Ennio De Santis: “Abisso e ala..”

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Sabato 01/06/2019: ENNIO DE SANTIS ci ha lasciato

La sua poesia  continuerà a parlarci di lui e di noi…

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(1) L’autore, nato nel 1937, ripercorre 82 anni di cadute e rinascite. Già nei primissimi anni della sua vita, sono “i marosi” della seconda guerra mondiale a preannunciare “il volo” della sua esistenza ….”nel fremere in tempesta….” 

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DA ME A ME

Sei nato Procellaria nei marosi (1)

Il tuo vivere è il fremere in tempesta

Ma non cede il tuo volo non si arresta

Passi, guardi, trapassi e mai riposi

Ti conosco, ti so dalle tue gesta,

dai versi duri a quelli generosi,

drammatici, pacati ed amorosi

fatti d’acque abissali e spume in cresta.

Hai dipinto passando tra i pastori.

Ed hai colto il pensiero ai ruminanti

Al cielo e ai campi luci, ombre e colori

Anima e cuore tieni altalenanti.

Accenni risi, soffochi i furori.

Cadi,  risorgi e i tuoi tormenti canti.

(Ennio De Santis,  febbraio 2019)

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Ringraziamo Ennio De Santis  per aver voluto condividere con gli amici di Geapolis  il suo percorso autobiografico e artistico, autorizzando la pubblicazione di una antologia delle sue raccolte  poetiche.

(foto di Gioacchino Bordo)

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PIANSANO

Cuore della mia terra
Ad ogni mio ritorno
Come rondine, a picco
In te mi getto.

E fra ondate di verde
Nella mantiglia di vento
Che gioca in azzurro per i poggi
Ti spalanchi
A nicchie di vascello
(fitto nel cielo l’albero del tempo).

E mi culli.
E riposo
A rimbalzo di voci.
Naviganti di grano e di greggi
Nel polverone di sole
Che batte a tappeto la campagna
Dentro mi cantano.
Il mio battito é loro 
Nel tuo pugno
Di ardente focolare.

Ennio De Santis (tratto da Pastorali, Ed. Ape Terni 1980)

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Ennio De Santis è nato a Piansano (VT)  nel 1937 ed è cresciuto ad Arlena di Castro (VT). Ha fatto il pastore di greggi fin da bambino nella Maremma Laziale. Nel 1983 si trasferisce a Tuscania dove é vissuto fino alla sua morte. 

Negli anni ’70 viene attratto, prima dalla poesia poi dalla pittura. Nel 1989 cessa l’attività di pastore e si dedica all’arte. Ha esposto i suoi dipinti a Viterbo, Roma, Venezia, Treviso e in altre città d’Italia. Ha inoltre tenuto mostre a San Francisco, a Landau, nei pressi di Monaco di Baviera, a Schelldorf, a Berlino.  

“… UN POETA INCONSAPEVOLMENTE COLTO … ”

Non si può parlare della vita e della poesia di Ennio De Santis senza dire: 1) la nascita, 2) la territorialità, 3) la fisicità georgica e pastorale.

De Santis nasce in una parte singolare ed eccezionale d’Italia, l’Alto Lazio, in una ci­viltà antichissima, con tappe che si chiamano: Tuscania, Tar­quinia, Bomarzo, i dolci laghi, la prisca Viterbo, un capoluogo di provincia che è un’isola orgogliosa e poco consumistica all’in­terno del Lazio; figlio di contadini e deciso a rimanere tale; non frequenta alcuna scuola; sfocerà nella poesia perché, destinato a guardare le pecore, nei lunghi meriggi impara a compitare e a leggere versi …. ( Domenico Rea) Leggi tutto clicca qui 

“ … CHI STA NEL TOTALE UMANO COINVOLGIMENTO … ”

La poesia di Ennio De Santis mi ha colpito immediatamente. E’ una voce lirica, vera, direttamente ispirata, che risponde in modo naturale all’esperienza. Non è affetta dagli atteggiamenti convenzionali. I suoi non sono versi “preparati” e neppure “ammaestrati”. Tuttavia si tratta di poesia in qualche modo “acculturata”. E’ una poesia che sgorga naturalmente, e già perfettamente formata dalla sua propria cultura naturale. Con questa poesia ci si nasce non si può apprenderla a scuola. E’ una cultura naturale che non ha confini. É allo stato brado.  É “Sui generis”.  É poesia di uno spirito colto ma indefinibile, cioè di chi sta, ma artisticamente staccato, nel totale umano coinvolgimento…. (Desmond O’ Grady) Leggi tutto clicca qui 

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TRA LE MIE MANI 

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Tra le mie mani tu sei la mia terra.

Momento per momento

Come il sole ti scopro

E come  contadino

ti abito e coltivo

Donna, la mia terra sei tu!

Tu sei la zolla fertile

Alla mia luce esposta

Ed al mio aratro in dono.

Tu lentamente ti apri

e fai nascere

e offri a me, al mondo

il nostro grano:

ripetersi mio.

Senza te non avrei

Dove mettere piede

Ennio de Santis (tratto da In un cavo di terra, Edizioni APE Terni, 1977)

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PER ANDARE OLTRE 

LE RACCOLTE POETICHE 

  • In un cavo di Terra (1977) / Pastorali (1980) clicca qui
  • Il vento di Inverness. Poesia della California (1990-1991) clicca qui
  • Ennio De Santis … Trawling Tradition- University of Salzburg 1994 clicca qui
  • Limiti  2003  
  • In un cardo spolpato (1989)

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IN UN CARDO SPOLPATO – 1989

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MADRE 

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Coricato

s’é il terreno al tuo fianco.

Una lama nel ventre

scuote il bulbo;

e un’ondata di musica violenta

ti slabbra la gola in uragano. 

Aggrinzisce la luna, 

ed é luce a un sommerso

in cerca di respiri tra le acque.

Un’alba

é sempre un taglio di sangue

perché risplenda un giorno…

e un nuovo nato.

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Ennio De Santis (tratto da  In un cardo spolpato, Crocetti Editore, 1989)

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CARO BABBO ... QUELLA POESIA CHE PRIMA TI HA RAPITO ...

Caro babbo,

nel leggere queste poche, ma intense righe, trovate nelle tua cartella: “LIMITI“, ho immediatamente toccato gli estremi:  la base amara e lo spirito elevato dell’essere. Proiettati a forma di piramide nella mia immaginazione, descritti con ammirevole abilità, rendono palpabili sentimenti, luce, odori e sapori della vita.

Ora mi rendo conto che ognuno a suo modo, per conoscere i poeti, specialmente quelli che più ci appartengono, dovrebbe saper leggere dietro le righe, cosa che non ho mai voluto fare perché la poesia ti ha rapito e mi ha tolto da bambina l’immagine del genitore comune, per cui ho conservato amore e odio.

Adesso che mi soffermo a leggere con molto interesse queste pagine, capisco tante cose di notevole importanza (che non sto ad elencare) che prima non volevo, ma soprattutto ho conosciuto mio padre.

Quella poesia che prima ti ha rapito, adesso ti riporta a me: quello che sei, quello che eri nato per essere.

Luisa De Santis

Zoccoli.

Tumultuoso battito del cuore.

Al vostro suono sulle orme dei padri

ho percorso Maremma

Terra dura e selvaggia donata dal mare,

il cui sangue è il sussulto del mare,

 

la linfa nelle scorze, il battito che scorre

nelle vene dei tori, che gonfia i fianchi alle giovenche

le narici ai puledri, negli occhi dei cavalli,

è il fuoco ardente nell’uomo

venuto dal suo grembo.