Vivere il silenzio

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Il silenzio e la solitudine possono essere un’arida condanna o un meravigliosa conquista. Molti esseri umani hanno dimenticato che c’è un modo solo per superare gli improvvisi deserti dei sentimenti e le aridità feroci che sbarrano talvolta il tranquillo fluire dell’esistenza. La vita interiore.

Bruno Ferrero

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AMO IL SILENZIO
by Gioacchino Bordo

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AMO IL SILENZIO

Silenzio sei sceso

quanti rumori quanti suoni

amo il silenzio come una nostalgica melodia

Quando dentro di me tutto tace

 E la vita si manifesta qual é

Silenzio mio sospirato incontro

E la tua voce non incontra la mia

È un leggero vibrare

Come sfarfallio di una farfalla su un fiore

Tua  è l’anima che parla

La tua mano che sfiora la mia

 incredulo il momento ma intenso

come il sole d’estate  e il vento di un inverno fa

Essenza di noi, fa danzare i nostri corpi nell’ incontro solo nostro

Silenzio mi restauri l’anima in subbuglio

Ogni filo che tessi è una trama che dipingi

E nostra è la musica di questo canto

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NEL SILENZIO L'ESSENZIALE..
by Leonello Caddeo

Il volto o un corpo di profilo é l’unico che si può disegnare con un unico tratto continuo.  È  un segno forte, essenziale ma riconoscibile. Plinio il Vecchio, nel suo Naturalis Historia (I sec. d.C.), ricorda  il giorno in cui la figlia di un vasaio di Corinto, la giovane Dibutade, per serbare nella memoria la figura del suo amato (un soldato che stava per andare in guerra) ne avrebbe ricalcato sul muro la sagoma dell’ombra proiettata da un lume o dalla luce solare. Questa pratica é detta circumductio umbrae.

Lo sguardo fotografico di Leonello Caddeo si rivolge oltre le luci e le ombre dei tramonti e delle albe sulla spiaggia di Villasimius & dintorni… seduto in disparte, abbraccia i profili di donne e uomini che si sottraggono al rumore muto della vita per appartarsi in un dialogo melodioso con il silenzio.

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ll silenzio e l’uomo.
Come é diffìcile a trovarsi il silenzio.
È la voce dell’universo che parla all’universale anima che è in lui, l’uomo.
Una concordia, un’armonia inesprimibile in parole.
L’unica parola che lo soccorre, lo sente, è indicibile.

Mario Luzi 

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QUELLE CHE... IN SILENZIO GUARDANO AVANTI

.“Amami, ora che non ho parole per farti innamorare dei miei silenzi” (Alda Merini)  Poetessa  e scrittrice nota in tutto il mondo, Alda Merini è riuscita a trasformare la dolorosa esperienza dell’internamento in manicomio in straordinaria energia creativa donandoci il suo universo interiore. Spirito inquieto e dolente, la sua poesia assurge a simbolo degli emarginati e dei vinti dalla vita, pur lasciando spazio ad una grande speranza di cui è la sua stessa vita una significativa testimonianza. Lo sguardo fotografico di Leonello Caddeo rende omaggio ad Alda Merini, alla sua poesia  e agli eloquenti  silenzi delle “donne come lei”.   

LA TESTIMONIANZA DI LAURA

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Ho sempre cercato il silenzio nei momenti più difficili della mia vita, come un animale ferito che si allontana dal branco. Vivo il silenzio in modo positivo, come unica fonte di forza. I miei amici dei tempi giovani mi ricordano come una ragazzina piena di vita e d’entusiasmo…

 

Da bambina ….

Nessuno sa che spesso mi raccoglievo in silenzio nella mia camera, a porta e finestra chiuse, a cercare e cercare dentro di me il bandolo di tutto ciò che non riuscivo a capire. Mia madre a volte mi trovava cosi, immersa nel mio mondo, mi guardava con apprensione e pur essendo decisa e severa, non mi richiamava al quotidiano, mi chiedeva solo timidamente il perché… e poi si cominciava a parlare di cose più  consuete. Altro rifugio che mi concedevo solo quando ero in campagna  era andare fuori dal paese nei giorni di nebbia fittissima, quando non si vede nemmeno chi incontri sul sentiero, lasciarmi bagnare dalle microscopiche gocce come se fossi stata un sasso, un cespuglio o una delle pecore al pascolo, confondermi con la natura e sentirmi cosi parte integrante del mio ambiente al pari di ogni cosa intorno. In queste occasioni rubate (mia madre riteneva pericoloso lasciarmi gironzolare da sola nella nebbia troppo fitta) riuscivo spesso a sedermi su un masso ai bordi della strada e a scrivere pensieri con i tratti della biro che si allargavano e sfumavano sul foglio umido e fragile. Tornavo a casa più serena.

 

Le responsabilità della vita …..

Più tardi ci sono stati gli anni intensi per il lavoro, la nuova famiglia e tutto quello che ci trascina a vivere a volte un po’ troppo di corsa e con troppa ansia. Anche allora, comunque, ho avuto il mio largo spazio di silenzio, sia nella sede di lavoro che a casa. L’unica cosa che completava e completa ancora oggi, per me, il piacere di stare in silenzio é ascoltare un brano di musica gradito in quel momento. La musica é nobile compagna del silenzio perché espressione di creatività, equilibrio e armonia.

 

La maturità ….

Da quando sono rimasta sola questo bisogno di silenzio si è manifestato più spesso e con più forza. Così cerco di evitare tutto ciò che per me è confusione, rumore che distrae da ogni possibilità di comunicare davvero. Attraverso questa abitudine a coltivare il silenzio credo di aver capito meglio chi sono e cosa desidero fare, cerco di vedere serenamente i miei grossi limiti e di sentirmi grata per le cose positive.

Per indole non amo lasciarmi condurre ad agire passivamente, ma sempre cerco di essere convinta di ciò che faccio e di accogliere ogni ruolo con grande impegno. Mi sono sentita chiedere il perché, cosa mai avevo voglia di dimostrare. Nulla, é che vorrei vivere intensamente ogni momento, anche il più apparentemente scontato. Ritengo che una volta presa coscienza della propria solitudine, che può essere effettiva o solo avvertita, attraverso la pratica del silenzio si possa arrivare a conoscersi meglio e quindi ad intervenire su se stessi e a proporsi discipline di vita che non rendano la vecchiaia un fardello ma un’occasione per migliorarsi.

Attraverso la mancanza di inutili distrazioni si arriva più velocemente all’essenza di ciò che in quel momento occupa la maggior parte dei nostri pensieri e anche all’essenza di noi e ci consente, sicuramente con fatica, di accettarci, di essere più consapevoli e quindi più sereni e più forti… 

Leonello Caddeo- Maestro d’ascia e intagliatore del legno (Lecco)

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