Giovani adulti che… conversazione con Natalia Pazzaglia

Giovani adulti che… conversazione con Natalia Pazzaglia

GIOVANI ADULTI CHE OSANO ...

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“Scrivere è trascrivere. Anche quando inventa, uno scrittore trascrive storie e cose di cui la vita lo ha reso partecipe: senza certi volti, certi eventi grandi o minimi, certi personaggi, certe luci, certe ombre, certi paesaggi, certi momenti di felicità e disperazione, tante pagine non sarebbero nate”. (Claudio Magris)

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INTERVISTA A NATALIA PAZZAGLIA

Perché abbiamo chiesto a Natalia di raccontare e condividere la sua storia con gli amici di Geapolis?

Indubbiamente per ascoltare la voce di una giovane adulta che con intelligenza e determinazione cerca di “esserci”… Nel suo “bagaglio a mano” scopriamo infatti profondità e leggerezza, intensità di esperienze e speranze: un background solido in cooperazione internazionale, l’attività di scrittrice e blogger per comunicare e condividere le storie e le cose di cui la vita la rende partecipe. Infine, ma non certo ultimo, l’impegno personale  in un percorso di ricerca spirituale e di fede che  lei  considera come  la “roccia” su cui costruire la propria casa.

Tramonto sul lago di Bolsena (VT)

Natalia Pazzaglia, trent’anni da poco compiuti, é originaria di Bolsena (VT). Giornalista free lance per la testata Bergamo Post, vive a Torino ma torna spesso sulle rive del suo lago  che, attraverso gli occhi di un pescatore, racconta così … clicca qui

Attualmente Natalia frequenta la scuola Holden  ed è l’ideatrice di  un progetto particolarmente interessante ed ambizioso “LA FEDE DEGLI ALTRI” … Abbiamo sbirciato tra le anteprime  e i primi contributi che Natalia ha condiviso sul web… interessante, sfidante nella misura in cui osa la strada della verità… le auguriamo la perseveranza e uno sguardo profondo là dove “la fede, l’amore e la speranza camminano nella notte: esse credono l’incredibile, amano ciò che si sottrae e li abbandona, sperano contro ogni speranza”. (Hans Urs von Balthasar)

La parola e il web a Natalia …

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Per saperne di più e per sostenere il progetto LA FEDE DEGLI ALTRI clicca qui 

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Ho sempre pensato che fosse sacro, con quei tramonti di sangue, d’inverno. Da piccola lo scambiavo per il mare, dove non volevo andare mai: mi dava fastidio il sale e mi mancavano i lattarini, i pesci che avevo imparato a pescare con le mani. La mattina l’acqua era quasi sempre limpida, fredda di tramontana. Si vedevano sul fondo i sassi marroni e neri, li raccoglievo per farli rimbalzare a pelo d’acqua. Il lago di Bolsena è un lago calmo, nato nell’Alto Lazio dalla caldera di un vulcano, in un paesaggio influenzato dalla spiritualità umbra e dai colori toscani. C’è chi sostiene che fosse il centro della civiltà etrusca, chi parla di corridoi sotterranei tra l’Isola Martana e la terra ferma, e chi giura di sentire, quando le acque sono agitate, il grido della regina Amalasunta, imprigionata e uccisa in una delle due isole. Da Biagio arrivo tardi, alle sette e mezza. Come me, anche lui è bolsenese, fiero cittadino di questo borgo medievale ricordato per il lago e per il miracolo eucaristico del 1263. (clicca qui

Natalia Pazzaglia 

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