

è il momento di agire.

La potatura è arte.

La si impara con pazienza. 
Sarà il primo banco di prova della nostra lucidità.

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 Fratelli Paul Limbourg, Libro d’Ore del duca di Berry (Codice miniato-dettaglio)

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Imparare l’arte della potatura significa impegnarsi a ricercare una visione equilibrata della vita. Significa  imparare ad avere fiducia in noi stessi, percepire la nostra unicità e  diventare consapevoli e protagonisti del nostro progetto di vita.  

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Concimare 

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Abbiamo bisogno di nutrirci di affetti, di conoscenze e di esperienze.

Ce ne serviranno una quantità appropriata, proporzionale alla nostra fame di vita.

L’importante è che impariamo a  fare scelte di qualità: non meritiamo porcherie.

Dobbiamo imparare a selezionare pensieri positivi e creativi,

stati d’animo fatti di fiducia e ottimismo, azioni decise e convinte.

Il resto verrà da sé.

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Maestro Venceslao, Ciclo dei mesi-dettaglio  (Castello del Buonconsiglio-Trento)

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L’arte di concimare richiede la nostra autodeterminazione. Ha a che fare con la nostra capacità di essere ottimisti, saggi e creativi.

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E poi … imparare ad aspettare

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Saper attendere é saggezza del vivere.

In pochi sanno vivere la saggezza dell’attesa, rari  sono i maestri che la insegnano.

Eppure essa è la testimonianza della fiducia incrollabile nel risultato.
Chi sa attendere ha la chiave di ogni realizzazione personale.

Sappiamo attendere quando dentro di noi percepiamo il valore della nostra unicità e il valore della nostra vita.

Sappiamo attendere quando percepiamo la linfa vitale dentro di noi.

Essa ci dà la certezza che il fiore già c’è e che diventerà frutto.

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Maestro Venceslao, Ciclo dei mesi- dettaglio (Castello del Buonconsiglio-Trento)

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Sappiamo attendere  quando riusciamo a vivere le stagioni della vita e le intemperie del quotidiano come il luogo e la condizione dove il nostro sguardo sa andare oltre e le nostre scelte contribuiscono alla fiducia nel futuro e nel realizzarsi dei risultati.

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Il miracolo della fioritura può essere osservato solo da chi lo aspetta come il giardiniere.

Con il suo lavoro prepara la strada alla primavera, ma non può anticiparla nemmeno di un secondo.

La primavera arriva quando vuole. Il giardiniere può solo stare lì ad aspettarla.

La crescita ha bisogno di tempo. Ciò vale anche per il processo di crescita del singolo.

Solo chi è paziente con se stesso, chi sa aspettare raccoglierà anche i frutti della propria maturazione.

Anselm Grun

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