Il ricamo “ispirato” di Andrea Ocello

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Ove son or le meraviglie tue

O Regno di Sicilia? Ove son quelle

Chiare memorie, onde potevi altrui,

Mostrar  per segni

Le grandezze antiche?

Tommaso Fazello  

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I ricami di Andrea Ocello  al teatro greco di Tindari 

Andrea Ocello ha venticinque anni e vive a Librizzi, comune facente parte della Città Metropolitana di Messina e del Consorzio Intercomunale Tindari-Nebrodi.

La  sua  storia corre sul doppio filo di Tradizione & Innovazione, Creatività & Rigore, Sperimentazione personale & Ricerca di Maestri significativi. Andrea crede, infatti, che la dimensione della conservazione, della valorizzazione e della trasmissione dell’arte del ricamo debbano andare di pari passo. Tra i suoi principali maestri e punti di riferimento c’è il Prof. Damiano Pellicano, con il quale intrattiene un dialogo costante e fecondo. Grazie al suo desiderio di recuperare & diffondere nel mondo la tradizione siciliana del ricamo, il lavoro di Andrea comincia ad essere conosciuto ed apprezzato non solo in Italia. Recentemente anche  la rivista australiana Inspirations  Magazine  gli ha dedicato alcuni articoli (clicca qui).

Una ulteriore conferma per continuare a percorrere l’audace e originale “via del ricamo”…

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ANDREA OCELLO … SU  INSPIRATIONS MAGAZINE  clicca qui 

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Quando si è molto giovani capita di non sapere bene chi si è e che cosa si vuole dalla vita. Indubbiamente però noi tutti disponiamo di un misterioso filo conduttore che prima o poi finirà per farci scegliere ciò che per indole è già latente in noi, e servirà a costruire la nostra personalità. Walter Bonatti

Dove va l’ago va anche il filo. Lev Tolstoj
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ANDREA OCELLO SI RACCONTA ...

L’amore per il ricamo affonda le sue radici nella storia della mia famiglia. Fu, infatti, la mia bisnonna Giuseppina che, all’inizio del ‘900, fondò una scuola di ricamo a Librizzi. Alcuni dei miei ricordi di infanzia sono legati a questo luogo, in cui mi recavo spesso per andare a trovare le mie zie, sorelle di mio nonno, le quali furono le ultime due insegnanti della scuola. Durante queste occasioni ebbi l’opportunità di osservare, leggermente incuriosito, il loro lavoro, ma non provai mai a imitare il loro operato, che, a mia insaputa, mi lanciava un forte richiamo. Le care zie morirono quando avevo circa 14 anni. Fino a quel momento, sebbene probabilmente il seme del ricamo fosse già stato piantato in me, esso non aveva ancora trovato le giuste condizioni per svilupparsi.

Anni ’30 a Librizzi. La scuola di ricamo della nonna e della bisnonna Guseppina 

Anni ’60 a Librizzi. Scuola di sartoria. Nella foto l’insegnante-sarto della scuola con”le sartorette”. In basso, la seconda ragazza (con gli occhiali) da destra é la mamma di Andrea Ocello.

Nel 2009 conobbi una signora, una “domina”, dell’ars del ricamo e del cucito, che si rivelò fondamentale per il mio percorso di vita e mi spinse a coltivare il mio timido incipiente talento aiutandolo a sbocciare e crescere; la considero, ancora oggi, come una seconda mamma.

Nello stesso anno una bronchite mi costrinse a stare in casa per un lungo periodo. Fu così che decisi di prender in mano un ago e, col ricordo sempre vivo delle mie zie e i consigli della “mamma”, ricamai una tendina in sfilato siciliano 700.

Ebbene il tempo propizio sopraggiunse.

Certamente ero consapevole che non sarebbe stato facile intraprendere questo viaggio, soprattutto in una società in cui il ricamo è considerato un mestiere prettamente femminile, ma, per mia fortuna, ho detto a me stesso: “francamente me ne infischio” dei pettegolezzi della gente.

Allora frequentavo ancora il liceo e non potevo permettermi di togliere tempo allo studio. Amavo le discipline umanistiche e quelle scientifiche, in particolare la matematica e la logica. Lo studium, del resto, ha sempre influenzato e indirizzato le mie scelte e il mio vivere.

Nel 2011 dopo avere conquistato la maturità scientifica pensai di potermi finalmente dedicare al ricamo in modo costante. Ma, per accontentare i desideri della mia famiglia, mi iscrissi all’università che, nonostante i buoni risultati, poco dopo abbandonai, consapevole che ormai la strada era già stata tracciata.

Nel 2014 e nel 2015 frequentai dei corsi di ricamo in oro. Nel frattempo cominciai ad acquistare ogni tipo di rivista che mi permettesse di apprendere il più possibile. Non mi preoccupavo nemmeno della lingua in cui erano scritte: ciò che mi interessava era solo conoscere nuove tecniche e migliorare quelle già in mio possesso.

Il 2016 fu un anno molto importante per il mio percorso. Mi invitarono come espositore alla Mostra di Valtopina.

In questa occasione conobbi una persona che è divenuta un caro stimato amico, esperto estimatore di ricami e merletti: il Prof. Damiano Pellicano.

Egli mi fece scoprire più approfonditamente le bellezze del ricamo attraverso la sua preziosa collezione di pezzi unici, un tesoro di inestimabile valore artistico e storico. Potei così ammirare 500 anni di storia del ricamo, meraviglie in cui “naufragar dolcemente” tra filati sottilissimi su finissima batista.

Questa emozionante esperienza accrebbe ancor più in me la voglia di studiare i ricami e i materiali preziosi del passato.

Bolsena Biennale 2017: Andrea Ocello e il Prof. Damiano Pellicano 

Da poco il destino mi ha portato alla scoperta di un personaggio straordinario ricordato ancor oggi per le sue capacità artistiche uniche: Lady Evelyn Murray, una nobil donna scozzese che rappresenta per me e per ogni ricamatore/trice, la perfezione a cui aspirare, il simbolo di una preziosità senza tempo. Le sue opere sono espressione massima di bellezza e precisione nell’esecuzione.

Così il mio studio costante e appassionato mi ha portato a specializzarmi in tre tipi di ricamo: lo sfilato siciliano, il punto pittura e il ricamo in bianco.

Credo inoltre che ogni lavoro artistico, per essere ben eseguito, abbia bisogno di un’anima ispirata, di un luogo dove la mente e lo spirito possano fondersi e lasciarsi travolgere dalle emozioni, a prescindere dalla loro valenza positiva o negativa ed io trovo questo mio spazio nella musica classica.

Ogni mia opera ha visto la luce sulle dolci e potenti voci della Callas e della Damrau. Il loro canto è una delle fondamentali ispirazioni da cui attingo senza riserva. Spero di continuare ad emozionarmi ed emozionare all’insegna della bellezza, dell’eleganza, della raffinata discrezione.”

Ricamo siciliano 

Ricamo in bianco 

Punto Pittura 

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Per concludere ci tengo a fare una precisazione. Soprattutto i non addetti ai lavori tendono a confondere o a riunire insieme l’arte del merletto, del ricamo e della tessitura. Questo è un errore. Il ricamo, la lavorazione del merletto e la tessitura sono tre ambito sicuramente interdipendenti ma ciascuno  è portatore di una storia, di un bagaglio tecnico e di approccio all’apprendimento della disciplina completamente diverso.  Se si punta all’eccellenza del lavoro occorre scegliere tra il ricamo, il merletto, la tessitura. Ciò che accomuna  le tre categorie (merlettaie, ricamatrici/tori, tessitrici/tori) è sicuramente la capacità di saper riconoscere la qualità e l’eccellenza del lavoro degli altri e magari la volontà e la lungimiranza di unire le rispettive competenze e abilità per realizzare insieme creazioni di particolare complessità e pregio.

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