1/ La creatività sartoriale di Luigina & Sabina …

LE APPRENDISTE PRENDONO IL POSTO DELLA MAESTRA ... LUIGINA E SABINA RACCONTANO

(da sinistra Luigina Olimpieri e Sabina Bordo )

Piansano, luglio 2017

L’equipe di Geapolis ringrazia Sabina Bordo e Luigina Olimpieri. La loro storia contribuisce ad arricchire, con un nuovo e importantissimo tassello, la storia del lavoro femminile a Piansano (VT), soprattutto in una prospettiva intergenerazionale.

Nei mesi scorsi Geapolis ha aperto uno spazio dedicato alle testimonianze delle sarte che, a partire dagli anni trenta, hanno lavorato con il metodo Ida Ferri. Anche Luigina e Sabina lo hanno utilizzato. Lo hanno appreso frequentando, come apprendiste,  l’atelier di Grazia Stendardi, che a sua volta aveva  frequentato  la scuola di Ida Ferri a Roma, agli inizi degli anni ’50.

Saranno Luigina e Sabina a ricordare Grazia Stendardi e a raccontare la loro storia…

SABINA E LUIGINA RICORDANO GRAZIA ...

Erano i primi anni ’80 quando abbiamo iniziato a frequentare l’atelier della “Grazietta”. Da pochi anni si era trasferita da Roma, dove aveva lavorato in un laboratorio di Alta Moda, come modellista e coordinatrice del personale. Con noi e con tutte le ragazze che andavano da lei ad “imparare a cucire”, Grazia condivideva i racconti dei momenti più significativi della sua esperienza professionale ma anche  i ricordi  delle vicende della sua infanzia  e della sua giovinezza che l’avevano profondamente segnata. (per saperne di più clicca qui)

Grazia ci raccontava di quando, già da bambina,  sentiva dentro di sé questa grande passione per  il taglio e il cucito.  Tra gli aneddoti più belli quello di quando, all’età di cinque anni, “rubò” un abito della mamma Ida per realizzarci una gonna. Da sola tagliò il modello e iniziò a cucire… Mentre andava avanti nel lavoro cominciò a pensare a cosa avrebbe detto alla mamma… quel vestito, benché logoro, poteva essere ancora utile. Ma la mamma comprese.  Tutto si risolse in un grande abbraccio! La mamma Ida aveva intuito il talento della figlia e perciò la incoraggiò a continuare a tagliare e cucire con le “pezze” che trovava in casa. L’approvazione e l’incoraggiamento della mamma furono per Grazia le risorse  più preziose, quelle che più hanno nutrito i suoi progetti e la sua creatività. Ci teneva molto, Grazia, a condividere tutto questo con noi, come pure le vicende più dolorose della sua famiglia. Quando la sentivamo parlare delle sue sorelle e di suo fratello, ci sembrava che avesse nei loro confronti un legame molto profondo, un grande senso materno. Ma  Grazia aveva anche il suo “bel caratterino”, soprattutto quando le cose non andavano come diceva lei… Ci raccontava di  quando,  da giovanissima  sartoretta si sfogava pulendo il pavimento con i vestiti che aveva tagliato e cucito male!!! Li faceva diventare strofinacci …. era il suo modo per rimproverare se stessa. Queste vicende  lasciavano  presagire quello che sarebbe successo dopo…

Grazia Stendardi organizza, in sartoria, la festa di compleanno per una delle sue “sartorette”- Piansano, giugno 1981

IL PERIODO ROMANO DI GRAZIA

Agli inizi degli anni ’50, Grazia  si trasferì a Roma dove frequentò la Scuola di Taglio Ida Ferri. Terminata la scuola, iniziò a lavorare in un laboratorio  di Alta Moda specializzato nella produzione di maglieria. Fu qui che  riuscì a rivelare e a valorizzare tutto il suo talento. Applicando il metodo di taglio Ida Ferri iniziò a disegnare nuovi modelli di maglie e giacche.

La titolare del laboratorio capì subito che  le capacità tecniche e la creatività di Grazia potevano fare la differenza per la crescita dell’attività produttiva e commerciale del laboratorio. Le  propose perciò di creare una nuova linea di abiti, oltre alle linee di maglieria. Grazia chiese e ottenne di poter lavorare il tessuto di maglina. Fu un successo. Le vendite ebbero un incremento tale che la titolare decise di ridurre drasticamente la produzione di linee moda in maglia per dare ampio spazio alle nuove linee di abiti  in maglina  disegnate e confezionate da Grazia. Per lei arrivò il riconoscimento professionale e la fiducia incondizionata della titolare. Oltre all’attività di modellista  nel laboratorio  di Alta Moda, diventò anche la responsabile del personale  del punto vendita di Via Condotti a Roma.

Grazia condivideva con noi i racconti delle sue esperienze professionali e delle abilità che erano necessarie per diventare una  brava modellista e una brava sarta. Ci spiegava anche come fosse importante avere delle abilità comunicative e di relazione per poter entrare in sintonia con i clienti, per soddisfare al meglio  le loro esigenze.  

RITORNO AL PAESE NATIO ... LE “SARTORETTE” DI GRAZIA LA RICORDANO COSÌ

Dopo quasi venti anni di attività, scandita da riconoscimenti e successi professionali, la svolta. All’età di 45 anni decide di mettersi in proprio, ricominciando da dove era partita, ovvero il suo paese natale, Piansano (VT). Alla fine degli anni ‘70 Grazia ritorna a Piansano e nella piazza principale del paese “spunta” la prima sede dell’Atelier Grazia Stendardi, specializzata in abiti da Sposa e da cerimonia. Ancora una volta fu un successo. Fin dall’inizio iniziò ad accogliere nella sua sartoria  le ragazze del paese che volevano imparare un mestiere.

Ancora oggi, quando in paese ci incontriamo con le donne che furono, all’epoca, le sartorette di Grazia, siamo concordi nel ricordarla con alcuni aggettivi che tracciano di lei il profilo umano e professionale più autentico… Grazia era estrosa, creativa, originale in tutto, a volte stravagante, ma anche molto esigente e puntigliosa sul lavoro. Per i propri modelli,  si ispirava agli intrecci, ai drappeggi, agli intarsi di pizzo degli abiti da sposa e da cerimonia di Elvira Gramano, che realizzava  utilizzando il metodo Ida Ferri. Grazia amava molto la griffe della Gramano che era legata all’ingegno e l’entusiasmo di una donna speciale, che, dalla seta di un paracadute trovato in campagna nell’immediato dopoguerra, seppe ricavare un fiabesco abito da sposa. Ci coinvolgeva nel  suo lavoro. Quando ultimava un abito era solita rivolgersi a  ciascuna di noi chiedendoci:“Tu lo indosseresti un abito così?”… Era un modo per creare un clima familiare e libero tra di noi e per abituarci ad esprimere  ed argomentare il nostro punto di vista.  Tra i ricordi più simpatici quello sulle strategie che avevamo trovato per “rasserenarla” quando le facevamo perdere “il lume dagli occhi” con la nostra “imbranataggine e la poca voglia di imparare”. 

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Grazia amava particolarmente le canzoni di Demis Roussos, così le avevamo regalato una raccolta delle sue canzoni che lei teneva in atelier. Quando si arrabbiava con noi mettevamo un po’ di musica e il clima si rasserenava in fretta. Nonostante questo le piaceva scherzare. Tra i ricordi più belli le canzoni che cantavamo insieme e quelle che insieme “abbiamo composto”.

Grazia ci parlava  della sua passione per la poesia, ma all’epoca, non ci siamo rese conto della profondità e della qualità  di quello che ha scritto. È stata una sorpresa rileggere le sue poesie sul vostro sito… clicca qui 

Atelier Grazia Stendardi -Inaugurazione nella nuova sede- Piansano, 21 marzo 1982 (Nella foto da sinistra, le sartorette Pina, Sabina, Franca, Luigina, Elisabetta e Orietta)

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DALLA GAVETTA A SARTE PROFESSIONISTE...
Il matrimonio di Luigina- 1988

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Luigina inizia a frequentare l’Atelier di Grazia alla fine degli anni ’70. Ha 16 anni. Due anni dopo arriva in atelier anche  Sabina. Tra loro nasce, da subito, una particolare sintonia  e Grazia capisce che quelle due sartorette hanno una marcia in più. Dopo alcuni anni di apprendistato  nell’atelier di Grazia, lavorano per un’azienda di confezioni di Valentano, ma ben presto capiscono che il lavoro  delle confezioni in serie non fa per loro. Così decidono di “mettersi in proprio”. Grazia incoraggia la loro intraprendenza, sostenendole e consigliandole su come muovere i primi passi nel mondo della sartoria professionale. Ben presto dovranno imparare a conciliare  le esigenze professionali con quelle familiari di mogli e di madri. Tra i primi abiti confezionati da Luigina e Sabina ci sono infatti i rispettivi abiti da sposa. Per esprimere il suo affetto e la sua vicinanza, Grazia regala “alle future spose” il tessuto per confezionare l’abito del grande giorno.

Il matrimonio di Sabina - 1987

Vedi il manifesto pubblicitario clicca qui 

Quando nel 1990 Grazia Stendardi decide di ritirarsi dalla professione, Luigina e Sabina rilevano la sua attività. L’atelier Grazia Stendardi diventa l’Atelier Eleganza 2000. In quel momento Luigina ha ventisette anni e Sabina ventiquattro.  Per dieci anni, fino all’anno 2000,  gli abiti da sposa e da cerimonia di Luigina e Sabina diventano un punto di riferimento importante sul territorio. Dopo questa esperienza professionale condivisa, Luigina decide di dedicarsi alla famiglia,  mentre Sabina continua il suo lavoro come dipendente in diversi negozi di abiti da sposa e da cerimonia della provincia di Viterbo. Attualmente lavora presso il negozio di Abbigliamento Batinelli Cerimonia e Sposa a Montefiascone.

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Inaugurazione dell’atelier Eleganza 2000 di  Sabina Bordo e Luigina Olimperi- Piansano, 20 maggio 1990 Nella foto da sinistra Sabina e Luigina

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La moda è fatta per diventare fuori moda.

Se una donna è malvestita si nota l’abito. Se è vestita impeccabilmente si nota la donna.

Coco Chanel

LUIGINA RICORDA ...

Ho iniziato a frequentare l’Atelier di Grazia alla fine degli anni ’70. Avevo 16 anni. Ricordo il mio primo giorno di attività in sartoria. Grazia mi chiese: “Cosa sai fare?”. Risposi: “Non so fare niente!”. In realtà mi fece capire presto che avevo una predisposizione naturale per il mestiere di sarta… 

Sono stata tra le prime ragazze ad entrare in sartoria per imparare e sono rimasta per sei anni. Sabina è arrivata un paio di anni più tardi.  Con lei è nata da subito una sintonia speciale. Abbiamo imparato facendo …

Si lavoravano i tessuti di maglina. All’inizio era necessario prendere familiarità con l’ago, il filo e la innovativa tecnica del punto a quattro con gli spilli, che sostituivano i punti lenti, mai utilizzati da noi. Il passo successivo era quello di imparare ad unire i pezzi dei modelli in maglina con la macchina taglia e cuci. Poi passavi ad imbastire le maniche, le balze nelle gonne, fino ai lavori di rifinitura.  Ci sentivamo seguite e accompagnate da Grazia! Ci diceva spesso: “Ricordatevi che il lavoro della sarta si fa prima di tutto con gli occhi!”.

Capii subito che fare la sarta era la mia strada. Ero curiosa e avevo voglia di imparare. Spesso rimanevo in sartoria oltre l’orario previsto per la nostra attività di apprendiste. Se avevo iniziato un lavoro e Grazia mi chiedeva di terminarlo, finché il vestito  non  era sul manichino non tornavo a casa. Grazia si rese disponibile ad insegnarci a tagliare i modelli. Dopo le ore di lavoro, rimaneva in sartoria  con le ragazze che desideravano imparare il metodo di taglio Ida Ferri. Ricordo quando ci insegnò a tagliare un abito stile impero. Tagliai e cucii l’abito alla mia mamma. Soprattutto nei primi tempi, posso dire  che la mamma è stata la mia prima modella.

Dopo sei anni  di apprendistato nell’Atelier di Grazia, insieme a Sabina abbiamo lavorato per un breve periodo nel laboratorio di confezioni Bandiera a Valentano. Si contribuiva al confezionamento della linea gonna di Fendi. Il metodo di lavoro era quello  della produzione in serie. Non potevi fermarti mai, perché avresti bloccato il lavoro della tua collega! Avevamo imparato ad usare i macchinari necessari ad inserire  nelle gonne le chiusure lampo, le tasche e le cinture. Le misure dovevano essere perfette. Non era ammesso nessun errore. Mezzo centimetro in più o in meno rispetto alle istruzioni ricevute significava consegnare un capo che non sarebbe entrato nel circuito delle vendite. Con Sabina, abituate ad un lavoro molto più creativo, avevamo capito che dovevamo provare un’altra strada.

All’epoca io avevo 22 anni e Sabina 19 … Ci comprammo una macchina da cucire e una macchina taglia e cuci. La nostra sartoria cominciò a prendere forma. All’inizio abbiamo potuto  contare anche sui consigli e sul sostegno di Grazia che incoraggiò la nostra intraprendenza.

Quando nel 1990 Grazia Stendardi decise di ritirarsi dalla professione, abbiamo rilevato la sua attività. e L’atelier Grazia Stendardi  diventò l’Atelier Eleganza 2000. All’epoca io avevo ventisette anni e Sabina ventiquattro.  Soprattutto i primi tempi ci siamo ritrovate a lavorare con la clientela fidelizzata da Grazia. Il suo stile era  caratterizzato soprattutto da abiti da cerimonia realizzati in maglina e abiti da sposa disegnati con drappeggi e ricami preziosi. Ma la moda stava cambiando e con Sabina iniziammo a proporre tessuti nuovi, in particolare la seta, lo chiffon, il cady e il tessuto georgette. Fausto Sarli ispirò molti degli abiti da sposa che realizzammo in quegli anni.

la nostra taglia e cuci
la nostra macchina da cucire

I primi sei anni di attività sono stati eccezionali! Lavoravamo tantissimo… Oltre alla clientela piansanese avevamo clienti che venivano da Cellere, Sovana, Civitavecchia, Valentano, Canino, Ischia di Castro, Farnese, Capodimonte, Marta. Tutti cercavano qualcosa di speciale e unico. I clienti erano disposti a spendere anche molto, pur di avere un abito fatto su misura e che si distinguesse tra gli altri. Con Sabina siamo cresciute insieme, professionalmente e umanamente. La nostra complementarietà ci ha permesso di gestire al meglio i rapporti con la clientela e di sviluppare la nostra creatività. Tante ore di lavoro condiviso, caratterizzato da momenti di concentrazione e silenzio ma anche di tante “chiacchiere”… parlavamo di tutto!!! Soprattutto ci si confrontava su come poter realizzare un nuovo abito e soddisfare una cliente particolarmente “difficile”! Tante mattine la nostra giornata iniziava con frasi tipo: “Sai, questa notte pensavo che potremmo realizzare il corpino così…” oppure  “Ho sognato che disegnavo un tubino con un ricamo così…”.

Dopo un periodo di attività straordinaria,  negli ultimi quattro anni  abbiamo iniziato a capire che il mondo della sartoria stava cambiando… almeno nei piccoli centri, continuare una attività come la nostra diventava complicato. E così nell’anno 2000 la decisione di chiudere per dedicarci al altro, ma senza perdere di vista il mondo della moda che, per me, rimane comunque una grande passione. Attualmente mi dedico alla famiglia ma non ho perso il gusto e la creatività della sarta. 

Continuo a disegnare modelli e a cucire per tenere sempre aggiornato il mio guardaroba e quello di qualche giovane nipote entusiasta e meravigliata del fatto che un vestito si possa “costruire” (come dicono i giovani) piuttosto che acquistare in un negozio… Speriamo che questo stupore sia l’inizio di una inversione di tendenza e che la sartoria ritorni ad essere apprezzata e ricercata… io sarei pronta per ripartire per una nuova avventura… magari ancora una volta insieme a Sabina…

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LE  SPOSE DI LUIGINA & SABINA

FOTOGALLERY  clicca qui

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SABINA RICORDA ...

Ho iniziato a frequentare l’atelier di Grazia nell’ 81.  Avevo quindici anni.  Mi sono trovata sempre bene con lei. Ricordo quando mi insegnava a tagliare gli orli  a mano libera. Mi diceva sempre: “Tu hai il centimetro negli occhi…“ Per me era un grande incoraggiamento. Probabilmente aveva capito che io e Luigina volevamo diventare sarte sul serio… Nella mia esperienza di sarta con Eleganza 2000 e, successivamente, lavorando in vari negozi di abiti da sposa  e da cerimonia, mi è stato molto utile imparare il metodo Ida Ferri con Grazia.  Mi ha insegnato ad utilizzare il centimetro  e a saper prendere le misure ma anche a studiare il corpo della donna.

Il segreto è guardare la persona e memorizzare  le  sue caratteristiche fisiche ….Quando venivano le  clienti che desideravano  un abito da cerimonia o un abito da sposa, ricordo che con Luigina, prendevamo le misure e quando la cliente usciva dal  nostro laboratorio ci scambiavamo le nostre impressioni: “Hai visto?  Ha le spalle curve, ha il seno abbondante, ha i fianchi larghi…”. Ciò significava disegnare il modello dell’abito  tenendo conto anche di queste particolarità.

Un vero abito su misura deve tener conto di tutto questo e il metodo Ida Ferri, secondo me, è ancora oggi validissimo perché educa lo sguardo e il senso estetico. In certi casi è molto più adatto dei metodi basati sulla riga e la squadra, soprattutto quando  il corpo della donna non rientra nelle misure  definite standard. 

Da bambina, ero vicina di casa della sarta Paolina, della quale avete parlato sul vostro sito clicca qui. Quando andavo a trovarla rimanevo incantata dal suo tavolo, pieno di stoffe, abiti in lavorazione, modelli e strumenti del mestiere. Ero particolarmente attratta dai manichini. Dopo aver cessato la sua attività, Paolina venne a sapere  che anch’io avevo intenzione di fare la sarta.  Mi regalò un manichino taglia. Dopo averlo utilizzato durante gli anni di attività con Eleganza 2000 e restaurato con un lavoro di patchwork, ora lo conservo con cura a casa.

Come ha già detto Luigina, anche per me gli anni di lavoro insieme sono stati un’esperienza indimenticabile e un’occasione di crescita incredibile. Ci completavano a vicenda, dove non arrivava una arrivava l’altra. Abbiamo passato dieci anni bellissimi e intensissimi… Dovevamo conciliare il lavoro con la famiglia. Avevamo entrambe i bambini piccoli e le nostre mamme ci hanno veramente aiutato. Da maggio a ottobre si lavorava tantissimo. Era il periodo delle spose. Dalla mattina alle otto fino alle nove di sera rimanevamo in laboratorio, orario no stop.

il manichino della sarta Paolina

Durante l’inverno si lavorava più tranquillamente. La nostra creatività dava il meglio di sé. Ci si dedicava alle nuove collezioni, preparavamo i campionari e si programmava qualche sfilata per la primavera successiva, dove presentare i nuovi modelli. Tra i ricordi più belli quelli in cui riuscivamo a coinvolgere i nostri mariti nei viaggi.  I Fratelli Bassetti Tessuti a Roma e  Schmitz & Lombard a Sesto Fiorentino erano i nostri fornitori. Almeno una volta all’anno,  andavamo da loro per l’acquisto delle nuove collezioni di tessuti moda.  All’epoca non c’era ancora il navigatore satellitare, ed io, figlia di un camionista, ero incaricata di programmare gli itinerari. In quelle circostanze il babbo Nestore era davvero  una risorsa preziosa.

Quando nel 2000 con Luigina abbiamo deciso di chiudere l’attività, io ho continuato a collaborare con  diversi negozi di Abiti da Sposa e da Cerimonia. In particolare mi sono occupata di riparazioni e di lavori di sartoria trovandomi, in alcuni casi, a lavorare con persone più giovani di me e, in altri casi, con persone con più esperienza della mia.

Posso affermare che  condivido volentieri la mia esperienza e le mie conoscenze  con le sarte più giovani e con le ragazze che si avvicinano a questo mondo. Nello stesso tempo, quando vedo degli stilisti che ricamano io ancora mi incanto. Nel lavoro di sartoria, come in tutti i lavori,  la cosa importante è  quella di non smettere mai di avere la voglia di imparare. Io non mi sento mai di saper far tutto. Mi piace ascoltare e mi piace imparare da persone con esperienze diverse dalla mia. Penso ad esempio  ad un incontro con una stilista che disegna borse per un laboratorio della zona.. confrontarmi con lei mi ha arricchito molto. Mi interessa conoscere  le tecniche di ricamo nuove e ancora oggi  imparo molto facendo… Approfitto di quelle situazioni in cui posso vedere  quando si “smonta” un corpino e/o viene montata una stecca o fatta una cucitura con un metodo nuovo… non si finisce mai di imparare .. Io non sono gelosa delle mie conoscenze e allo stesso modo sono felice quando qualche sarta più esperta di me mi insegna cose nuove.

i nostri strumenti del mestiere

Probabilmente, dalle mie parole si capisce che la passione per questo lavoro rimane intatta come il primo giorno. Oggi è molto più difficile mettersi in proprio. Sono tanti gli adempimenti e i costi elevati di gestione di un’attività del genere, soprattutto nei piccoli centri ma, e con questo concludo…  mi capita ancora di sognare, durante la notte, che Eleganza 2000 ha ripreso le sue attività… io e Luigina siamo ancora li a creare, a progettare e consigliare le nostre clienti per aiutarle a vivere al meglio i loro momenti speciali… proprio come facevamo un po’ di anni fa…

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