L’approccio autobiografico

LE NUOVE FRONTIERE DELL’APPREDERE IN ETÀ ADULTA

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L’adulto  non è forse colui o colei che ha una storia, e che proprio attraverso questa storia è in grado di affermare la propria identità e di progettare la propria (continua) formazione e tras-formazione per  migliorare il proprio  saper  essere nel mondo?

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PAROLE CHIAVE

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Approccio autobiografico, Apprendimento esperienziale,  Autoformazione educativa,  Competenze chiave, Pedagogia del patrimonio (identità & cultura locale)

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La competenza delle competenze sta nel saper condurre in maniera coerente e valida la propria vita nel contesto delle vicende che la sollecitano e spesso la sfidano in maniera particolarmente viva. 

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I percorsi di sviluppo personale e professionale focalizzati sulle competenze trovano nella scrittura autobiografica un valida alleata. Familiarizzare non solo con la dimensione del che cosa si racconta, ma anche con quella del come si racconta significa avere uno strumento prezioso per  ri-comprendersi, per potenziare la capacità di analisi e di riflessione sul proprio modo di agire, sulle proprie competenze, per  sviluppare una consapevolezza più solida e continuativa di sé, come adulti, per studiare il proprio modo di pensare e di pensarsi, di potenziare le proprie capacità di analisi delle difficoltà e dei problemi affettivi e relazionali. La costruzione dell’identità perciò, tanto di quella personale che comunitaria, sembra non  possa proseguire senza la capacità di narrare.

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“Ognuno di noi ha una storia del proprio vissuto, un racconto interiore, la cui continuità il cui senso è la nostra vita.

Si potrebbe dire che ognuno di noi costruisce e vive un racconto, e che questo racconto è noi stessi, la nostra identità.

Per essere noi stessi, dobbiamo avere noi stessi, possedere se necessario ripossedere, la storia del nostro vissuto.

Dobbiamo ripetere noi stessi, nel senso etimologico del termine, rievocare il dramma interiore, il racconto di noi stessi.

L’uomo ha bisogno di questo racconto, di un racconto interiore continuo, per conservare la sua identità, il suo sé”.

(O. Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, 1986)

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Gerard Ter Borch, Donna che scrive -1665

Fare esercizio di memoria autobiografica significa per prima cosa rievocare, cioè chiamare, dare voce ai ricordi, poi ricordare, riportare al cuore e quindi rievocare emozionandosi.  Il pensiero autobiografico, ossia il ricordo della propria vita e delle vicende delle comunità, è qualcosa di essenziale per noi, come ricordo di chi siamo stati e di chi siamo, senza il quale non avremmo neanche il senso della nostra identità. È legato a quel pensiero al quale costantemente ricorriamo per confermare il senso della realtà, e che ci fa dire, da quando apriamo gli occhi al risveglio, ogni giorno “ecco, questo sono io, questo è il luogo dove vivo, ecc..”. Il senso della nostra identità è quindi legato alla narrazione di noi stessi, è  un  conoscersi, un comprendere se stessi e il proprio progetto di vita, e questo processo è al tempo stesso capacità/possibilità di autoricostruzione, autorigenerazione e autopoiesi, itinerario di metamorfosi e trasformazione che si realizza lungo tutto l’arco della vita.

PERCHÉ L’APPROCCIO AUTOBIOGRAFICO

Chi sarebbe infatti l’adulto, se non colui o colei che ha una storia, e che proprio attraverso questa storia è in grado di affermare la propria identità e di progettare la propria (continua) formazione? L’approccio autobiografico viene sperimentato dall’educazione degli adulti  soprattutto nei contesti informali e non formali della formazione, investendo età diverse della vita rispetto ai percorsi dell’educazione formale:  da quelli del lavoro e della promozione delle culture locali e del benessere individuale, all’interno di programmi di educazione del pensiero e dell’intelligenza, delle emozioni, della reciprocità interculturale e delle differenze di genere…

L’AUTOBIOGRAFIA COME MODELLO PEDAGOGICO

L’autobiografia come modello pedagogico tocca quel vertice del processo formativo che è l’autoformazione, che implica fattori psicologici, sociali, storici pur rivissuti dentro un soggetto e dentro la sua storia. C’è autoformazione ogni qualvolta  la persona getta  uno sguardo consapevole sul mondo e su quel che siamo o siamo stati.

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Vittore Carpaccio, Sant’Agostino nello studio – 1502

L’AUTOBIOGRAFIA COME BISOGNO CONTEMPORANEO

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” Voi siete le vostre storie. Siete il prodotto di tutte le storie che avete ascoltato e vissuto, e delle tante che non avete sentito mai. Hanno modellato la vostra visione di voi stessi, del mondo e del posto che in esso occupate.” 

(Daniel Taylor, Le storie ci prendono per mano )

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L’autobiografia occupa uno spazio visibile e centrale, organico ed emblematico nella cultura contemporanea.  Il bisogno di autobiografia è un bisogno di formazione: di formarsi, di auto formarsi nella società  di oggi dove da un lato si enfatizza il ruolo dell’individualità caratterizzato dall’autonomia, dall’altro   il soggetto è un soggetto più debole, rispetto al passato, sempre in itinere, indebolito, carico di storia, ma soprattutto della propria storia. Da questo scaturisce il bisogno di autobiografia come bisogno di  formazione: di formarsi, di auto formarsi. È l’esigenza di  dare ordine e senso al proprio io/sé. Di ripensarlo di ri-orientarlo, di possederlo a livello di maggiore autonomia e consapevolezza.

METTERE IN MOVIMENTO LE PERSONE E LE COMUNITÁ ... SCOPRIRSI SIMILI & UNICI

In questa prospettiva l’approccio autobiografico tiene conto di tre livelli. Il primo livello è individuale, è appunto quello  dell’autobiografia vista da un punto di vista interno. Il secondo livello è  di tipo collettivo e sociale, mentre il terzo è un livello propriamente storico.

Ciò permette  una articolazione tra l’ “essere simili”, appartenere  cioè ad una collettività e  “essere diversi”, possedere cioé  una propria originalità. È questo il movimento che permette di  prendere  in considerazione la dimensione sociale e promuovere il senso individuale e collettivo di appartenenza.

LE STRATEGIE AUTOBIOGRAFICHE

Le strategie autobiografiche utilizzate sono quelle del colloquio, dell’intervista, dell’autopresentazione biografica, del ricorso a documenti e testimonianza della propria storia personale come fotografie, lettere, oggetti, testi di canzoni o poesie, del disegno e della pittura …. 

La parola scritta viene così  associata e integrata  con altri codici, tra i quali il  linguaggio estetico, fotografico, cinematografico, letterario, musicale.

René Magritte, Clear Ideas – 1958

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Il circolo di studio è una attività fatta non solo per la gente, ma attraverso la gente.

Esso rappresenta un metodo che deve consentire alle persone di tener vivo e far crescere l’impegno e la capacità di creare vita e cultura

Oscar Olsson 

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QUESTIONE DI FEELING ... CON LE STORIE DELLE PERSONE E DELLE COMUNITÁ

Bilancio positivo per i Circoli  di Studio Virtuali attivati nei mesi scorsi!

La sfida rimane quella di progettare e sperimentare, nei contesti non formali ed informali di apprendimento, ambienti integrati blended learning che favoriscano la personalizzazione  e l’ accompagnamento all’autoformazione. L’obiettivo è quello di  offrire un contributo  innovativo, creativo e di qualità  al benessere della persona e alla sua capacità di coinvolgersi in processi attivi, partecipativi e collaborativi di apprendimento.  Attraverso l’ approccio autobiografico e la pedagogia  del patrimonio,  le  attività dei circoli di studio hanno  come obiettivo principale quello di promuovere processi riflessivi e cognitivi orientati a valorizzare l’ esperienza di vita personale in una prospettiva di maggiore  consapevolezza di sé  e  di senso di appartenenza alla comunità.

1/ CIRCOLO DI STUDIO MATRIMONIO & DINTORNI

Risonanze di donna clicca qui 

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Storie di vita… i giorni delle spose clicca qui 

Studi e documenti clicca qui 

Donne & Spose in Svezia clicca qui

2/ CIRCOLO DI STUDIO LA VOCE DEL SILENZIO

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Il linguaggio del silenzio clicca qui 

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I luoghi del silenzio clicca qui 

La luce del silenzio clicca qui 

3/ CIRCOLO DI STUDIO MUSA PIANSANESE

Ennio De Santis … Abisso e Ala clicca qui 

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Antonio Mattei … “Questa è la rocca di Piansano” clicca qui 

Grazia Stendardi … Cosa vorrei clicca qui 

APPROFONDIMENTI

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