Mi ricordo, sotto le torri della rocca dove il fiume bagna le bionde coltivazioni, di aver veduto un vecchio che possedeva pochi iugeri di terra abbandonata, infeconda ai giovenchi, non adatta alla pastura degli armenti, inopportuna a Bacco. Costui, nonostante tutto, piantando radi fili di erba e all’intorno bianchi gigli e verbene e gracile papavero, eguagliava nel suo animo le ricchezze dei re; e tornando a casa, a tarda sera, ricopriva il suo desco di cibi prelibati. Era il primo a cogliere la rosa a primavera e in autunno i frutti quando ancora il triste inverno spaccava i sassi.
Virgilio, Le Georgiche, libro IV- 30 a. C.