.
È necessario comparare la vita ad uno slancio…
L’uomo dovrebbe mettere altrettanto ardore nel semplificare la sua vita
quanto ce ne mette a complicarla
H. Bergson
.
Benché il più delle volte appaia al soggetto come una condizione passeggera, lo scoraggiamento sembra una caratteristica che si insinua nella struttura della personalità dell’individuo e può diventare un vero e proprio stile di comportamento e di pensiero.
Nella vita ci sono tanti motivi per scoraggiarsi, difficili da comunicare agli altri, ma che con il passare del tempo diventano dei veri e propri fardelli che si insediano nella psiche dell’individuo….
Tristezza, sfiducia, solitudine, bassa stima di sé, sono le tante parole chiavi che sembrano emergere quando si parla di scoraggiamento e di sconforto…
E.Hopper, Stanza sul mare, 1951
Mi scoraggio quando …
le mete da raggiungere sono troppo lontane
….. quando è troppo faticoso procedere …..
quando gli altri non capiscono …
… gli impegni non completati cominciano ad accumularsi, ci si sente sopraffatti
…. se non riesco a fare le cose come dico io, mi cascano proprio le braccia”….
.
.
Quando le mete da raggiungere sono troppo lontane, quando è troppo faticoso procedere, quando gli altri non capiscono, …
ci sono tanti motivi validi per scoraggiarsi, difficili da comunicare agli altri, ma che con il passare del tempo diventano dei veri e propri fardelli che si insediano nella psiche dell’individuo e che assorbono le sue forze propositive togliendogli la volontà di continuare e facendogli sperimentare un progressivo vuoto interiore.
Molte volte la persona scoraggiata sente di non avere raggiunto l’obiettivo che si era preposto, e avverte il peso di tale fallimento. L’esperienza fallimentare ha a che fare con il senso di colpa che svuota la voglia di andare avanti e consuma le energie.
A seguito di queste esperienze, le persone appaiono guidate dalla convinzione che
Sono persone che
E. Hopper, Morning sun -1952
Ennio De Santis, Pensieri
.
.
DIMORA
Mi sono trovato
In questo ciuffo verde
Nella rosa del sole,
non so come e perché:
questo è la mia dimora
Io non mi conosco,
di me quello che so
è tormento e paura,
conduzione forzata,
ansia di correre,
desiderio di fuga.
Qualcosa mi manca.
Mi riconosco nella mia dimora
Libero prigioniero.
Il mio pensiero
È di là d’ogni muraglia.
.
Ennio De Santis – 1978
Mantengo un atteggiamento distaccato, evito di instaurare relazioni intime profonde e di confidarmi apertamente con altri
Passo per primo al contrattacco. Assumo per primo la parte dell’”aggressore”: attaccando, ferendo gli altri, abbandonando le relazioni; come “difesa preventiva”, in modo da non venire sottomesso e usato in seguito.
Penso che che “se le cose sono andate così già dalle prime relazioni importanti, allora la mia vita è destinata ad essere in questo modo”, mi arrendo alla trappola, continuando a legarmi a persone aggressive, manipolatrici e abusanti.
.
“Quando tu riesci a non aver più un ideale, perché osservando la vita sembra un enorme pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai; quando tu non hai più un sentimento, perché sei riuscito a non stimare, a non curare più gli uomini e le cose, e ti manca perciò l’abitudine, che non trovi, e l’occupazione, che sdegni – quando tu, in una parola, vivrai senza la vita, penserai senza un pensiero, sentirai senza cuore – allora tu non saprai che fare: sarai un viandante senza casa, un uccello senza nido. Io sono così” .
Luigi Pirandello (da una lettera alla sorella Lina, 13 ottobre 1886)
.
torna alla pagina clicca qui