18 Mag L’arte di saper invecchiare ….
a cura di Antonella Cesari
coordinamento rete svedese e traduzioni Siv Schonberg
- Arriverò ad essere vecchio?
- E quando sarò vecchio?
- La mia vecchiaia sarà un sereno dispensare saggezza nella pace e circondato dall’affetto dei miei cari o piuttosto il persistere di una condizione di solitudine, di malattia o magari di qualche forma di demenza?
- Come ho passato gli anni che ho vissuto?
- Come posso vivere bene i prossimi, ultimi anni?
- La vecchiaia è soltanto la conclusione della vita, dopo la quale non viene più nulla?
- La vecchiaia può avere un senso buono e profondo?
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Nella vecchiaia ci si riscalda con la legna che si è raccolta durante la giovinezza
Proverbio africano
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- La terza età va considerata come una fase di inevitabile declino e progressivo ritiro dalle dinamiche sociali e professionali oppure, attraverso le mutate condizioni della persona, è possibile concepire questa fase della vita come una possibile risorsa e opportunità per tutti, a partire da chi con la persona anziana entra in rapporto?
- Per quanto riguarda l’anziano stesso, quali interessi coltivare, quali comportamenti assumere per salvaguardare la propria indipendenza e il proprio senso di autonomia?
Acquista cosa nella tua gioventù che ristori il danno della tua vecchiezza.
E se tu intendi la vecchiezza aver per suo cibo la sapienza,
adoprati in tal modo in gioventù, che a tal vecchiezza non manchi il nutrimento.
Leonardo da Vinci
Sicuramente le persone devono a se stesse il fatto di essere il più possibile sane e attive. Tuttavia “la capacità e la possibilità di abitare i luoghi e le età della vita” diventano strategiche anche per costruire un benessere condiviso che sappia rimettere in relazione le generazioni e i contesti. Le esperienze e le testimonianze proposte intendono favorire una riflessione sul tema dell’invecchiamento e della terza età, a partire da due prospettive, in apparenza distanti, che si rivelano tuttavia strettamente interconnesse…
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La scrittura autobiografica come luogo d’incontro con se stessi
La scrittura autobiografica e l’immaginazione narrativa costituiscono la via privilegiata per arrivare all’incontro profondo con se stessi e con la propria storia personale. È il percorso che ha scelto di percorrere e di cui si fa interprete Elettra De Maria, che dopo il libro “Il volo della farfalla”, ha presentato lo scorso 10 aprile a Montefiascone il suo ultimo romanzo, Natale con gli Olmi.
Una testimonianza autentica di come la scrittura possa essere considera uno spazio protetto dove incontrare i pensieri, le speranze e le paure che hanno accompagnato le esperienze spesso dolorose e traumatiche della vita, nel tentativo di rielaborarle e scegliere finalmente di reagire, rialzarsi, ricostruire la propria autonomia e continuare a vivere dignitosamente..
Con grande disponibilità e generosità Elettra De Maria ha accettato di condividere con Geapolis la sua esperienza di scrittrice e di “persona” in cammino e in ricerca del senso profondo e ultimo della vita…
Elettra De Maria presenta così il suo libro: “Natale con gli Olmi è ambientato “in una casa di riposo per anziani, il luogo dove non resta che fare i conti con la propria vita per cercare di capirne il senso e in cui l’unica meta vera che si dovrebbe aver raggiunto è la saggezza senza la quale nulla ha avuto senso”.
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1/ Intervista a Elettra De Maria clicca qui
2/ Ancora qualche domanda ad Elettra De Maria…. L’ intervista continua… clicca qui
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Le residenze per anziani e i legami con il contesto di riferimento
Il romanzo di Elettra De Maria affronta le tematiche legate all’invecchiamento, in particolare la perdita di autonomia e l’ingresso nel circuito della “long term care” (lunga degenza), dove la vera sfida non è solo quella sanitaria assistenziale, ma anche quella relazionale-educativa che consente alla persona di rimanere persona fino alla fine.
È sorprendete come le descrizioni della casa di riposo “Parco degli Olmi” coincidano perfettamente con gli ambienti e l’organizzazione della casa di riposo Brännagården, situata nella Contea di Jamtland, nel nord della Svezia. Nella primavera 2015, Brännagården ha ricevuto il premio come miglior cooperativa della Contea e in autunno dello stesso anno il premio come miglior cooperativa di tutta la Svezia! Un approccio di cura basato sulla relazione significativa, sul senso comunitario e sulla centralità della persona…
Proponiamo alcune testimonianze raccolte presso la casa di riposo svedese di Brännagården durante la visita di studio realizzata dall’équipe di Geapolis nell’ambito della mobilità di staff K1 ERASMUS + (2014-2015). La documentazione proposta dà segno di come sia possibile non solo concepire, ma anche realizzare praticamente luoghi di vita comunitaria che senza trascurare la dimensione assistenziale si caratterizzano soprattutto per la loro umanità.
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1/ Curare & Prendersi cura della persona anziana: l’ eccellenza svedese é BRÄNNAGÅRDEN clicca qui
2/”Ho prenotato qui una camera…” conversazione con Sylvia Bränngård, direttrice di Brännagården clicca qui
3/ Brännagården: una storia che viene da lontano. Conversazione con Ann Margret Alhin clicca qui
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Maggio 2015: l’équipe di Geapolis visita la casa di riposo Brännagården, situata nella Contea di Jämtland nel nord della Svezia
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Il processo di invecchiamento
Nello sviluppo della persona la tappa dell’invecchiamento e della terza età è l’ultima… Oggi siamo consapevoli, più che in passato, della necessità di crescere durante e verso la terza età, e non solo di caderci dentro. Bisogna dunque prepararsi e preparare questa tappa.
Gli atteggiamenti che portano l’anziano ad accettare e aver fiducia, a credere in sé e negli altri sono iscritti nel carattere della persona, ma possono essere il frutto, certamente non spontaneo, ma voluto e cercato….
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IL POSTO DELLE FRAGOLE (1957) , Ingmar Bergman ci presenta un viaggio attraverso i luoghi della giovinezza che racconta l’importanza degli affetti e della disponibilità verso l’altro. Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2014/05/ilposto-delle-fragole-bergman-recensione/
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“All’ora del tè arriva Antonietta, ma non è solo il carrello che sta portando perché, dopo un poco, entra con due scatoloni e, ammiccando verso Marisa annuncia: “Ecco l’Albero di Natale! Per il giorno dell’Immacolata faremo anche questo! Tanto ormai al disordine dei miei indisciplinati ragazzi mi sono abituata. Ma non vi venga in mente di farlo prima!” Vedo Marisa felice e penso al ricorrere della parola “ragazzi”. No, non è una presa in giro. Dentro ognuno di loro si scorge la luce di ciò che sono stati, come se nel loro intimo vecchi sogni, speranze, progetti, illusioni che oggi non possono essere più rinnovati, fossero comunque restati dentro come cristalli ardenti.”
Elettra de Maria (tratto da Natale con gli Olmi)
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