Musa Piansanese/ Non l’onda pacifica né il vento di Inverness …

Musa Piansanese/ Non l’onda pacifica né il vento di Inverness …

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Conversazione con Ennio De Santis

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a cura di Antonella Cesari

Nei mesi scorsi l’équipe di Geapolis ha aperto uno spazio web dedicato alla tradizione poetica locale. L’obiettivo è quello di offrire il concentrato di un mondo ricco, insospettato e profondo  che sfiora e affronta delicatissimi sentimenti  dell’anima umana…  Lo spazio raccoglie alcune tra le raccolte  poetiche più significative  di autori piansanesi. Leggi tutto 

Grande interesse ha suscitato il contributo di Ennio De Santis che, in occasione dei suoi 80 anni, compiuti nel febbraio scorso, ha concesso a  Geapolis  il privilegio  di poter pubblicare buona parte della sua produzione poetica. Un gesto e un canto d’amore verso Piansano,  il suo paese natio, che continua a considerare un  “ardente  focolare… nel quale ad ogni ritorno a picco si getta”. “Un poeta inconsapevolmente colto, che sta nel totale umano coinvolgimento”… così  lo abbiamo conosciuto! Ci ha introdotto nel suo mondo, quello della POESIA, che il nostro amico Ennio definisce  così… “la voce e la mano del sentire, cuore aperto, la  mente in cerca del filo della cruna e del tessuto. Occulti rivelati. L’immenso. Il soffio e l’ala in bocca dei viventi. Il volo oltre l’ultimo cielo illuminato davanti all’occhio di Dio”. 

foto by Lia

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ABISSO E ALA …. clicca qui 

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Ennio De Santis ha accettato di condividere con gli amici di Geapolis i ricordi del periodo che ha segnato maggiormente la sua esperienza poetica ed artistica… Parliamo  del periodo californiano,  due anni  (1990-1991) fecondissimi,  trascorsi  a Corte Madera  nelle vicinanze di San Francisco  sulla costa dell’Oceano Pacifico. Inverness, Kehoe Beach, Golden Gate Bridge, Alcatraz e Punta Rais furono i luoghi che ispirarono le poesie del vento… 

I paesaggi, il clima, le nuove amicizie, oltre alle turbolente vicende politiche internazionali ispirano i due nuovi componimenti poetici: Il Vento d’inverness– Poesia della California e La voce nel Deserto- Guerra nel Golfo, grazie ai quali riesce immediatamente a far parlare di sé.  Dalle mostre, agli eventi culturali organizzati con l’Istituto italiano di cultura a San Francisco, alla lettura del VI Canto del Purgatorio di Dante, a Berkeley, agli studenti dell’Università della California. Un’importante tappa della maturazione  del percorso umano ed artistico  di Ennio de Santis che merita assolutamente di essere conosciuta.

Perché e in quale contesto è maturata la decisione di partire  per la California?

Era l’ottobre del 1989. Da pochi mesi, con la casa Editrice Crocetti, era uscita la mia nuova raccolta “In un cardo spolpato”. Negli anni precedenti,  dopo le raccolte In un cavo di terra (1977) e Pastorali (1980) avevo già ricevuto i miei primi riconoscimenti (Fotogallery).  

In ogni caso, ero e mi consideravo un pastore. Le mie giornate erano scandite dai ritmi della campagna, tra Piansano, Tuscania ed Arlena di Castro. L’avventura americana iniziò grazie all’amicizia con due ceramiste che, dalla California, venivano a Tuscania per frequentare la Scuola Estiva di Visione che  il professor Rudolf Kortokraks  aveva trasferito da Salisburgo a Tuscania nel 1980 e che  prosegui fino al 1990.  In quel periodo realizzavo sculture in creta. Mardi Wood e Carolyn Means, questi i  nomi delle due ceramiste,  rimasero molto colpite dal mio modo di realizzare sculture. Così iniziammo a condividere il nostro comune interesse per l’arte…

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IL VENTO D’INVERNESS

Non l’onda pacifica

nè il vento d’Inverness;

m’investono a schianto mulinelli

che ricordano il crollo di sequoie

sulla roccia compressa:

impulsi a guglie

della mia memoria migrabonda

per cieli senza nome,

a me severa sentenza… leggi tutto 

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foto by Gioacchino Bordo 

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Appuntamento con Ennio De Santis e Mauro Chechi 

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Omaggio a Rudolf Kortokraks  

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