Una memoria familiare da custodire… Federica Zane si racconta

.

Mia nonna?

Sempre un passo avanti a tutti noi…

Costante … Paziente … amorevole…

.

Fin da piccola ho sempre frequentato, tutti i giorni e per molte ore, casa di mia nonna; lei era molto attiva e anche la mia bisnonna Adelina  ancora lavorava e giocava con me. Quindi io osservavo loro, due persone con un’enorme influenza nella mia crescita psicologica, che passavano ore a fare “quest’arte manuale” che non comprendevo. Con la curiosità tipica di un bimbo, ho chiesto cosa fosse, me ne sono interessata e ho imparato a tenere in mano un ago ed eseguire i passaggi più semplici, adeguati all’esperienza di un bambino. Poi con l’età è cresciuta la consapevolezza e, con essa, anche le idee: possibili prodotti da realizzare, eventuali tecniche più avanzate da imparare, eseguire e sfruttare per vari scopi.  A causa dello studio per un certo periodo avevo accantonato tutto.  Ho ripreso in mano l’ago circa tre anni fa, per partecipare ai concorsi organizzati da Musei Civici di Venezia.

Federica nel giorno della Prima Comunione – Guanti e velo realizzati a Punto ad ago di Burano dalla nonna Sandra 

Prova a descrivere tua nonna  con tre aggettivi…

Solo tre aggettivi? Mia nonna è un portento, riesce a fare almeno quattro cose contemporaneamente, non è ferma un attimo! Credo quindi un aggettivo da attribuirle sia “costante”, poiché tutti i giorni si sveglia, lavora, prepara tutto quello che serve ad ogni membro della famiglia, e la passione e l’amore per ogni cosa non si spegne mai. Un altro aggettivo sarà allora “paziente”, perché la nostra è una famiglia grande e composta da persone con idee e ritmi diversi. Lei è fenomenale a seguire tutti ed essere comunque un passo davanti a loro. Non resta altro da dire se non il terzo aggettivo, ovvero “amorevole”. Questo si spiega da solo, quello che lei è con noi, ma anche verso ogni cosa che fa.

Secondo te, qual è il segreto di una brava merlettaia? 

Il segreto di questo mestiere, come d’altronde anche di qualsiasi altro mestiere, credo sia solo la passione. Chi ha una passione sconfinata ha anche la forza per portare avanti quello che piace, sostenere le ore e la fatica, la voglia di arrivare alla perfezione e quindi di portare a termine il lavoro nel migliore dei modi, nonostante significhi magari rinunce, sforzi, e quanto ne consegue. Abilità delle mani, capacità di attenzione, buona tecnica, sono solo conseguenze di ore di pratica che solo quella passione può portare.

In che modo si svolge la tua pratica? (tempi, organizzazione del lavoro…)

Mi esercito da sola ma con mia nonna accanto pronta ad aiutarmi se necessario. L’organizzazione del lavoro è scandita dal numero di ore che posso dedicare alla pratica (tempi brevi, pezzi piccoli), e i tempi non sono comunque lunghi.  Un po’ me ne vergogno, ma tra università e progetti, non posso permettermi di dedicare un “tempo quotidiano” al merletto. Possiamo parlare di alcune ore alla settimana.  Lavoro di più durante il periodo estivo, o di vacanza. Devo ancora imparare  molto, la strada è lunga, quindi per ora mi limito ad apprendere tutte le abilità necessarie  e a carpire il più possibile da chi mi insegna e mi affianca in questi processi lavorativi. Mi considero una ragazza di diciotto anni  con tanta buona volontà e tanta passione ma appena all’inizio… con  “molto da imparare “… 

Quanto è importante la capacità di attenzione e di osservazione del dettaglio nella lavorazione del merletto? Perché?

Queste due capacità sono estremamente correlate, e sono importantissime. Essendo il merletto un lavoro basato sulla manualità e che richiede una certa precisione, risulta chiaro il fatto che senza un’attenta osservazione viene meno la buona realizzazione della tecnica, con conseguenze quali un lavoro mediocre o con alcuni sbagli che si sarebbero potuti evitare. La focalizzazione, nella lavorazione del merletto, è imprescindibile, e non si può lasciare nulla al caso; una persona che pratica attività di questo genere sa che sono richieste attenzione, osservazione, pazienta, e più si lavora e si affina la tecnica, più si sviluppano anche queste caratteristiche.  Teoria e capacità tecnica di realizzazione  hanno bisogno di anni di pratica per diventare, per l’appunto, “precise”. La pratica porta all’esperienza, e una brava merlettaia ne ha sicuramente tanta alle spalle.

In che modo riesci ad essere consapevole dei tuoi miglioramenti?

Sono all’inizio, e di miglioramenti ne vedo ancora pochi, a causa soprattutto del poco tempo che riesco a dedicare alla pratica del mestiere. Dopo un paio di mesi di pratica mi rendo conto che ho acquistato velocità e praticità, ma l’anno successivo, dopo una grande pausa dovuta agli studi e alle varie attività quotidiane, mi rendo conto di essere tornata quasi al punto di partenza. È mia nonna che mi segue e valuta il mio lavoro, sia come mia insegnante che come esperta del merletto e delle sue tecniche. In concreto, ad esempio,  mi rendo conto che miglioro quando non faccio nodi sul filo ogni cinque punti che eseguo e la mia velocità di esecuzione aumenta, anche se poco per volta.  Per il momento, il punto in cui me la cavo meglio è il Punto Burano o “rede”.

Quali sono le tue  fonti di ispirazione?

Le mie fonti di ispirazione sono in primis mia nonna, cui ho sempre ammirato passione, dedizione e bravura, ma sono . attratta anche dal fatto che con un semplice ago e del filo possano essere realizzate creazioni dal design più disparato.

LA CREATIVITÁ... IMMAGINARE, PROGETTARE, REALIZZARE UN MERLETTO

Come attualizzi e metti a frutto le tue conoscenze?

Credo che la prima cosa che serva per arrivare a riprodurre, attraverso il merletto, la bellezza di natura e arte sia la perfezione del disegno.  È  per questo che i pochi disegni che io ho fatto finora (n.d.r. quelli per i concorsi) sono curati nel minimo dettaglio, non lasciando niente al caso.  Le idee sono tante, e per il futuro vorrei cercare di convogliare merletto e design moderno per trarne qualcosa di creativo, utile, ma anche versatile. Le conoscenze non sono mai troppe, e mi piace continuare a imparare e cercare di mettere in pratica in modo fruttuoso tutto ciò che spesso può venire accantonato solo come teoria. Vari progetti sono già in fase di creazione, e spero negli anni a venire di poter fare sempre di più per mantenere viva quest’arte, e magari darle anche una svolta e una crescita in positivo. L’unico ostacolo alla mia creatività è la consapevolezza della effettiva difficoltà della realizzazione. Mi spiego meglio: scegliere pezzi troppo grandi  che richiedono mesi, se non anni, per la realizzazione; oppure, dettagli troppo piccoli complessi da realizzare, soprattutto durante il punto dell’orditura. Personalmente è questo che più mi frena quando mi viene qualche nuova idea ….

Approccio mentale, Creatività e Manualità… quali relazioni? Le mani che danzano….

Un filo lega queste competenze,  anche se a volte basterebbe solo la manualità. Secondo me, l’approccio mentale sovrasta le altre competenze, le mani danzano perché noi siamo nella giusta condizione mentale, del giusto umore anche, per farle danzare.  

La lavorazione del Merletto che richiede e stimola  la cura del dettaglio,  ti ha aiutato  e ti aiuta,  anche nella quotidianità, ad avere uno sguardo più attento  e più critico rispetto a ciò che ti circonda? 

Ha sicuramente accentuato lo sguardo critico ai dettagli, ed una maggiore concentrazione all’ambiente che mi circonda, per carpirne il più possibile. Diciamo che mi sono accorta, dopo aver svolto questo tipo di lavoro di precisione ed estremamente metodico per la prima volta, che anche per altre situazioni della vita questo approccio è utile o addirittura necessario. Ho sviluppato la perseveranza, e una certa pazienza nella ricerca della perfezione in altre varie situazioni. 

.

Fatte a mano … Erano vere perciò splendide…

La cosa più bella però erano le perle veneziane. Erano tutte fatte a mano. Da che ho memoria di me stesso, ho sempre saputo distinguere a colpo sicuro, su due piedi, quasi ad occhi chiusi, una cosa fatta a mano da una fatta a macchina. […]  Nelle opere di mano umana, qualunque esse siano, finan­che le più rozze, c’è sempre lo scintillio misterioso della vita, cosi come tale scintillio si percepisce spontaneamente in una conchiglia, in un sasso levigato dalle onde del mate, nelle stratificazioni dell’agata o della corniola, nei fittissimi intrec­ci delle venature di una foglia. Una cosa fatta a macchina non scintilla: riluce di un bagliore morto e insolente. Ma torniamo alle perle veneziane. Erano estremamente vere e perciò  splendide … […]

Florenskji, L’arte di educare

.

LA BELLEZZA? “ UNA QUESTIONE DI CULTURA, CURIOSITÁ, RICCHEZZA INTERIORE..”

Che cosa è per te la bellezza? Quale posto occupa nella tua vita? Dove la cerchi? Dove la trovi? Magari parlo con presunzione, ma la bellezza per me è tutto. La cerco in ogni cosa, fino all’ultimo dettaglio, ed in genere, quando realizzo una qualsiasi cosa, questa rientra nei criteri principali che mi fisso nella realizzazione dei vari progetti. 

Quali sono i sentimenti e le emozioni che associ alla bellezza e al gusto del bello? Le emozioni sono infinite e indescrivibili, esuberanti, portano ad uno stato d’animo infine tranquillo in cui la soddisfazione e la sensibilità dell’animo prevalgono su tutto il resto.

Paolo Veronese (Caliari) – Aracne o la Dialettica (Venezia, Palazzo Ducale, Sala del Collegio)

Che cosa significa e che cosa dovrebbe significare per un italiano saper riconosce, apprezzare, gustare il bello? Al giorno d’oggi significa poco, ma conoscendo un po’ la nostra storia, non solo in termini politici ma anche artistica e letteraria, per un italiano dovrebbe significare tutto…

Il gusto del bello si può apprendere oppure è una competenza innata? Penso sia un mix di cose, innata perché ognuno ha la propria sensibilità e il gusto del bello attinge anche da essa, ma può essere appreso con una conoscenza in termini pratici di contenuti. Insomma per incontrare e saper riconoscere la bellezza credo siano necessarie, essenzialmente cultura generale,  grande curiosità, e ricchezza interiore.

LA FORZA GENTILE DELLE DONNE ...

Ci sono modelli di donna che hanno ispirato le tue scelte personali e  il tuo impegno nella società?

Il modello di donna a cui guardo è una persona reale, sincera, che parla e si fa rispettare, che afferma le proprie idee senza paura né di sbagliare né di essere derisa o di ricevere un rifiuto. Una donna che però non fa tutte queste cose solo a parole, ma i cui fatti sono degni di nota in positivo, che veramente si batte per quello in cui crede, con tutti i mezzi che ha a disposizione.  

Che cosa significa per te “Apprendere per tutta la vita”?

Letteralmente, non si smette mai di imparare. Studiare, leggere, parlare con altre persone di diversa cultura e conoscenza, tutto questo ci fa sempre apprendere qualche piccola nuova informazione, che ci fa crescere interiormente, oppure solo ci apre nuovi orizzonti di indagine. Credo che la cosa più soddisfacente, dal punto di vista conoscitivo e di crescita mentale ed emozionale, sia quello di parlare con le persone, in ogni situazione, scambiarsi informazioni, ridere insieme e semplicemente conversare; questo porta a conoscere l’altro, le loro idee, i modi di vivere, e la cultura e le relative conoscenze associate, perché per conoscere il mondo non basta solo studiare dai libri, ma bisogna anche toccare con mano quale sia la vera realtà.

Federica Zane

PER ANDARE OLTRE ...
[vc_toggle title=”La responsabilità di custodire e trasmettere un’eredità preziosa …” color=”white”][/vc_toggle]

.

Cara figliola, qual è la cosa più importante? Non scoraggiarti, lavora, sviluppati e accumula cognizioni ed esperienze. […] La bellezza non è una cosa nella quale si possa penetrare subito. Cioè, più precisamente, ci si può penetrare anche subito, ma dopo esserci rimasti accanto per un po’, e dopo che nell’animo, i vari elementi assimilati progressivamente,  si compongono  assieme in maniera organizzata.

Florenskji, L’arte di educare

.

.

torna alla pagina iniziale clicca qui

vai all’intervista della nonna Sandra Mavaracchio clicca qui

.