16 Giu Con Adriana Armanni e Mirella Bulletti… Arti & Pensieri in primo piano
Il cantiere italiano di EURE.K, che vede impegnate Geapolis e Bolsena Ricama con l’Università di Padova, lavora alla progettazione di un dispositivo di identificazione e validazione delle competenze chiave a partire dal lavoro delle merlettaie. Il focus riguarda la competenza apprendere ad apprendere ma il lavoro, in itinere, si orienta anche nelle prospettiva di individuare un profilo di qualificazione della merlettaia che tenga conto sia delle capacità tecnico-esecutive nel creare e realizzare il merletto sia delle competenze personali associate alle azioni tecniche e acquisite a partire dall’esperienza (Abilità, capacità e attitudini).
La manifestazione Bolsena Biennale, svoltasi nel settembre scorso, si è rivelata un’occasione preziosa per creare nuove sinergie in un settore che ha ancora molto da trasmettere e da comunicare quando si parla dell’eccellenza del Made in Italy.
Tra gli ospiti di Bolsena Biennale 2017 anche Mirella Bulletti che, già nella precedente edizione (2015), si era fatta conoscere e apprezzare grazie al suo “Paliotto dell’Angelo”, oggi collocato nella Chiesa di San Martino a Strada a Bagno a Ripoli, comune della città metropolitana di Firenze. L’incontro con Mirella ci ha permesso di aggiungere ancora un altro tassello al variegato e ricco mosaico delle tradizioni del ricamo e del merletto italiano.
A Firenze il suo lavoro e le sue competenze non sono passate inosservate. La scuola di ricamo Arti & Pensieri ha voluto dedicare uno studio e una pubblicazione al suo originale manufatto. Grazie al progetto Eure.K abbiamo avuto così la possibilità di raggiungere anche Adriana Armanni, fondatrice della scuola.
I loro contributi propongono un controcanto garbato e arguto a tutti coloro che considerano il settore del ricamo e del merletto un mondo dove “attempate signore possono lasciarsi andare a nostalgiche rievocazioni”… Un controcanto che propone la personalizzazione dell’apprendimento, l’e-learning, l’applicazione delle arti pittoriche al ricamo, un network italo-arabo, le collaborazioni italo-americane, gli scambi e i viaggi di studio in Europa per apprendere nuove tecniche di lavoro…
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L’équipe del progetto Eure.K ringrazia Adriana Armanni per il contributo alla redazione dei testi e per la documentazione fotografica messa a disposizione.
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Nella mia mente qualsiasi cosa può essere ricamata: un particolare architettonico, un paesaggio, una grata, una nuvola, il disegno delle mie nipotine… Di solito parto da un’idea e in corso d’opera la modifico così tante volte che diventa tutt’altra cosa. Nonostante sia un paradosso per un’insegnante di ricamo, ho poco tempo per ricamare le mie idee […]. La lentezza alla quale il ricamo ci obbliga, con i suoi tempi, è quasi un esercizio spirituale. Sapere di lavorare per due o tre ore su un solo centimetro quadrato di tessuto, allena la mente ad accettare tempi lunghi e risultati minimi. Serve ad affrontare la vita.
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Quando cammino, ovunque mi trovi, se mi capita di osservare qualcosa è perché attrae la mia attenzione, perché mi comunica, perché riesco a vedere oltre la reale forma, perché mi trasmette la voglia di fare. Le mani mi prudono… il ricamo si affaccia nella mia mente: il colore, la forma, le sfumature, il movimento si affollano e trovo pace solo nel momento in cui infilo l’ago. L’ultimo punto non lo vorrei mai dare. L‘avvento di Internet è stato molto importante, perché mi ha permesso di entrare in contatto con molte ricamatrici di tutto il mondo, confrontarmi e confermarmi nelle mie capacità.
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a cura di Adriana Armanni clicca qui
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Il Paliotto di Mirella Bulletti è pensato come ex voto per la Chiesa di San Martino a Strada – Bagno a Ripoli (FI).
Il ricamo, effettuato a mano tra 2010 ed il 2015, anno in cui è stato terminato, è composto da tecniche e materiali vari, che vanno dai punti classici all’applicazione di inserti in pelle, paillettes e agremani diversi. Il progetto iniziale prevedeva un disegno totalmente diverso da quanto poi realizzato.
L’unico motivo rimasto inalterato è la suddivisione in triangoli, a ricordare la Trinità. Nel disegno originale, lo Spirito Santo avrebbe dovuto essere il motivo centrale, affiancato da disegni astratti curvilinei nei triangoli laterali. Questo tuttavia non soddisfaceva totalmente l’autrice, soprattutto perché la forma della Colomba non si adattava alla forma triangolare nella quale doveva essere inscritta.
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