La collezione di Damiano Pellicano

a cura di Andrea Ocello

Il Professor Damiano Pellicano ha collezionato e studiato merletti e ricami antichi nel corso di quasi mezzo secolo.

I manufatti presenti nella collezione ricoprono un ampio arco temporale: dalla fine del 1500 all’inizio del secolo scorso. Trattasi di lavori di notevole pregio artistico, sia per finezza e maestria di disegno ed esecuzione che per stato di conservazione e provenienza.

In molti casi infatti i committenti sono rappresentanti della aristocrazia europea- come nel caso della principessa belga Madame de Choiseul, imparentata ai Borbone di Francia, o della Duchessa di York, o ancora della Regina di Romania che finì i suoi i suoi giorni in una villa a Fiesole.

Dotato di una vivida curiosità per le varie culture di cui i diversi idiomi ne costituiscono uno dei principali componenti, sin da adolescente “sponte sua” si è dedicato, come autodidatta allo studio di lingue come l’albanese, il francese, l’inglese, il tedesco, il greco moderno. La disinvolta padronanza di alcune di esse gli ha consentito di soggiornare per molto tempo all’estero come  assistente di lingua e cultura italiana, e spesso come interprete e traduttore. Tutte esperienze che lo hanno arricchito culturalmente e aiutato ad approfondire la sua competenza nel campo dei tessili in genere e segnatamente in quello dei merletti e del ricamo in senso lato.

Determinante, a tale proposito, è stato l’incontro con appassionate e quanto mai competenti cultrici, alcune delle quali celeberrime esperte di raccolte museali.  Intorno ad un nucleo centrale che di generazione in generazione è giunto sino all’attuale proprietario, si è venuta formando attraverso gli anni una ricca collezione, fatta di tutti gli articoli che servivano ad abbellire la casa e la persona.

Point de gaze, Belgio o Francia metà 800

Frammento Bruxelles misto, Belgio prima metà 800

Oltre a vari centri di varia foggia e tecnica esecutiva, sono quindi presenti: serviti da letto e da tavola, tende e stores, veli da poltrona o da divano, giro-lampade, cuscini da boudoir,capi di vestiario, colli, sciarpe, stole, scialli, barbe di cuffia, fazzoletti, bustini, vestitini da battesimo e cuffie, borsine ricamate, imparaticci e ventagli, con priorità data a quelli con pagina in merletto e ricamo. Non mancano, peraltro, articoli destinati alla liturgia ecclesiastica, quali abbassamenti in pizzo per rocchetti, tovaglie d’altare, copri-calici e una parure dalmatica e corporale. Completa la collezione una quantità ragguardevole di merletti eseguiti: ad ago (Venezia, Bruxelles, Point de France, Alençon, Argentan, Ago Mediterraneo, Youghal, Ago Ritorto);  a fuselli (Venezia, Bruxelles, Antica Genova, Milano, Cluny, Honiton, etc).

Collo in seta, pizzo maltese, fine 800

Pizzo Bruxelles misto, Francia fine 800

I merletti succitati sono rappresentati sia da piccoli frammenti, come nel caso dell’Intagliatela e del Point de Neige, che da lunghe metrature, grazie ai quali si potrebbe illustrare la storia del pizzo dai suoi esordi fino ai primi del ‘900.

Alcuni pezzi da collezione in questione sono stati presentati in una passata esposizione della Biennale del Merletto di San Sepolcro, altri in seno all’incontro mondiale dell’O.I.D.F.A a Lubiana (Slovenia), in Germania ad Hattingen invitato dalle merlettaie e merlettai  a fuselli tedeschi ed in altre importanti  esposizioni, suscitando sempre una viva ammirazione da parte degli organizzatori, dei partecipanti e dei visitatori. Inviti giungono al collezionista a prender parte a convegni e esposizioni, sia in Italia che all’estero.

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PER SAPERNE DI PIÚ ...

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In occasione della XVIII edizione della mostra del ricamo a mano e del tessuto artigianale che si è svolta a Valtopina dal 31 agosto al 2 settembre scorsi, il professore Damiano Pellicano, insieme alla curatrice Adriana Armanni e alla organizzatrice della mostra Maria Mancini, ha  presentato il suo lavoro, dedicato ad una raffinata, preziosa ed esclusiva collezione di fazzoletti. Il titolo, “I Fazzoletti. Breve storia di un amore”, ben delinea  l’approccio al tema, un percorso autobiografico che si focalizza sul momento dell’incontro, sulla scintilla che fa scattare, a prima vista, la sintonia e il legame irreversibile tra il manufatto ed il collezionista.

 

Damiano Pellicano, “I Fazzoletti. Breve storia di un amore”, a cura di Adriana Armanni, Edizioni Nuova S1, 2018

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LA SCINTILLA ... UN AMORE ...

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Il Re d’Albania Zog I  in fuga attraverso la Francia, conversando con un ambasciatore francese, esclamò: “La Francia è anche il paese dei bei fazzoletti”… estraendo dal taschino il suo disse: “Vede signore, – spiegandolo con un gesto di trionfo – Lei conosce questa qualità di lino scovato dalla regina? Viene chiamato “fil de main”, in quanto filato a mano e con la saliva, in cantine. È quanto vi sia di più prezioso al mondo in fatto di fazzoletti. Ne ho acquistata una cassa, signore, ed il Re d’Italia non ne ha mai posseduto di simili’.

(Roger Peyrefitte, tratto dal romanzo  Le Fin des Ambassades)

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…. Ci sono alcuni fazzoletti che sono sontuosi, splendenti, di un bianco che acceca, la cui finezza dei retini desta timore, ma io sono abituato a queste opere d’arte…. Penso alla raffinatezza dei capolavori realizzati nei grandi ricamifici del nord della Francia nell’800 o a quelli celeberrimi della Svizzera dove venne realizzato tutto il trousseau di Napoleone III  conservato ora presso il museo di San Gallo. Eppure la “commozione” l’ho provata  quando mi sono imbattuto in un fazzoletto fiorentino della seconda parte dell’800 realizzato  in casa da una semplice ricamatrice . Un fazzoletto particolarissimo… nel bordo era ricamato per esteso il suo nome e  dalla parte opposta il nome del suo innamorato… la raffinatezza del lavoro faceva trasparire  il sublime sentimento dell’amore di quella ricamatrice…

Ci sono fazzoletti per i quali sia la grande capacità inventiva dei disegnatori o, in alcuni esempi, di disegnatrici, l’utilizzo di alcune tele quasi impalpabili con conseguente uso di aghi sottili come spilli entomologici e i fili parimenti finissimi, l’esecuzione perfetta di valenti ricamatrici e/o ricamatori, l’espressione artigianato mi pare quanto mai inadeguata.

A mio davvero modesto avviso, converrebbe parlare di capolavori artistici, a cui è doveroso riservare la medesima  considerazione  e lo stesso apprezzamento di valore estetico tributato comunemente ad altre opere d’arte.

Valtopina 2018. Nella foto Damiano Pellicano e Adriana Armanni in occasione della presentazione del libro 

Nel contemplare nell’arco degli anni alcuni manufatti mi sono spesso interrogato sulla radice profonda di quella particolare, intensa emozio­ne che provavo e ritrovavo rispecchiata negli occhi di chi mi stava di fronte senza però riuscire a dare forma e quindi ad intrecciare parole che potessero aderire, quasi per magia, a quel felice moto dell’ani­ma e della mente insieme, all’origine di quello che potrebbe riassumersi nella generica formulazione di Piacere Estetico.

Si tratta di una delle infinite esternazioni, misteriose ed enigmatiche dell’amore, presenze che ci parlano di assenze, o meglio di una assenza, di un desiderio che mai si estingue. Mi riferisco all’Amo­re, alla nostalgia di un Altrove. Sono andato a rileggere a tale proposito I dia­loghi di Platone, Agostino ed i vari commentatori del Cantico dei Cantici nei secoli, ed ho iniziato a “con-prendere” la scaturigine più remota dell’inef­fabile sensazione di felicità, di appagamento che ci inonda il cuore e l’anima davanti ad un’opera d’arte, che ci trafigge come un fuoco incandescente nel fondo delle nostre fibre. […] Amore dunque, passione, struggimento, deli­zia e beatitudine, un furore che ci travolge inesora­bilmente e ci spinge lungo sentieri anche di “follia”. Come dicevo all’inizio di questo scritto e parafrasando il grande italiano posso affermare: “galeotto fu quel passo sui fazzoletti in fìl de main e chi lo lesse nel fior degli anni”.

Damiano Pellicano, tratto da  I Fazzoletti. Breve storia di un amore.  

Damiano Pellicano ha dipanato la sua vita seguendo il filo invisibile che lo portava ovunque ci fosse un prezioso e particolare  ricamo o merletto. È stata ed è la sua passione, nata per caso ma molto pervi­cace, come scrive in queste pagine.

Persona molto riservata e schiva, in questo libro racconta finalmen­te qualcosa di sé, delle sue vicissitudini e dei suoi incontri fortuiti con alcuni dei preziosi manufatti che sono entrati a far parte della sua collezione. Con gioia e curiosità ho raccolto le sue parole, ho fotografato pezzi unici, ogni volta meravigliandomi di come si possa con un sem­plice filo creare sculture e opere d’arte di finezza inimmaginabile, traendone poi alcuni disegni che sono a disposizione di chi voglia cimentarsi nella loro copia o imitazione.

Un glossario ed una rara ricetta per sbiancare i ricami antichi com­pletano queste pagine che spero vi avvicineranno ad un mondo che attraverso il ricamo ed il merletto racconta di Re e Regine, di viaggi e passioni e dell’Amore per il bello.

Adriana Armanni

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NEWS

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Il libro “I fazzoletti. Breve storia di un amore” di Damiano Pellicano è sbarcato negli Stati Uniti e il commento di Jules Kliot, direttore di Lacis Museum of Lace and Textiles, è stato: ” A marvelous book. Any thought of a English translation? “. Alla Fiera Abilmente di Vicenza, Damiano Pellicano e Adriana Armanni saranno presenti  i giorni 18 e 19 ottobre per la presentazione del libro.

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