10 Ago Musa Piansanese/ Non l’onda pacifica né il vento di Inverness …
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Conversazione con Ennio De Santis
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Nei mesi scorsi l’équipe di Geapolis ha aperto uno spazio web dedicato alla tradizione poetica locale. L’obiettivo è quello di offrire il concentrato di un mondo ricco, insospettato e profondo che sfiora e affronta delicatissimi sentimenti dell’anima umana… Lo spazio raccoglie alcune tra le raccolte poetiche più significative di autori piansanesi. Leggi tutto
Grande interesse ha suscitato il contributo di Ennio De Santis che, in occasione dei suoi 80 anni, compiuti nel febbraio scorso, ha concesso a Geapolis il privilegio di poter pubblicare buona parte della sua produzione poetica. Un gesto e un canto d’amore verso Piansano, il suo paese natio, che continua a considerare un “ardente focolare… nel quale ad ogni ritorno a picco si getta”. “Un poeta inconsapevolmente colto, che sta nel totale umano coinvolgimento”… così lo abbiamo conosciuto! Ci ha introdotto nel suo mondo, quello della POESIA, che il nostro amico Ennio definisce così… “la voce e la mano del sentire, cuore aperto, la mente in cerca del filo della cruna e del tessuto. Occulti rivelati. L’immenso. Il soffio e l’ala in bocca dei viventi. Il volo oltre l’ultimo cielo illuminato davanti all’occhio di Dio”.
Ennio De Santis ha accettato di condividere con gli amici di Geapolis i ricordi del periodo che ha segnato maggiormente la sua esperienza poetica ed artistica… Parliamo del periodo californiano, due anni (1990-1991) fecondissimi, trascorsi a Corte Madera nelle vicinanze di San Francisco sulla costa dell’Oceano Pacifico. Inverness, Kehoe Beach, Golden Gate Bridge, Alcatraz e Punta Rais furono i luoghi che ispirarono le poesie del vento…
I paesaggi, il clima, le nuove amicizie, oltre alle turbolente vicende politiche internazionali ispirano i due nuovi componimenti poetici: Il Vento d’inverness– Poesia della California e La voce nel Deserto- Guerra nel Golfo, grazie ai quali riesce immediatamente a far parlare di sé. Dalle mostre, agli eventi culturali organizzati con l’Istituto italiano di cultura a San Francisco, alla lettura del VI Canto del Purgatorio di Dante, a Berkeley, agli studenti dell’Università della California. Un’importante tappa della maturazione del percorso umano ed artistico di Ennio de Santis che merita assolutamente di essere conosciuta.
Perché e in quale contesto è maturata la decisione di partire per la California?
Era l’ottobre del 1989. Da pochi mesi, con la casa Editrice Crocetti, era uscita la mia nuova raccolta “In un cardo spolpato”. Negli anni precedenti, dopo le raccolte In un cavo di terra (1977) e Pastorali (1980) avevo già ricevuto i miei primi riconoscimenti (Fotogallery).
In ogni caso, ero e mi consideravo un pastore. Le mie giornate erano scandite dai ritmi della campagna, tra Piansano, Tuscania ed Arlena di Castro. L’avventura americana iniziò grazie all’amicizia con due ceramiste che, dalla California, venivano a Tuscania per frequentare la Scuola Estiva di Visione che il professor Rudolf Kortokraks aveva trasferito da Salisburgo a Tuscania nel 1980 e che prosegui fino al 1990. In quel periodo realizzavo sculture in creta. Mardi Wood e Carolyn Means, questi i nomi delle due ceramiste, rimasero molto colpite dal mio modo di realizzare sculture. Così iniziammo a condividere il nostro comune interesse per l’arte…
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IL VENTO D’INVERNESS
Non l’onda pacifica
nè il vento d’Inverness;
m’investono a schianto mulinelli
che ricordano il crollo di sequoie
sulla roccia compressa:
impulsi a guglie
della mia memoria migrabonda
per cieli senza nome,
a me severa sentenza… leggi tutto
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foto by Gioacchino Bordo
Omaggio a Rudolf Kortokraks
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