La forza, il cuore, la voce delle donne… conversazione con Felicita Menghini Di Biagio

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Conversazione con la professoressa Felicita Menghini Di Biagio

Presidente della Sezione FIDAPA di Viterbo

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a cura di Antonella Cesari

La sezione Fidapa di Viterbo celebra questa sera (8 marzo 2018) la ricorrenza più importante dell’anno sociale: la “Cerimonia delle Candele”. Un momento particolarmente significativo della vita associativa per  “…riscoprire la leggerezza, l’eleganza, la compostezza di chi sa nutrire e coltivare pensieri grandi, di chi sa volare alto insieme alle proprie idee.. per  rinnovare l’impegno di contribuire a valorizzare la donna e le sue potenzialità”.

Da alcuni mesi la professoressa Felicita Menghini di Biagio è la nuova Presidente della sezione di Viterbo di FIDAPA BPW Italy (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari).

Abbiamo chiesto a lei di accompagnarci in un viaggio nel tempo e nello spazio per conoscere più da vicino FIDAPA  e comprendere il senso profondo della cerimonia delle Candele che sarà lei a presiedere questa sera. 

La cerimonia evoca l’unione simbolica di tutte le socie che oggi vivono in novanta paesi dei cinque continenti ed è anche il momento destinato all’ingresso ufficiale delle nuove socie.

La luce diffusa dalle candele suggella l’impegno delle donne Fidapa: portare la luce dove non c’è, dove altre donne, sotto cieli lontani o vicini, non godono di diritti e dove permangono battaglie difficili da vincere. 

Felicita Menghini Di Biagio è nata a Montefiascone ma vive a Capodimonte (VT). Laureata in scienze biologiche, ha insegnato Scienze Naturali  negli Istituti Superiori.  Intere generazioni di studenti, ormai adulti, la ricordano così:  “Oltre alle scienze naturali  ci ha insegnato  a saperci guardare intorno, ad avere uno sguardo curioso e intelligente sul mondo e sulle persone. Ci ha insegnato a pensare e ad imparare, a capire, ricordare, approfondire, confrontare, intercettare le novità…”.

Autentica figlia della terra etrusca, della quale va orgogliosa, appassionata di temi naturalistici e storici, si è interessata, nel corso degli anni a problematiche ambientali  del Territorio della Valle del Lago di Bolsena e delle zone limitrofe, nonché a tematiche storiche  riguardanti in particolare la famiglia dei Farnese e gli influssi della loro presenza  nel Patrimonio di San Pietro. 

Quando, dove e perché nasce FIDAPA?

FIDAPA nasce negli Stati Uniti  per rispondere alle difficoltà e alle esigenze di una società sconvolta dalla guerra, che avevano spinto le donne in attività lavorative fuori dall’ambito familiare.
Durante la prima guerra mondiale, infatti, gli uomini, impegnati nei più diversi servizi bellici, dovettero abbandonare i propri posti di lavoro, creando un vuoto produttivo che poté essere colmato reclutando donne capaci di sostituirli. La prova di serietà e di impegno che le donne seppero dare fu così convincente che, al cessare delle ostilità, il Governo degli Stati Uniti d’America ritenne opportuno non disperdere tanto utili e produttive energie. Esso, infatti, stanziò una cospicua cifra per l’organizzazione delle forze del lavoro femminile (YWCA), affidandone il reclutamento alla dott.ssa Lena Madesin Phillips, donna dalla personalità quanto mai interessante e complessa. Nata a Nicholasville nel 1881, si era dedicata allo studio del pianoforte e della composizione, ma poi, attratta dal diritto, nel 1917 aveva conseguito la laurea in legge nell’Università del Kentucky e si era dedicata alla professione forense.

La federazione italiana.  Nell’estate del 1929, al ritorno della prof.ssa Maria Castellani dagli Stati Uniti d’America – dove si era recata per un ciclo di conferenze e per prendere parte al Congresso della Federazione Statunitense – i tre circoli Roma, Milano e Napoli fondarono la Federazione Italiana e ne elessero Presidente Nazionale la stessa prof.ssa Maria Castellani.
La neo- federazione fu invitata dalla Confederazione Nazionale dei Professionisti a consociarsi con il nome di Associazione Donne Professioniste ed Artiste, con scopi di assistenza e cultura, e le furono garantiti appoggi organizzativi e finanziari.  Per saperne di più clicca qui 

Un percorso lungo un secolo quello di FIDAPA … In che modo, oggi, la federazione italiana intercetta le aspirazioni e cerca di dare risposte ai  problemi e alle esigenze delle donne di oggi?

Oggi FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari) é un’associazione composta, in Italia da 11.500 Socie ed appartiene alla Federazione Internazionale IFBPW (International Federation of Business and Professional Women). É articolata in 277 Sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale, raggruppate in 7 Distretti. Per esempio il Distretto Centro, di cui fa parte la sezione di Viterbo che presiedo,  comprende la Toscana,  l’Umbria, le Marche e il Lazio. Attualmente la B.P. W. Internazional, svolge molteplici compiti, avvalendosi di socie altamente qualificate che fanno parte di Commissioni permanenti quali: Agricoltura, Ambiente, Commercio e Tecnologia, Legislazione, Proselitismo, Rapporti con l’ONU, Salute, Sviluppo-Formazione-­Impiego. E’ organo consultivo di prima categoria presso le Nazioni Unite; collabora con la F.A.O., l’U.N.E.S.C.O., l’I.L.O., l’O.M.S. (agenzie che si dedicano rispettivamente ai problemi dell‘alimentazione, della cultura,del lavoro e della sanità).

La nostra missione principale è quella di valorizzare le competenze e la preparazione delle socie indirizzandole verso le attività sociali e culturali che favoriscono il miglioramento della vita, anche lavorativa, delle donne. Le nostre attività puntano ad  incoraggiare e sostenere le donne e le ragazze a sviluppare il proprio potenziale professionale e di leadership, ad  impegnarsi nell’istruzione e nella formazione permanente, ad  usare le proprie capacità per il bene degli altri, a livello locale, nazionale e internazionale. Tra gli obiettivi principali anche quello di promuovere reti di lavoro e cooperazione fra donne d’affari e professioniste  e contemporaneamente favorire progetti non-profit che aiutino le donne ad ottenere l’indipendenza economica.

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… La mia intelligenza? Più che mediocre. I miei unici meriti sono stati impegno e ottimismo. […] L’assenza di complessi psicologici, la tenacia nel seguire la strada che ritenevo giusta, l’abitudine a sottovalutare gli ostacoli – un tratto che ho ereditato da mio padre – mi hanno aiutato enormemente ad affrontare le difficoltà della vita. Ai miei genitori devo anche la tendenza a guardare gli altri con simpatia e senza diffidenza.

Rita Levi-Montalcini (Premio Nobel per la medicina)  

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Questa sera la sezione FIDAPA di Viterbo celebrerà la CERIMONIA DELLE CANDELE. Qual è il senso profondo di questo evento? Come e quando nasce?

 Nell’inverno del 1942, in un momento tragico della storia dell’Europa e del mondo, la Presidente fondatrice della BPW, Léna Madesin Phillips, riferendosi ad uno degli obiettivi che aveva fissato per orientare l’azione della nostra federazione, cioè “stabilire dei legami di amicizia con le donne di tutto il mondo”, e convinta che una partecipazione più attiva delle donne alle decisioni, sarebbe stato una garanzia di pace, volle creare un simbolo concreto riferito al suo pensiero; per questo istituì, nei giorni più cupi della seconda guerra mondiale, la Cerimonia delle Luci. Questo rito fu introdotto durante la notte internazionale. Ogni nazione, la cui delegata ne raccontava la storia, era rappresentata da una candela accesa, che veniva spenta se il paese che rappresentava era in guerra. Restavano accese solo le candele dei paesi liberi. Con questo gesto Léna Madesin Phillips ricordava, ai suoi compatrioti americani, le sofferenze dell’Europa e manteneva viva la fiamma della speranza. Così è nata la tradizione che vuole ogni anno le socie della BPW International riunite, anche in date differenti, per far vivere la speranza in tutte le donne che nel mondo sono vittime di ingiustizia e sono private della libertà a causa di conflitti.

Le candele simboleggiano le ambizioni e gli sforzi delle donne impegnate nell’Associazione, in ogni paese del mondo. Ogni candela BIANCA rappresenta una Federazione. Ogni candela BLU rappresenta un Paese in cui vi è almeno un Club associato e le candele ROSA rappresentano le Socie individuali. Alla fine della Cerimonia delle Candele, accendiamo l’ultima candela: la candela Verde del FUTURO, che viene accesa dalla Socia più giovane. La luce diffusa dalle candele suggella l’impegno delle donne Fidapa: portare la luce dove non c’è, dove altre donne, sotto cieli lontani o vicini, non godono di diritti e dove permangono battaglie difficili da vincere. 

La cerimonia delle candele non è una cerimonia qualunque! Per questo la Federazione Nazionale  definisce un Protocollo  che ciascuna sezione locale è tenuta a rispettare. Viene lasciata alle singole sezioni la  libertà di scegliere il giorno nel quale celebrare la Cerimonia. La sezione di Viterbo ha scelto l’8 marzo come giornata dedicata a questo particolare evento. Tra i momenti suggestivi quello in cui vengono eseguiti l’inno europeo, l’inno italiano e l’inno di FIDAPA (per ascoltare l’inno di FIDAPA clicca qui)

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È giusto che i giovani cerchino modelli a cui rifarsi. A malincuore mi accorgo che spesso la ricerca è di basso livello, una pop star piuttosto che un personaggio da reality. Certo, le persone con poco spessore sono più facili da interpretare e imitare. Ma ai giovani direi di non aver paura a puntare in alto.

Nadine Gordimer (Premio Nobel per la letteratura) 

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Che cosa significa per Felicita Menghini ricoprire il ruolo di Presidente della sezione FIDAPA di Viterbo? Come è arrivata la nomina? Quali i progetti per il biennio di presidenza?

Sono molti anni che partecipo alle attività di FIDAPA e mi definisco una  “Fidapina” convinta.   Possiamo dire che lo scopo principale di FIDAPA non è quello di fare beneficenza da un punto di vista economico ma promuovere  una sorta di “beneficenza di carattere culturale e mentale”… Tante delle risorse di FIDAPA, umane e non solo, vengono impiegate per attivare processi e progetti che facilitino l’apertura mentale della donna, la sua crescita emotiva, intellettuale e culturale. È fondamentale che la  donna sia consapevole dei propri punti di forza e del proprio potenziale (competenze e abilità).

Sono Presidente dall’ottobre 2017. La mia nomina è stata votata all’unanimità! L’incarico è biennale e perciò resterò in carica fino al 2019. Devo dire che è un’esperienza avvincente, grazie soprattutto alla professionalità e all’affidabilità delle collaboratrici del  direttivo e  all’impegno delle socie, donne che scopro straordinarie e che, da Presidente, ho la possibilità di conoscere meglio.

Posso dire di essere orgogliosa di coordinare questo gruppo. Nella provincia di Viterbo FIDAPA ha due sezioni, Viterbo e Civitavecchia.  Le socie della nostra sezione di Viterbo provengono prevalentemente dal capoluogo, da alcuni paesi dell’Alto Lazio (Montefiascone, Bolsena, Marta, Capodimonte) e da alcuni paesi della Cimina. Le socie sono impegnate in differenti ambiti professionali, sia come libere professioniste che come impiegate (donne medico, donne architetto, insegnanti, pensionate della scuola  e della pubblica amministrazione… ). 

In  questi  miei primi mesi  da Presidente  abbiamo già partecipato ad alcune iniziative in collaborazione con Enti ed Associazioni. Tra le più significative la giornata del 25 novembre  2017 dedicata alla  lotta contro la violenza sulle donne, in collaborazione con il Comune di Viterbo, grazie all’impegno di una nostra socia che è delegata alle pari opportunità.  Purtroppo la violenza sulle donne è un altro male della nostra società.  Non sempre l’uomo accetta la libertà della donna e in certi casi  la libertà della donna  è una sorta di “libertà condizionata”. Sicuramente eventi di questo tipo sono importanti.  Quando la donna sente parlare di questi argomenti  si sente più forte perché capisce che è un problema che tutte le donne avvertono e fortunatamente anche molti uomini. Non solo la donna ma anche gli uomini si debbono fare carico di questo problema. Qui è in gioco la dignità della persona e l’uomo illuminato, l’uomo intelligente deve combattere insieme a noi questa battaglia. Soprattutto,  la totalità del discorso non può essere legato ad una circostanza, ad un evento ma deve essere costantemente presente, ogni giorno dell’anno.

La sezione FIDAPA di Viterbo ha partecipato inoltre alle celebrazioni in ricordo della Prima guerra mondiale… abbiamo proposto una riflessione sul  ruolo delle donne, delle mogli e delle madri, del loro  farsi carico delle responsabilità familiari e delle attività lavorative dei mariti inviati al fronte…

Molti i progetti in cantiere da qui alla fine del mio mandato, nel 2019. Sicuramente il più interessante e sfidante sarà il gemellaggio della sezone FIDAPA di Torino con la Sezione FIDAPA di Orvieto, dalla quale provengo e dove ho  collaborato  attraverso diversi  progetti culturali.

Nel 2019 celebreremo i 480 anni dalla nascita a Baschi (Orvieto) del grande architetto Ascanio Vitozzi che non fu solo architetto militare. È al Vittozzi, infatti, che rimane legato lo sviluppo edilizio di Torino perché gli fu dato l’incarico della planimetria di tutto il quartiere centrale di Torino, da Piazza Castello, che egli disegnò con i primi portici, a Via Nuova (attuale Via Roma). È mia intenzione coinvolgere in questo gemellaggio anche la sezione di Viterbo.

Debbo dire che, in progetti culturali di particolare rilievo, la capacità di creare sinergie e collaborazioni tra Sezioni, per sostenere al meglio le iniziative, non è mai venuta meno.

Felicità Menghini  eletta all’unanimità! Perché? 

Penso che la scelta che le socie hanno fatto su di me sia riconducibile  al fatto che  ormai, da diversi anni, i miei studi e le mie conferenze  sono dedicata alle figure femminili del rinascimento e non solo… Come studiosa dei Farnese e dopo aver curato la scrittura di alcuni libri sui Farnese, era inevitabile che accanto a Giulia Farnese  ci fossero anche  Lucrezia Borgia, Vittoria Colonna, insomma le protagoniste della storia femminile rinascimentale che  ha riguardato Viterbo e la nostra provincia.  Insieme ad alcune “fidapine” delle sezioni toscane abbiamo curato alcuni studi  anche sulle donne etrusche.   Sono stata sempre affascinata da una caratteristica femminile  che riguarda tutte le donne, a prescindere dalla condizione sociale: il famoso “sesto senso”, come lo chiamavano le nostre nonne, quella capacità intuitiva  di capire tante cose,  semplicemente a partire dall’esperienza della vita e che niente ha a che fare con l’istruzione!  Riguarda la saggezza del tempo e l’esperienza della vita,   quella che noi chiamiamo l’intelligenza “di sapersi comportare”, di saper capire, quella che porta al rispetto di se stessi, degli altri, della vita.

Tra i momenti più belli della mia giornata ci sono “le quattro chiacchiere tra donne” scambiate dal fornaio o durante la fila in un negozio o in un ufficio… il più delle volte sono conversazioni con persone anziane che hanno attraversato la vita e sono piene di quella  saggezza  che non è altro che la somma dei dolori che hanno passato e delle gioie  che hanno vissuto…  Non faccio mistero di questo mio modo di essere donna e di rapportarmi con le donne… Forse è questo il motivo per cui le “Fidapine” mi hanno eletto all’unanimità!!

 

E  per il futuro delle nuove generazioni?  Possiamo essere fiduciosi?  Sono e voglio essere ottimista! Se penso ai cambiamenti e alle trasformazioni culturali che hanno segnato i rapporti  con le nostre mamme, possiamo  affermare che non sono stati certamente cambiamenti epocali come quelli a cui assistiamo noi e che viviamo nel rapporto con le nostre figlie. Tuttavia vedo tante giovani donne intraprendenti, piene di voglia di fare e di crescere come persone e come professioniste… Dobbiamo imparare anche a rapportarci con  le novità  e in alcuni casi accettare i cambiamenti… anche perché  non si può tornare indietro ma soltanto cercare di capire per  andare avanti.

Imparare a rapportarsi con il proprio tempo… ma ci sono valori a cui non possiamo rinunciare? Una parola chiave da  salvare? La parola “Rispetto”. Per me è fondamentale!  Il rispetto, così ho insegnato a mia figlia,  ti apre tutte le porte. Anche di fronte all’ostilità e alla diffidenza, il rispetto, alla lunga, caratterizza la persona che ha una marcia in più. Io sono stata tanti anni nella scuola.  Ho sempre rispettato i miei alunni ma ho sempre  fatto in modo che il rispetto fosse reciproco. Non sempre con le persone è possibile instaurare un’amicizia profonda. L’amicizia non viene dall’alto, presuppone una simpatia, un’empatia, un entrare in comunione di qualcosa che uno ha insieme, un modo  di vedere la vita nella stessa maniera. L’amicizia è un grande regalo che la vita può riservarci. Il rispetto e l’educazione  verso tutti sono, invece, i presupposti di qualsiasi convivenza civile. 

 

Per concludere…  Quali  gli eventi, le circostanze e le persone  più significative nel percorso umano e professionale di Felicita Menghini?  Sono nata a Montefiascone nel 1943 ed ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia in cui mio padre, che era un uomo di grande intelligenza,  credeva nella donna.  Quando mia madre disse “Abbiamo già due figli maschi all’Università. Per Felicita  il diploma  è già tanto” -mio padre  replicò- “ No, lei deve andare avanti e farsi una strada…”. Erano gli anni ’60.  Così anch’io, come mio fratello Alessandro, mi sono laureata presso l’Università di Perugia in scienze biologiche e naturali, frequentando contemporaneamente un corso di assistente sociale con l’Onarmo, sempre a Perugia.  

Sono molto riconoscente a mio padre che per primo ha creduto in me, mi ha dato fiducia e quella fiducia, custodita e nutrita da parte mia con l’impegno di far bene, mi ha permesso di avere fiducia in me stessa e di diventare quella che oggi sono.

Chiesa di San Flaviano, (particolare)-Montefiascone (VT)

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Non è l’attrazione dell’altro sesso che mi attira in lei, no, soltanto lei, tutta la sua persona con tutte le sue qualità hanno incatenato il mio rispetto, i miei sentimenti tutti, la mia sensibilità intera.

Ludwig Van Beethoven

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