Sandra Mavaracchio con la nipote Federica
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La tecnica del merletto è tutta volta a riprodurre la bellezza…Una brava merlettaia deve mirare alla perfezione del manufatto. Essendo un lavoro manuale questo livello non può essere raggiunto, ma è quello a cui si punta ogni volta che si vuole realizzare un merletto. La merlettaia farà di tutto per raggiungere l’eccellenza. Manualità, attenzione, conoscenza tecnica, sono le abilità necessarie ad una brava merlettaia. Tuttavia al primo posto c’è l’abilità delle mani ma anche una buona vista non è da sottovalutare.
Sandra Mavaracchio
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L’intervista è stata realizzata dalla nipote Federica Zane
Ho iniziato a coltivare l’arte del merletto ad ago dall’età di otto anni, seguendo la tradizione artigiana della mia isola natale – Burano (VE) – tramandatami da mia nonna e mia mamma. All’inizio era un gioco, poi è nata la passione ed è diventato anche un lavoro.
La mia prima creazione è stata una strinsola – fiore a cinque petali.
Terminata l’allora scuola dell’obbligo -quinta elementare-, ho cominciato a lavorare a orditura, con macchina a pedale Singer.
Oltre a perfezionarmi nei vari “punti” del merletto, mi sono cimentata nel disegno su carta oleata e nella relativa orditura dello stesso, richiamandomi ai modelli “classici” di ispirazione religiosa, floreale o faunistica, ma anche ideando nuovi soggetti.
Dopo circa quarant’anni dedicati a collaborazioni con negozi e atelier, dal 1997 ho svolto, presso il Museo del Merletto di Burano, attività di dimostrazione della tecnica del merletto ad ago.
Sandra Mavaracchio con l’anziana mamma maestra merlettaia, Adelina Molin
Durante i corsi di merletto organizzati dai Musei Civici veneziani svoltisi negli anni I998, 2000, 2001, 2002 presso il Museo del Merletto di Burano e presso il Museo di Palazzo Mocenigo a Venezia, ho ricevuto l’incarico di insegnante dalla direzione del museo…. Continuo ancora a collaborare in occasione dell’organizzazione di eventi e manifestazioni legate alla valorizzazione e alla trasmissione dell’arte del merletto.
Tra le collaborazioni più recenti e significative quella in occasione della Mostra “MARIA GRAZIA ROSIN Merletto frattale” curata dalla dott.ssa Chiara Squarcina con Artlife for the World e svoltasi presso il Museo del Merletto di Burano clicca qui
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ll merletto di Burano è uno dei più rinomati merletti al mondo, di tradizione plurisecolare e specifico dell’isola di Burano, nella laguna di Venezia. La tecnica che caratterizzò la scuola del merletto di Burano fu il punto in aria, eseguito con l’utilizzo di solo ago e filo, senza alcun supporto. I merletti originali di Burano si distinguono per l’estrema complessità del disegno e della tecnica esecutiva, l’utilizzo di fili (di cotone, lino, seta, dorati o argentati) molto sottili, e di conseguenza una lavorazione estremamente lunga, per la quale è d’obbligo uno studio ed un’applicazione spesso pluridecennale. Per saperne di più clicca qui
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Nella lavorazione del merletto prevale l’aspetto della tecnica, della disciplina, della passione per ciò che si fa? Che altro? In che modo questi aspetti si integrano e interagiscono tra loro?
Prima di tutto c’è la passione! Senza la passione non si prosegue a lungo, soprattutto in un mondo che va di corsa come il nostro! La lavorazione del merletto richiede molte ore di impegno e molta pazienza. L’attenzione è necessaria perché, essendo questo un lavoro creativo, devi sentirtelo dentro, crearlo con soli ago e filo, e non è possibile farlo in modo superficiale.
La tecnica e la disciplina si sviluppano con il tempo. La tecnica richiede una perfezione che solo anni di esperienza possono rendere in modo efficace. La disciplina è fondamentale: più una merlettaia affina la tecnica, più aumenta l’esperienza e l’eccellenza del lavoro finito. Bisogna avere passione e voglia di continuare ad apprendere e migliorare … occorrono ore ed ore di pratica. L’esperienza non è mai troppa! (Nonna Sandra ride….)
Preferisci lavorare da sola o in compagnia? Quando lavori da sola qual è l’ambiente che scegli?
Il merletto di Burano nacque e si diffuse come lavoro d’équipe. Nella realizzazione dei manufatti di una certa importanza, ogni fase e ciascuna parte della lavorazione veniva affidata a più merlettaie, a seconda del livello di esperienza richiesto dalla specificità del lavoro commissionato.
Per la mia esperienza preferisco lavorare in compagnia. Stare insieme aiuta a sviluppare conoscenze nuove, ci fa apprendere quello che magari ad un’altra merlettaia riesce meglio o che ha addirittura scoperto. È un’importante confronto, fonte di scambi, molto rilevanti, di competenze.
Lavorare insieme mi permette anche di valutare il mio lavoro con persone che hanno la mia stessa passione e la stessa esperienza. Con loro comprendo se e in che modo sto migliorando, quando ogni piccola parte del lavoro è omogenea e perfetta nella tecnica.
Nel tempo sono riuscita ad essere autonoma dal punto di vista della progettazione e della totale realizzazione del manufatto.
La mia predilezione cade sul punto Burano: “rede”. Esso, proponendo un mix tra classico e arte contemporanea, permette infatti di essere utilizzato sia come complemento d’arredo e d’ abbigliamento, oltre a prestarsi alle più svariate composizioni in ambito artistico e di moda. La pratica e l’esperienza è tutto nell’arte del merletto. La capacità di attenzione, concentrazione ed osservazione sono molto importanti, per rendersi conto dei propri sbagli tecnici e migliorarli.
La rede è il punto Burano. Si esegue solitamente con un filo più sottile (n.80 o n.100). Il risultato é un punto che richiama la rete fitta dei pescatori buranelli per il pesse novello, ‘a rede. È il pesce di piccola taglia, che i pescatori buranelli pescano in primavera con reti a maglia fitta. Questi pesciolini vengono poi portati nelle valli da pesca per la crescita e riproduzione.
Lavoro volentieri anche da sola, a casa mia. Pratico il merletto al pomeriggio, vicino ad una finestra in modo che la luce naturale possa entrare. Il lavoro è organizzato in base al pezzo che deve essere realizzato, quanto lavoro richiede e che tipo di punti bisogna fare. Ad esempio, è meglio lavorare la rete (n.d.r. punto Burano, realizzato con filo n.100) quando la luce è maggiore. Lavoro dalle tre alle sei ore, dipende dalla giornata e da quali altre attività devo fare durante il giorno. Un po’ di anni fa lavoravo anche sette o otto ore, un po’ magari anche durante la sera, ma da qualche anno ho allentato un pò i ritmi. La musica mi accompagna sempre, non lavoro mai in completo silenzio.
Ci potresti descrivere le emozioni, i pensieri e gli stati d’animo che ti accompagnano durante il tuo lavoro?
Mi pervade un sentimento di gioia perché sto realizzando una bella cosa con le mie sole mani e questo è già abbastanza. È la passione per quello che si realizza che fa la differenza. L’arte del merletto è un lavoro anche estremamente creativo. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare o che si può aggiungere o creare. I punti variano, le merlettaie più brave ne inventano di nuovi e i disegni che produco seguono lo stesso concetto. Perciò a volte prevale lo stupore, la meraviglia per ciò che si crea… È un po’ essere bambini… La tecnica del merletto è tutta volta a riprodurre la bellezza. Nell’arte del merletto, il gusto estetico e del bello si può apprendere, imparando ad osservare, guardare, toccare e apprezzare ciò che si fa e che si ha tra le mani. Per questo serve però una conoscenza di base, appresa prima! Da lì in poi una persona sviluppa la sua capacità estetica e la sua capacità critica. La soddisfazione alla fine pervade!
Tre generazioni di “buranelle”: da sinistra, Sandra Mavaracchio, la mamma Adelina Molin e la nipote Federica Zane.
Ci parli di tua nipote Federica…. Che cosa provi nel vederla particolarmente motivata a seguire la tua professione? È una grande soddisfazione vederla portare avanti questa tradizione propriamente nostra.
Ho imparato guardando la mamma e le nonne, osservando il movimento delle loro mani e, nel dettaglio, il prodotto finito per carpirne le informazioni necessarie. Ancora oggi si procede all’insegnamento in questo modo.
Federica con me cerca di fare questo. Osservare e imitare tutte le fasi di lavorazione del merletto. Dalla prima, che comprende il disegno e l’orditura del lavoro, quella in cui sono più esperta, proseguendo attraverso tutte le altre, la lavorazione dei punti, la fase del rilievo e infine la fase della staccatura e della pelatura.
Quello che dico sempre a Federica è che la lavorazione del merletto può essere portata avanti solo se diventa una vera passione, ma per i giovani che sono nati dalle nostre parti, almeno la conoscenza base dell’arte del merletto di Burano li renderebbe ancora più orgogliosi del loro territorio e della loro storia.