Il Paramento di Don Mazza/ Fotogallery

La lavorazione del  PARAMENTO IN QUARTO,  che aveva avuto inizio con la pianeta nel 1845, si concluse felicemente nel 1861. Sono complessivamente una quindicina d’anni, parte dei quali tuttavia non sfruttati appieno a causa degli avvenimenti bellici. Si tratta in totale di 25 quadri, 13 maggiori e 12 minori, con ben 62 figure umane, oltre ad animali e paesaggi. Interessante è la spiegazione che, nel suo libro su don Mazza, Pietro Albrigi dà relativamente alla mancanza dei due fatti culminanti della Redenzione, il Cenacolo e il Calvario: «Don Mazza aveva concepito il suo paramento I…J secondo la sua reale funzione, come vesti sacre da usare all’altare; ora all’Altare l’ultima Cena si rinnova in realtà e la Crocifissione è rappre­sentata dal grande crocifisso che presiede al mistico sacrificio. Niente di mancante dunque, come niente di superfluo; ma la completezza e la sobrietà del genio». 

IL LIBRO ...
PER SAPERNE DI PIÚ

Il libro “Il paramento di Don Mazza. Un capolavoro dell’arte serica veronese” (Editrice Mazziana 1989) é nato come catalogo della mostra dedicata, a Verona, al famoso paramento conservato in Vaticano. L’opera illustra con ricchezza non solo la storia del paramento, ma anche tutte le attività che hanno fatto da contorno a questo capolavoro: la lavorazione della seta, partendo dalla coltivazione dei bachi, fino alle tecniche naturali di tintura dei filati; l’impegno sociale ed educativo di Don Mazza; il progetto e la lunga lavorazione del paramento, con un capitolo dedicato in particolare alle ricamatrici. Il libro è scritto a più mani da diversi esperti dei vari settori (per il ricamo, la professoressa Doretta Davanzo Poli) e si presenta come una storia avvincente che si legge tutta d’un fiato! Bellissime le immagini a colori (alcune molto particolareggiate) dei vari pezzi del paramento che permettono di apprezzare la perfezione del lavoro e l’altissimo livello tecnico raggiunto dalle ricamatrici. Il libro è acquistabile presso il Museo Don Mazza di Verona.

DIZIONARIO MINIMO

PARATO “IN QUARTO”

Il termine indica l’insieme dei paramenti liturgici usati nella celebrazione della Messa. Esso è composto

  • dalla pianeta e dalla stola indossate dal celebrante,
  • dalla tunicella e dalla stola indossate dal diacono, e
  • dal piviale indossato dall’assistente;

in questo caso si definisce parato in terzo;

  • se a questo viene aggiunta una tunicella, per un quarto celebrante, si definisce parato in quarto.

Il colore liturgico dei paramenti sacri è determinato dal calendario liturgico.

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Le immagini e le didascalie sotto riportate sono tratte dal libro Il libro “Il paramento di Don Mazza. Un capolavoro dell’arte serica veronese” (Editrice Mazziana 1989).

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[vc_toggle title=”LA PIANETA indossata dal celebrante “][/vc_toggle]

La pianeta é il primo di tutti gli indumenti che compongono il paramento fatto realizzare da don Mazza alle sue ricamatrici. Occorsero ben sette anni di intenso lavoro per realizzare questa prima opera, dal 1845 al 1852.

Qui sopra la parte anteriore della pianeta. La scena biblica. L’uccisione di Abele, è contornata da un intreccio di fiori che si ritrovano, accostati nelle forme più varie, anche in tutti gli altri elementi. La ricchezza barocca della cornice nulla toglie all’efficacia delle immagini, che vivono di una loro particolare atmosfera.

Parte posteriore della pianeta, con II sacrificio di Isacco. Le immagini sacre, che in tutto il paramento hanno dimensioni pressoché uguali, lasciano a volte spazio, come in questo caso, a una maggior abbondanza di ornato.

[vc_toggle title=”LE DUE TUNICELLE ” color=”white”][/vc_toggle]

Le tunicelle erano indumenti usati comunemente nelle messe “in terzo” e  “in quarto”. Venivano indossati dai due o tre ministri  che assistevano il celebrante principale. Si differenziano dalla pianeta parzialmente nella forma, ma soprattutto perché portano dei corti e larghi manicotti. Le tunicelle vengono ancor oggi usate dai diaconi durante alcune celebrazioni solenni. Nelle tunicelle sono presenti delle descrizioni paesaggistiche che evidenziano e armonizzano le azioni rappresentate. Per le quattro scene della Passione  ricamate sulle due tunicelle sono stati usati cartoni di copie tratte da dipinti di Raffaello e Cavazzola.

LA PRIMA TUNICELLA

Parte anteriore (a sinistra) e posteriore (a destra) di una tunicella. Nella prima è raffigurata L’agonia nel Getsemani, nella seconda La salita al Calvario, mentre Gesù cade sotto la croce. Si notino l’accuratezza e la finezza del ricamo.

LA SECONDA TUNICELLA

Parte anteriore (a sinistra) e posteriore (a destra) della seconda tunicella. Nella prima è raffigurata La flagellazione, nella seconda L’incoronazione di spine. Sempre ricca e armoniosa, la parte ornamentale fa da perfetto commento alle vane scene.

[vc_toggle title=”IL PIVIALE “][/vc_toggle]

Il piviale è l’indumento più ampio e complesso di tutto il paramento sacro. Le scene raffigurate sono: Davide assetato che versa per terra l’acqua, La cacciata dall’Eden, Lo sposalizio della Vergine, La natività (nello scudo, la parte mobile del piviale). Sono inoltre rappresentati nel fascione i quattro profeti maggiori: Ezechiele, Daniele, Geremia, Isaia.

[vc_toggle title=”LE STOLE”][/vc_toggle]

In entrambe  le stole è riscontrabile la complessità della composizione, caratteristica di tutto il paramento: barocche volute in oro e sete policrome fanno da cornice alle immagini sacre. Nella prima appaiono i simboli più noti della redenzione: l’agnello sacrificale, il pellicano, le spighe e l’uva. Alle estremità della seconda è raffigurato Gesù bambino, dormiente sulla croce o mentre si appoggia a essa; campeggiano inoltre, sulla metà destra (di chi indossa la stola) Pietro, sulla sinistra Paolo.

IL VELO OMERALE

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Il velo omerale (viene usato dal sacerdote o dal diacono per reggere l’Eucaristia) é l’indumento sul quale don Mazza volle raffigurata la Chiesa: «Elessi l’idea simbolica di Gesù Cristo che dà le chiavi a S. Pietro». I toni adoperati per tale ricamo sono spenti ma non cupi.  Anche in questa scena appare sullo sfondo un aperto paesaggio. Ricchissimo il lavoro  di ornato che si snoda in ben cinque ampie volute.

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