Ciak si gira… un progetto per incontrare se stessi e gli altri

a cura di Mattia Russo

L’esperienza del progetto cinema della scuola primaria  di Piansano mi ha colpito molto. Ho riflettuto su questa attività a partire dalla mia esperienza personale nel campo della recitazione, all’interno dei vari laboratori teatrali che ho seguito  nel corso degli anni e che tutt’ora seguo a Perugia. Posso affermare con certezza che gli effetti positivi sui bambini di Piansano sono stati innumerevoli.

Sin dalla notte dei tempi  la recitazione  ha fatto parte dell’esistenza  dell’essere umano, rappresentando uno dei mezzi  più efficaci con cui l’uomo racconta le storie. Essa permette di  fare  meravigliosi viaggi nel tempo e nello spazio, conoscendo luoghi e persone altrimenti  impossibili da incontrare, accompagnando così in questo magico viaggio anche il pubblico. Ma  a parte ciò,  la recitazione presenta un altro grandissimo potere:  non solo quello di   consentire  l’incontro  di personaggi lontani, ma anche  quello di favorire l’incontro  con noi stessi, permettendoci così di conoscerci meglio, innescando importanti riflessioni sul proprio” io interiore”.

A PARTIRE DALLA MIA ESPERIENZA

È  quello che è successo a me interpretando vari personaggi. Ho conosciuto meglio me stesso, entrando in confidenza con  le mie potenzialità, ma anche con i miei limiti, imparando così a superarli. Degli  esempi concreti? Ho interpretato  un anno fa una principessa (non molto avvenente, per questo era stato scelto un maschio per impersonarla).  Il problema sussisteva nel fatto che il sottoscritto, purtroppo, possiede una rigidità naturale, che lo  porta perennemente  a stare” sull’attenti” in ogni situazione, come se inconsciamente  si sentisse costantemente in pericolo, fattore che certamente non si addiceva ad una gentil donzella. 

Ho lavorato parecchio sulla mia rigidità, imparando  a rilassare le spalle ed ad essere più fluido nei movimenti, migliorando così gradualmente  questo mio piccolo difetto,  imparando anche a sentirmi più rilassato in scena, ma anche nella vita di tutti i giorni. Quest’anno invece in un altro gruppo, per interpretare  un altro ruolo, sto imparando a fare il giocoliere, cosa che mai avrei creduto in tutta la mia vita di essere in grado di fare. Sto migliorando parecchio, aumentando  la mia autostima, nonché  la mia precisione e  capacità di coordinamento.

Altro grande aiuto che fornisce la recitazione  è senza dubbio quello di riuscire a combattere contro la propria timidezza.  Prima di iniziare  la mia esperienza nel campo della recitazione (qualche anno fa) non riuscivo nemmeno a guardare negli occhi una persona per troppo tempo. Adesso questo aspetto di me è decisamente migliorato.

Per non parlare degli esercizi di dizione e di linguaggio, che insegnano a comunicare  in modo chiaro nella nostra lingua madre (  capacità al giorno d’oggi non  particolarmente scontata).

QUANDO SI INTERPRETA UN PERSONAGGIO...

Eh si… Ciò che avviene quando si interpreta un personaggio è decisamente magico: lo si studia, cercando di fare in modo che la sua anima in qualche modo entri nel proprio corpo, imparando a  parlare, camminare e persino ragionare come lui.

Durante questo processo di immedesimazione, il confronto tra  se stessi ed il  ruolo  in questione è  pressoché inevitabile, poiché si è costretti ad autoanalizzarsi, per capire,  tra le altre cose, quali siano gli aspetti di sé  su cui bisogna lavorare, per poter interpretare al meglio il proprio personaggio.

CIÓ CHE AVVIENE QUANDO SI INTERPRETA UN PERSONAGGIO... UN GIOCO DI IMMEDESIMAZIONE ED EMPATIA

La recitazione può avere un qualche valore didattico?

Assolutamente si, perché  il conoscere la storia e l’anima dei personaggi, può spingere ad una riflessione interiore che potrebbe insegnare diverse cose. Parlando del progetto  cinema sui promessi sposi abbiamo pensato di fare un gioco di immedesimazione e di empatia. Abbiamo immaginato i casi di diversi bambini:

  • un bambino aggressivo
  • un bambino insicuro
  • un bambino  poco socievole 
  • un bambino  timido
  • un bambino con un basso rendimento scolastico.

Ci siamo chiesti se la recitazione potesse aiutare in qualche modo queste tipologie di bambini. La risposta, a mio avviso, è “assolutamente si”,  proprio  per le motivazioni sopra indicante.

Ci siamo domandati a questo punto: Quale personaggio dei “Promessi sposi”, aiuterebbe ciascun bambino  ad innescare la riflessione più efficace, permettendogli di tirare fuori il meglio di sé, facendogli  compiere il percorso interiore migliore?

Partendo dal presupposto che non sono uno psicologo (ho giusto qualche esperienza come animatore per bambini, qualche anno  di teatro  ed una discreta conoscenza letteraria, ottenuta attraverso il mio percorso di studi), mi sono divertito comunque a stare al gioco e a rispondere a questa domanda.

Qui sotto è riportata una tabella, dove espongo schematicamente le  mie idee …

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Un bimbo  aggressivo … Fra Cristoforo

Un  bimbo insicuro … Renzo Tramaglino

Un  bimbo poco socievole … L’Innominato

Una bimba poco socievole…  La monaca di Monza

Un bimbo timido … Federigo  Borromeo

Un bimbo con un basso rendimento scolastico … Qualsiasi personaggio

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QUANDO SI INTERPRETA UN PERSONAGGIO… UN GIOCO DI IMMEDESIMAZIONE ED EMPATIA

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Concludendo, questi personaggi potrebbero aiutare davvero i bambini a vincere i loro limiti? Se li si aiuta nel percorso assolutamente si… difficilmente tutti entreranno subito  nella parte!  Il segreto è  non cambiargliela comunque malgrado le difficoltà iniziali, dimostrando di credere in loro e nel loro potenziale fino alla fine, di volerci investire con tutto il cuore, elemento che porterà ad una generale crescita dell’autostima. Perché questa è una delle tante magnifiche e grandi magie che può fare la recitazione. Ma questi non sono gli unici  motivi per cui questo progetto sia decisamente valido.

Rappresenta  anche a mio avviso un metodo intelligente per far comprendere ai giovani il grande potere della lettura, insegnandogli anche magari ad  amarla. Riallacciandomi al discorso iniziale, vorrei ricordare che sin da quando  ha fatto la sua comparsa, l’essere umano ha avvertito un’esigenza intrinseca: quella di narrare racconti.

Nell’antichità i  cantastorie vagavano di villaggio in villaggio,  esibendosi liberamente nelle piazze principali. I contadini, sebbene non avessero nulla da mangiare, non esitavano a privarsi di quel poco che avevano per donarlo ai menestrelli… tutto questo per un misero racconto..Come mai? Evadere dalla triste realtà, sentendosi magari coinvolti in una certa misura da qualcos’altro di più grande, spingeva queste persone a  compiere questo gesto!   È perciò impossibile negare quanto i racconti siano e sempre saranno indispensabili per l’essere umano, poiché gli permettono di sognare.

Nel corso del tempo si sono sviluppati diversi modi di narrare. I libri sono l’esempio più classico ma vi sono anche, come abbiamo visto, il teatro, musica, cinema, tutti canali e metodi differenti con cui vengono narrate  storie o stati d’animo delle persone. Il cinema è senza dubbio lo strumento più attuale, nonché spesso quello preferito dai giovani, che leggono sempre meno.

Purtroppo la letteratura spesso può risultare noiosa rispetto alla cinematografia. Le vicende narrate dai classici possono spesso risultare come fiabe lontane, storie di persone che esistono solo all’interno dei libri, mentre le stesse cose, se viste al cinema, possono in qualche modo essere attualizzate, anche perché attraverso gli attori e  le ambientazioni,  personaggi ed eventi si concretizzano davanti ai nostri occhi, senza dover fare necessariamente la fatica di leggere e immaginare.

Come   contribuire a far incontrare e a far scattare “la scintilla” tra i   bambini  il mondo magico della lettura?

Il cinema, nel progetto Ciak si gira fa da tramite, “liberando” l’universo dei Promessi Sposi in maniera alternativa  rispetto alla classica lettura, permettendo così ai bambini di  vivere in prima  persona  le vicende racchiuse dentro il libro.

Vivendo i  personaggi e gli eventi, interpretandoli, cucendoli  addosso a se stessi o comunque  vedendoli rappresentati, essi diventano più reali. I bambini scoprono che quelle racchiuse nel libro non sono  solo parole… ma mondi interi, che aspettano solo di essere “liberati”, attraverso la lettura… sono viaggi della mente e del cuore quelli che i bambini hanno l’opportunità di fare…

In particolare, il progetto è molto azzeccato per un romanzo storico come quello dei promessi sposi. Personaggi verosimili come Renzo e Lucia, rappresentazione di un popolo di contadini oppresso da chi stava al potere,  incontrano personaggi realmente vissuti, come ad esempio la monaca di Monza o l’Innominato, imparando così, oltre ad amare la lettura anche  a conoscere la storia.

Oltre  alle competenze di tipo tecnico, sulla lavorazione e la messa in scena di un film, il  percorso sicuramente  stimola la capacità di analisi e la comprensione profonda dei contesti storici, dei personaggi e delle loro intenzionalità, quindi un analisi del testo nelle sue varie sfumature assai efficace.

Ma soprattutto farà maturare l’amore per la lettura e la consapevolezza del suo grande potere, poiché  come disse Emilio Salgari, “Leggere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli”.

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