Modelli educativi in dialogo…. Il contributo di Ellen Key e Maria Montessori

Modelli educativi in dialogo…. Il contributo di Ellen Key e Maria Montessori

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“il bambino e l’adulto sono due parti distinte dell’umanità,

che devono compenetrarsi e agire in armonia, con aiuto reciproco.

Perciò non è soltanto che l’adulto deve aiutare il bambino,

ma che pure il bambino può aiutare l’adulto”

Montessori

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Nella storia del pensiero pedagogico ci sono figure che hanno lasciato il segno  più di altre. La svedese Ellen Key e l’italiana Maria Montessori  ne rappresentano un esempio particolarmente significativo. A distanza di più di un secolo, il loro contributo e  il loro impegno comune  costituiscono ancora oggi un modello di riferimento moderno  e stimolante  che sfida il tempo  e  offre diverse piste di lavoro, per ripensare i modelli educativi e le proposte culturali  in una prospettiva integrata e inclusiva.

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Maria Montessori  ed Ellen Key hanno parlato e scritto molto a proposito del ruolo dell’adulto in relazione allo sviluppo del bambino. Si sono rivolte  agli adulti in generale non solo ai genitori e  agli insegnanti, convinte che  ogni adulto, in relazione con un bambino, dovesse essere consapevole del proprio  ruolo, dei propri  doveri e responsabilità. 

Il video che accompagna al circolo di lettura Leggere Altro & Oltre le propone come riferimento significativo, per il contributo che hanno saputo dare al mondo dell’educazione e alla società.

QUESTIONI

I recenti rapporti nazionali sulle condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza   ci invitano  a prendere in considerazione due questioni principali:

  • sono numerosi i bambini e i ragazzi esclusi da opportunità di crescita culturale e sociale e verso i quali la scuola  non riesce ad assumere un ruolo attivo ed efficace
  • gli adulti di riferimento, a qualsiasi classe sociale appartengano, sembrano essere  meno preparati ad assumere il ruolo autorevole di guida educativa nei confronti delle nuove generazioni.

INTERROGATIVI

  • Da dove ri-partire per promuovere contesti e stili educativi positivi e propositivi all’interno delle comunità scolastiche?
  • Quali sono gli atteggiamenti, gli stili relazionali che favoriscono  la comunicazione e il dialogo tra  i bambini e gli adulti  (genitori, educatori, animatori, insegnanti…) ?  

La capacità di Maria Montessori e di Ellen Key di

  • porsi domande a partire dall’osservazione di quello che veramente accadeva ai bambini
  • di pensare all’educazione come ad un processo complesso in cui convergono elementi diversi che necessitano di essere coordinati

rivelano un metodo e uno stile educativo estremamente attuale, in tempi in cui appare difficilissimo o sembra mancare il tempo e l’intenzione, per stabilire relazioni positive e un dialogo aperto e fecondo con le nuove generazioni …

MODELLI EDUCATIVI IN DIALOGO 

Maria Montessori  e  Ellen Key  hanno creduto fortemente  nel potere trasformante  dell’azione educativa.   Le loro attività di ricerca  e il rispettivo  impegno sul piano metodologico-didattico   hanno sempre avuto il contesto europeo  come  luogo di confronto, di  collaborazione e di scambio.  Maria Montessori, visitò numerose  istituzioni educative  inglesi e francesi.  Dopo il 1900, anche  Ellen Key  iniziò a divulgare in tutta Europa le sue teorie sui diritti della donna e dell’infanzia.  Nel 1908 visitò l’Italia per l’ultima volta per partecipare, in qualità di Presidente Onorario, al Primo Congresso Nazionale di Attività Pratica a Milano organizzato dalla Unione Nazionale Femminile, durante il quale incontrò Maria Montessori.

SUGGESTIONI

IL SEGRETO DELL’INFANZIA

Nel libro Il segreto dell’infanzia Maria Montessori (1870-1952) scrive che il bambino deve essere aiutato con interventi decisi che lo aiutino a superare il caos dei movimenti e dei pensieri, la mancata capacità di attenzione e concentrazione e tutti gli altri eventuali squilibri. Questo passaggio fu definito, inizialmente nel libro,  con il termine conversione, per indicare il cambiamento del bambino quando viene a trovarsi in condizioni di serenità emotiva in un contesto ambientale che lo sostiene:

 “il primo passo che il bambino deve fare è trovare la via ed i mezzi di concentrazione che stabiliscono le fondamenta del carattere e preparano il comportamento sociale”

Italy

MARIA MONTESSORI

Approfondimenti (clicca qui)

ATMOSFERE FAMILIARI

Nel suo celebre volume, “Il secolo dei fanciulli”  Ellen Key (1849-1926) evidenzia i pericoli insiti nell’educazione al conformismo. Scrive Ellen Key per una vita familiare autorevole, finalmente liberata dalle forme autoritarie: 

 Il miglior elemento ‘costruttivo’ dell’educazione  familiare sta nell’atmosfera limpida e calma in cui genitori e bambini vivono liberi e fidenti, sì che nessuno sia estraneo agli interessi degli altri, ma ognuno conservi la propria libertà, e nessuno usurpi i diritti altrui, ma tutti siano pronti ad aiutarsi a vicenda se occorre, è l’ambiente in cui l’altruismo e insieme l’egoismo necessario trovano il loro vero sviluppo, e l’individualità il suo miglior terreno. 

Sweden

[vc_toggle title=”La preparazione psicologica: adulti positivi e propositivi … ” open=”true” css_animation=”appear” el_id=”1449132282516-5b7ae17a-5796″]Secondo le teorie di Maria Montessori  ed Ellen Key ogni adulto in relazione con un bambino  

  • dovrebbe essere consapevole del suo ruolo, dei suoi doveri e responsabilità.
  • dovrebbe interagire con il bambino per aiutarlo a formare la sua persona, e a fiorire, sviluppando indipendenza. 

Un ruolo decisivo spetta alla preparazione psicologica dell’adulto. L’educatore non può formarsi al suo ruolo solo studiando, deve invece “coltivare in se stesso certe attitudini…” . (M. Montessori, The Secret of Childhood, p. 107).

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IN AZIONE….

Con pazienza e flessibilità noi adulti possiamo davvero fare un passo indietro, darci il tempo di osservare i bambini, dar loro il tempo di finire quello che hanno iniziato e scoprire come è affascinante e irresistibile quando il lavoro di un bambino, risultato di un impulso interiore, è completato.

Una predisposizione positiva nei confronti dei bambini comprende

  • il non etichettarli
  • trattarli sempre con rispetto
  • non parlare mai di loro in loro presenza come se non ci fossero
  • fare tutto quello che possiamo per far diventare il bambino autonomo e indipendente, per esempio lasciandolo completare una attività, o pensando due volte prima di intervenire

Questo non significa lasciare che il bambino faccia quello che vuole, ma al contrario essere calmi e coerenti sulle questioni di base. Dovremmo lasciare che i bambini esplorino le loro relazioni umane.

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I bambini sono i viaggiatori della vita e noi adulti i loro accompagnatori

Secondo Maria  Montessori il bambino per sua natura è serio, disciplinato e amante dell’ordine e messo a contatto con i materiali pedagogici adatti e guidato da un educatore “umile” e discreto è in grado di autoeducarsi e di dispiegare le sue potenzialità.

1) Educare il bambino all’indipendenza 

Servire i bambini significa soffocare le loro capacità. Quindi compito dei genitori e degli educatori è aiutarli a compiere da soli le loro conquiste come imparare a camminare, a correre, a lavarsi.

2) Mai impedire a un bambino di fare qualcosa perché è troppo piccolo

Non bisogna giudicare la capacità dei bambini in base all’età e non lasciargli fare qualcosa perché troppo piccoli. I bambini sono soddisfatti quando hanno dato il massimo di cui sono capaci e non si vedono esclusi dalla possibilità di esercitarsi.

3) Abituare un bambino a fare con precisione è un ottimo esercizio per sviluppare l’armonia del corpo

I bambini sono naturalmente attratti dai particolari e dal compiere con esattezza determinati atti.

4) L’educatore montessoriano deve essere un angelo custode che osserva e non interviene quasi mai 

“Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall’alto il suo sapere. Deve osservare molto e parlare poco.” L’insegnante deve rispettare il bambino che fa un errore, e indirizzarlo a correggersi da solo. Chiaramente l’educatore deve intervenire in modo fermo e deciso quando il bambino fa qualcosa di pericoloso per sé e per gli altri.

5) Mai forzare un bambino a fare qualcosa

Bisogna rispettare il bambino che si vuole riposare da un’attività e si limita a guardare gli altri bambini lavorare. L’educatore non deve forzarlo.

6) Educare al contatto con la natura

Far vivere il più possibile il bambino a contatto con la natura. Perché il sentimento della natura cresce con l’esercizio.

7) Innaffiare le piante e prendersi cura degli animali abitua alla previdenza

Educate il bambino a prendersi cura degli esseri viventi. Le cure premurose verso piante e animali sono la soddisfazione di uno degli istinti più vivi dell’anima infantile.

8) Sviluppare i talenti e mai parlar male di un bambino

L’educatore deve concentrarsi sul rafforzare e sviluppare ciò che c’è di positivo nel bambino, i suoi pregi e i suoi talenti, in modo che la presenza delle sue capacità possa lasciare sempre meno spazio ai difetti. E mai parlare male del bambino in sua presenza o assenza.

9) L’ambiente scolastico deve essere a misura di bambino

La scuola deve essere un ambiente accogliente e familiare in cui tutti i mobili e gli oggetti  (sedie, tavoli, lavandini…) siano modellati sulle misure ed esigenze dei piccoli.

Un bambino posto in un ambiente idoneo a contatto con i materiali giusti e sotto la guida di un insegnante attento  e discreto potrà sperimentare e affinare le sue immense potenzialità. 

10) I bambini sono i viaggiatori della vita e noi adulti i loro accompagnatori 

“Il bambino è come un viaggiatore che osserva le cose nuove e cerca di capire il linguaggio sconosciuto di chi lo circonda.

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