Pubblicato il 12.01.2017
Pubblicato il 12.01.2017
La testimonianza di Marisa Peruzzo può essere considerata una “buona pratica” di innovazione didattica, ancora oggi valida e stimolante … per una scuola che vuole incontrare il territorio, che vuole qualificare la didattica e vuole aiutare i bambini ad essere felicemente competenti e istruiti per la vita e per la società … Marisa Peruzzo, oggi in pensione, è stata una insegnante “contagiosa”, che ha creduto e crede sul serio alla formazione e alla cultura come risorse e vie sicure per accompagnare ogni individuo al proprio sviluppo personale e al senso vivo e responsabile di comunità.
Ci trovavamo a percorrere la strada, tra le dolci e ridenti colline, che da Tuscania conduce a Piansano, quando il nostro sguardo catturò un’immagine alla quale non fummo in grado di dare una spiegazione: dalle travi di un ricovero costruito di tavole di legno pendevano, ad essiccare, delle strane forme. Di che poteva trattarsi? Non ne avevamo viste mai di quel tipo ed escluso da subito essere foglie di tabacco! Mio marito invertì la direzione di marcia per avvicinarsi e osservare meglio. Per nostra fortuna scorgemmo lì vicino un signore.
Sostammo e ci avvicinammo per chiedere spiegazioni. Fu così che iniziammo una piacevole e molto interessante conversazione con il signor ROSEO DE CARLI detto “LO STARNOTTO” di Piansano – Viterbo. Innanzi tutto ci spiegò che quelle strane cose che vedevamo appese erano stomachi di agnello messi ad essiccare allo scopo di utilizzare gli enzimi, in essi contenuti, come caglio naturale per la produzione del formaggio. Poi ci fece conoscere delle erbette primaverili spontanee commestibili, i raperonzoli. Dulcis in fundo ci invitò a recarci in paese, per l’appunto a Piansano, per farci assaggiare il vino di sua produzione. Ci accompagnò all’interno di una grotta naturale costruita nel tufo e lì ci offrì il suo Aleatico.
Sul tavolo notammo una scritta molto originale e interessante “ODE AL VINO DI PIANSANO” di ENNIO DE SANTIS. Ci disse che l’autore era un amico suo, un pastore, poeta, pittore compaesano, che aveva pure pubblicato un libro di poesie, del quale ce ne volle regalare una copia. La accettammo di buon grado. Quanta cultura, generosità e sensibilità in una persona così semplice!
Terminata la vacanza rientrai a scuola carica di un bagaglio culturale ed umano che non vedevo l’ora di condividere con i miei alunni di classe terza della Scuola Elementare Statale “Luigi Bottazzo” di PRESINA- PIAZZOLA SUL BRENTA –PADOVA.
Sono sempre stata fermamente consapevole e convinta che i valori, i sentimenti, le emozioni e le esperienze che toccano ogni individuo nel suo essere più profondo possano e debbano essere trasmesse ad altri, anche attraverso il racconto. Soprattutto chi sta più vicino in situazione di vicinanza e di condivisione può giungere ad un personale arricchimento basato sulla motivazione e sull’entusiasmo per il desiderio di conoscere ed apprendere.
Al tempo dell’insegnante unica, la maggior parte delle attività didattiche erano basate piuttosto sulla trasversalità che su specifiche unità laboratoriali. Ciò significava che la lingua italiana poteva essere trasversale alle scienze, alla storia o altro, così come poteva avvenire per la matematica, la geografia, ecc .
In classe utilizzai il mio vissuto recente per approfondimenti geografici alla scoperta dei luoghi visitati: l’AMBIENTE COLLINARE, il LAGO DI BOLSENA, la FORESTA DEL LAMONE, la SOLFATARA DELLE PUZZOLE, la TUSCIA…
Attraverso i miei racconti i bambini si avvicinavano alla storia di quei luoghi: la VICENDA DI AMALASUNTA, il BRIGANTE TIBURZI, la TIRATURA DEL SOLCO DIRITTO DELLA PIANA DI VALENTANO e altro ancora.
Furono oggetto di studio scientifico e antropologico le attività legate alla PASTORIZIA, alla PRODUZIONE DI LATTE e FORMAGGIO e alle essenze arboree dei luoghi considerati.
L’aspetto poetico trovò ampio spazio e fu maggiormente approfondito. Ricordo la considerazione che facemmo assieme e che fu poi il filo conduttore di tutta l’attività nello specifico. L’ambiente naturale, la bellezza dei paesaggi, la semplicità delle persone, che in essi sono immerse a stretto contatto con animali piante, cielo e terra possono creare poeticità. Da qui siamo entrati nella lettura specifica delle poesie di Ennio De Santis, raccolte nel suo libro IN UN CAVO DI TERRA ed ampliato con interpretazioni, approfondimenti e considerazioni personali. Conservo, appuntati a margine, alcuni commenti riportati dai miei alunni di allora relativi ad alcune liriche…
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L’ALLODOLA
All’alba
già il falco
conosce la sua preda:
l’allodola
canta su in alto
dentro un raggio di sole.
Il commento degli alunni … “Per fortuna noi non siamo braccati come l’allodola!”
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SUL FILO
Stiamo come due pesi
agli estremi d’un filo
sul filo
d’una lama di ghiaccio.
Ci guardiamo a traverso
d’un taglio di gelo.
(Ennio De Santis)
Il commento degli alunni … “Talvolta o spesso il sole o un sorriso sciolgono il gelo o il ghiaccio”.
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OCCHI
Cieli gobbi
nuvole bucate
hanno acceso un lumino
e guidano nel buio.
(Ennio De Santis)
è piaciuta tantissimo ai bambini, in modo particolare l’espressione’ hanno acceso un lumino’
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FARFALLE
Tra il firmamento del prato
colorati solfeggi
incarnano
armonia di baci
sulla bocca dei fiori.
(Ennio De Santis)
Il commento dei bambini “immagini dolci e lievi”.
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AUTUNNO
Sfregolio di brandelli:
la mia terra si spoglia.
A braccia nude solleva
guanciali spumosi.
Il mio giorno ingrigia.
Mi adagio
nell’urna della sera.
(Ennio De Santis)
AUTUNNO e NATALE … sono le due poesie maggiormente gradite dai bambini, desiderosi di sentirle leggere più volte.
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NATALE
Sentivo frusciare nel vento.
Si spiumava la nebbia,
si frondavano nubi
o la barba del cielo
si agitava nel buio?
Al mattino
Vidi candido il mondo.
(Ennio De Santis)
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foto di Gioacchino Bordo
A questo punto tutti gli alunni, spontaneamente, hanno espresso il desiderio di poter fare conoscenza con questo poeta perché lo sentivano tanto vicino a loro : “Proprio come fosse un bambino come noi che ama godere della vita all’aria aperta!”
Suggerii loro che avrebbero potuto comunicargli tramite lettera le impressioni e richieste.
La proposta fu accolta felicemente e portata a termine con il piacevole INCONTRO CON L’AUTORE in occasione della consegna delle pagelle di fine Anno Scolastico, nel mese di Giugno 1979. Ennio De Santis, in persona, giunse tra noi da Piansano (Vt)!
Fu un incontro emozionante e stupendo per tutti, grazie alla generosità e disponibilità di ENNIO DE SANTIS, che rese omaggio, con dedica per ogni alunno del suo libro IN UN CAVO DI TERRA. Inoltre, nell’occasione lasciò in dono per la classe e per l’insegnante due sue opere pittoriche .
Giugno 1979. La classe terza della Scuola Elementare Statale “Luigi Bottazzo” di Presina- Piazzolla sul Brenta (PD) con la Maestra Marisa Peruzzo ed Ennio De Santis
Classe 1970 con l’insegnante Marisa Peruzzo
Oggi i bambini di allora sono adulti ultraquarantenni, che, contattati tramite WhatsApp, dimostrano e riferiscono di conservare il dono ricevuto e il piacevole ricordo dell’esperienza vissuta. Ora, come allora, si sentono particolarmente onorati e privilegiati per l’opportunità e per l’arricchimento ricevuto.
Alcuni di loro vanno fieri di poterlo raccontare ai propri figli!
Sento scaturire in me un profondo ringraziamento per Ennio De Santis, in primis, e per le persone tutte che hanno permesso la realizzazione di un’esperienza così importante e, oserei dire, unica nel suo genere.
Marisa Peruzzo
Piazzola sul Brenta, 11 Ottobre 2016