26 Lug Luoghi & Comunità: al Santuario per il bacio della “Pace”
Vera festa di popolo quella che si celebra a Marta il 14 Maggio. La Festa della Madonna del Monte coniuga insieme la struttura arcaica dei riti di offerta delle primizie primaverili, la devozione religiosa, il senso della famiglia e la fierezza del proprio lavoro.
Verso le 8.30 i Passanti si radunano sul Lungolago Marconi e, mentre le campane della Collegiata suonano a festa, il Corteo della Madonna del Monte inizia la lunga sfilata che lo porterà a raggiungere il Santuario. Lungo il percorso che dalle rive del lago porta al Santuario i diversi canti mariani sono cadenzati dal tradizionale inno alla Madonna del Monte in un crescendo di gesti rituali, gioia ed euforia generale. Quando il Clero giunge davanti alla “Madonnella”, ai piedi della salita che porta al Santuario, si inginocchia ed intona l’Ave Maris Stella che viene cantato alternando ciascuna strofa con un diverso ritornello musicale eseguito dalla Banda mentre si procede verso la chiesa dove viene celebrata la Messa.
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Terminata la Messa inizia “il rito delle “Passate”, i tre giri che ogni categoria compie entrando dalla porta della chiesa, percorrendo la navata, per poi uscire dalla porta del convento, dopo aver attraversato l’area sacra del presbiterio.
Sull’altare i passanti depongono un’offerta consistente nei prodotti della terra e del lago e, passando di fronte al sacerdote officiante, si chinano a baciare la “Pace”, un’antica reliquia della Madonna.
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«Le manifestazioni della religiosità popolare esprimono da una parte le esigenze profonde dell’umanità bisognosa di ritualizzare il senso dell’esistenza e stabilire un contatto con il trascendente, dall’altra denunciano una mancata evangelizzazione ed una risposta inadeguata della Chiesa alle esigenze espressive del popolo che vuole essere soggetto attivo e partecipe de! suo vivere religioso. L’evangelizzazione perde molto della sua forza ed efficacia se non tiene in considerazione il popolo concreto al quale si rivolge, se non utilizza la sua lingua, i suoi segni e simboli, se non risponde ai problemi da esso posti, se non interessa la sua vita reale».
Paolo VI
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Il pregevole affresco di scuola fiorentina non si sa a che periodo risalga, tanto meno si conosce l’autore che I’abbia dipinto. L’affresco rappresenta una maestà. La Vergine è raffigurata con un Maphorion azzurro, il tipico manto usato dalle donne ai tempi di Gesù, quando in casa arrivavano degli estranei: velo che le copre i capelli, le orecchie e le spalle e che lascia libera alla visione solo la tunica porpora – stretta da una cintura, con le maniche e la scollatura bordata d’una fascia dorata simile a quella del velo stesso.
Anomino, Madonna con il Bambino- Santuario della Madonna del Monte (Marta)
Il Maphorion che presenta un risvolto verde smeraldo, come lo sfondo che riempie l’affresco, é il colore che nella simbologia cristiana indica speranza di resurrezione e invita alla contemplazione.
La posizione frontale di Madre e figlio, con lo sguardo fisso sull’osservatore in preghiera del quale incontrano gli occhi, è il segno del vincolo espresso da san Giovanni Damasceno: “Per mezzo dei miei occhi carnali che guardano l’icona, la mia vita spirituale s’immerge nel mistero dell’Incarnazione”.
La Madonna si presenta come Eleousa o misericordiosa e lascia trasparire un innegabile senso di affettuosità e di tenerezza; le guance del Bambino e della Madre si avvicinano e il Bambino spinge l’affetto fino a toccare con la mano la scollatura di Maria.
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Per saperne di più consulta la bibliografia curata dalla dott.ssa Maria Irene Fedeli e pubblicata sul sito ufficiale Madonna Santissima del monte clicca qui
Da segnalare il particolare il libro
Catanesi L. Vincenzoni R., La lunga contesa: così sono nate le “Passate” – Viterbo Tipografia Quatrini, 2004
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