Lo scoraggiamento che blocca il pensiero e l’agire

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È necessario comparare la vita ad uno slancio…

L’uomo dovrebbe mettere altrettanto ardore nel semplificare la sua vita

quanto ce ne mette a complicarla

H. Bergson

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IL RISCHIO DELLO SCORAGGIAMENTO

Benché il più delle volte appaia al soggetto come una condizione passeggera, lo scoraggiamento sembra una caratteristica che si insinua nella struttura della personalità dell’individuo e può diventare un vero e proprio stile di comportamento e di pensiero.

Nella vita ci sono tanti motivi per scoraggiarsi, difficili da comunicare agli altri, ma che con il passare del tempo diventano dei veri e propri fardelli che si insediano nella psiche dell’individuo….

Tristezza, sfiducia, solitudine, bassa stima di sé, sono le tante parole chiavi che sembrano emergere quando si parla di scoraggiamento e di sconforto…

E.Hopper, Stanza sul mare, 1951

A RISCHIO SCORAGGIAMENTO ...

Mi scoraggio quando …

le mete da raggiungere  sono troppo lontane

….. quando è troppo faticoso procedere …..

quando gli altri non capiscono …

… gli impegni non completati cominciano ad accumularsi, ci si sente sopraffatti

…. se non riesco a fare le cose come dico io,  mi cascano proprio le braccia”….

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GLI ASPETTI PSICOLOGICI DELLO SCORAGGIAMENTO

Quando le mete da raggiungere sono troppo lontane, quando è troppo faticoso procedere, quando gli altri non capiscono, …

ci sono tanti motivi validi per scoraggiarsi, difficili da comunicare agli altri, ma che con il passare del tempo diventano dei veri e propri fardelli che si insediano nella psiche dell’individuo e che assorbono le sue forze propositive togliendogli la volontà di continuare e facendogli sperimentare un progressivo vuoto interiore.

Molte volte la persona scoraggiata sente di non avere raggiunto l’obiettivo che si era preposto, e avverte il peso di tale fallimento. L’esperienza fallimentare ha a che fare con il senso di colpa che svuota la voglia di andare avanti e consuma le energie.

  • Quando la persona si sente scoraggiata e frustrata da condizioni avverse, essa sembra sperimentare un senso di insicurezza che limita la sua capacità ad affrontare o a gestire le difficoltà che incontra.
  • Molti fatti della vita quotidiana possono confermarle l’idea di essere vulnerabile allo scoraggiamento e alla paura del fallimento.
I SENTIMENTI LEGATI ALLA SFIDUCIA

A seguito di queste esperienze, le persone appaiono guidate dalla convinzione che

  • gli altri mentono, tradiscono, imbrogliano o si prendono gioco di loro. Nei casi più estremi, intravedono tentativi di umiliazione e abuso.

Sono persone che

  • non si fidano più del prossimo
  • non credono nella sua onestà e sincerità
  • stanno spesso “in guardia”, e in attesa di scoprire cosa ci sia dietro i gesti gentili che altri gli rivolgono
  • Trovano difficile fidarsi di chiunque, o soltanto di alcune tipologie di persone (ad es. solo uomini, o solo donne)

E. Hopper, Morning sun -1952

Ennio De Santis, Pensieri 

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DIMORA

 

Mi sono trovato

In questo ciuffo verde

Nella rosa del sole,

non so come e perché:

questo è la mia dimora

 

Io non mi conosco,

di me quello che so

è tormento e paura,

conduzione forzata,

ansia di correre,

desiderio di fuga.

 

Qualcosa mi manca.

Mi riconosco  nella mia dimora

Libero prigioniero.

Il mio pensiero

È di là d’ogni muraglia.

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Ennio De Santis – 1978

 

AGISCO DA SFIDUCIATO QUANDO ...
  • LA VIA DELL’EVITAMENTO

Mantengo  un atteggiamento distaccato, evito di instaurare relazioni intime profonde e di confidarmi apertamente con altri

  • LA VIA DELL’AGGRESSIONE

Passo per primo  al contrattacco.  Assumo per primo  la parte dell’”aggressore”: attaccando, ferendo gli altri, abbandonando le relazioni; come “difesa preventiva”, in modo da non venire sottomesso e usato in seguito.

  • LA VIA DELLA RESA

Penso che  che “se le cose sono andate così già dalle prime relazioni importanti, allora la mia vita è destinata ad essere in questo modo”, mi  arrendo alla trappola, continuando a legarmi a persone aggressive, manipolatrici e abusanti.

... SARAI UN VIANDANTE SENZA CASA, UN UCCELLO SENZA NIDO

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“Quando tu riesci a non aver più un ideale, perché osservando la vita sembra un enorme pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai; quando tu non hai più un sentimento, perché sei riuscito a non stimare, a non curare più gli uomini e le cose, e ti manca perciò l’abitudine, che non trovi, e l’occupazione, che sdegni – quando tu, in una parola, vivrai senza la vita, penserai senza un pensiero, sentirai senza cuore – allora tu non saprai che fare: sarai un viandante senza casa, un uccello senza nido. Io sono così” . 

Luigi Pirandello  (da una lettera alla sorella Lina, 13 ottobre 1886)

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