- Che cosa vale la pena ancora salvare del nostro territorio ?
La conoscenza approfondita e sistematica degli oggetti del patrimonio culturale e l’acquisizione di competenze da parte dei cittadini, come abbiamo già detto e ribadito, sono quindi i requisiti ineludibili per lo sviluppo del senso di appartenenza, sentendosi destinatari e responsabili custodi del patrimonio. Il patrimonio inteso come eredità viva, eredità non solo di affetti, ma di identità e di memoria che si trasmette da una generazione all’altra per comunanza di orizzonti culturali e che si trasforma in un continuo processo: la materia si consuma e ha bisogno di cure, gli spazi assumono nuove funzioni con il modificarsi della vita della collettività, gli oggetti acquistano valori simbolici. I luoghi del patrimonio sono quindi luoghi identitari, relazionali, storici, sono luoghi della memoria. Essere a diretto contatto con gli oggetti del patrimonio significa anche misurarsi con la realtà, significa educare alla complessità e implica un’esperienza emotiva, percettiva, fisica.
L’incontro con gli oggetti di cui si indagano gli elementi salienti e significativi trasforma quella “convivenza scontata” in una “consuetudine consapevole”. “Conferire valore” ma un valore “sentito” ad ogni opera del patrimonio è un’operazione complessa. “Conferire valore” allora si ricollega alla domanda “Cosa salvare del territorio”, “A cosa conferire valore per salvarlo?”. Ecco un esempio di quello che si può fare…..