1/Aurei ricami … I doni della regina Clementina Sobieska di Polonia

PRATICHE PARTECIPATIVE (TIC) & RISORSE EDUCATIVE APERTE (OER)
UN FILO ... PROMESSA DI BELLEZZA!

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Ogni volta che infili l’ago nel tessuto, hai l’impressione di riannodarti a qualcosa, anzi, a Qualcuno… quel filo è una promessa di Bellezza!

… L’arte del ricamo come audacia creativa di una mano che attraverso un filo desidera l’incontro del cielo sulla terra … Ma l’arte del ricamo è anche ri-prendere il filo del discorso che unisce “il saper fare” e il “saper essere” attraverso la vita e  il lavoro nascosto all’interno di un monastero con  il saper ascoltare e saper trasmettere, attraverso il linguaggio simbolico,  il senso ultimo della Storia della Salvezza intrecciato con la storia degli uomini …

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Vitale da Bologna, La Madonna del Ricamo  (1330 – 1340)

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Il Capitolo della Cattedrale di S.Margherita a Montefiascone (Vt) possiede un tesoro di notevole valore artistico e storico, costituito da parati, calici, paliotti, reliquiari, candelieri e altri arredi. Tra i pezzi più pregiati troviamo il “parato in quarto” della Regina, così chiamato perché fu donato alla Cattedrale il 22 settembre 1731 da Maria Clementina Sobieska di Polonia che, proprio a  Montefiascone il  primo settembre 1719, si era unita in matrimonio con Giacomo III Stuart, pretendente al trono di Inghilterra.

I paramenti liturgici sono  stati realizzati in seta, ricamati a filo d’oro con disegni di rose inglesi e  leoni rampanti. I paliottini sono stati ricamati  in oro, a disegni turchi da ambo le parti, su panno scarlatto. Il velo del calice  è ricamato  con la scena del battesimo di Cristo circondata da piccole perle.  La pianeta, il sopracalice,  la borsa  e il paliotto presentano file di piccole perle orientali che sembra facessero parte della dote matrimoniale.  

Cattedrale di S. Margherita (Montefiascone)- Esposizione temporanea  al pubblico dei “Doni della Regina”

IL PALIOTTO DELLA REGINA

Di particolare pregio  il ricchissimo paliotto, lungo tre metri e alto uno, ricamato a filo d’oro su ormesino bianco, anch’esso con disegni di rose inglesi e gigli,  recante al centro lo stemma della Casa regnante d’Inghilterra. Il lavoro di ricamo è meraviglioso, eseguito com’è su un disegno molto complicato e minuto, pieno di rilievi fatti con molti accorgimenti tecnici, allo scopo di  far risaltare in oro lucido le parti maggiormente in rilievo. La tradizione vuole che la regina stessa abbia collaborato di sua mano all’esecuzione del ricamo insieme alle monache del monastero di Santa Cecilia a Roma dove soggiornò per due anni, desiderosa di solitudine e dedita alla preghiera.

Paliotto della regina   Maria Clementina Sobieska di Polonia per l’altare maggiore della cattedrale di S. Margherita a  Montefiascone (Vt), recante al centro lo stemma della casa Regnante di Inghilterra.  

FILI D’ORO TRA CIELO E TERRA ...

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Per sapere cos’è un paliotto, basta entrare in una chiesa ed osservare il fronte inferiore dell’altare che, spesso, è ornato da un pannello decorato. Anticamente si rivestiva  questa parte dell’altare con il “pallium”, un drappo di tessuto che completava il corredo dei paramenti sacri usati durante lo svolgimento delle funzioni religiose. Il paliotto era arricchito da decorazioni dipinte o ricamate che facevano riferimento alla pala che sovrastava l’altare e spesso portava le insegne della casata del committente, per lo più un prelato o un benefattore di nobili natali. Nella tradizione dell’arredo ecclesiastico il palio o paliotto (antependium) ha una notevole importanza in quanto esposto ai fedeli proprio in una posizione frontale dalla sacra mensa estremamente ben visibile, veicolando quindi in modo privilegiato ed immediato il messaggio di fede. Nella Chiesa antica, per la venerazione in cui era tenuto, l’altare veniva circondato di una certa ricchezza e, dove possibile, rivestito di lamine d’oro e d’argento, o almeno di stoffe preziose in ogni parte, o almeno nei due lati principali. Ma dopo il sec. XI, con l’accostamento dell’altare alla parete della chiesa, cioè in fondo dell’abside, se ne rivestiva la sola parte anteriore, donde i nomi di ante-altare, frontale, antependium.

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IL PALIOTTO DELLA REGINA CLEMENTINA ... SIMBOLI & SEGNI

Le vesti ecclesiastiche presentano differenze funzionali tra i diversi tipi e hanno un significato relativo alla scelta dei colori e delle diverse tipologie di fiori. Dal punto di vista religioso è ormai noto come si procedette in maniera capillare dopo la Controriforma e soprattutto dagli inizi del Seicento ad abbellire e fare splendide le sacre funzioni. Nel Settecento il fenomeno continuò e ne sono testimoni le vesti liturgiche rimaste nei corredi esposti in sacrestie e musei: segno indiscutibile che la liturgia continuava ad essere il momento collettivo più importante.

IL COLORE ROSSO
Paliottini (dettaglio)

L’uso di paramenti realizzati con materiali preziosi (sete broccate, damaschi, galloni in oro e argento) era riservato alle cerimonie sacre solenni. Il rosso era proprio dei parati per lo Spirito Santo, per gli Apostoli e per i Martiri ed era usato per l’elezione del Pontefice. Evoca il sangue e il fuoco; è il simbolo dello Spirito Santo e del suo dono d’amore. 

FLEUR DE LYS e ROSA
paliotto (dettaglio)

Nella tradizione cristiana la rosa è associata all’immagine di Maria la quale è detta rosa senza spine cioè senza peccato originale. Il giglio (conosciuto anche col suo nome francese fleur-de-lys), tra i simboli mariani per eccellenza, il giglio in Francia è divenuto, a partire dal Medioevo, l’emblema della regalità. 

FOGLIE D'ACANTO
ricamo a filo d'oro (dettaglio)

Nella simbologia cristiana, le foglie di acanto, con le loro spine, simboleggiano la promessa della resurrezione. Il percorso verso la rinascita è irto di ostacoli, di cadute, di momenti di afflizione e scoraggiamento, affrontando i quali si giunge, rinnovati, alla meta finale.

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FILI D’ORO TRA TERRA E CIELO … L’oro è simbolo di ricchezza, bellezza e regalità. A differenza del ferro, l’oro, che non si ossida, è pure simbolo d’incorruttibilità ed eternità che rimanda a Dio. E’ il primo metallo menzionato nella Bibbia: nel giardino dell’Eden, uno dei quattro fiumi, il Pison «scorre attorno a tutta la regione di Avìla, dove si trova l’oro e l’oro di quella regione è fino» (cfr. Gen 2,11-12). L’incorruttibilità e la preziosità dell’oro nel libro dell’Apocalisse descrivono la città santa, la nuova Gerusalemme, che è «città di oro puro, simile a terso cristallo» (cfr. Ap 21,18-21)

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GLI APPROFONDIMENTI DI ESTROSIDEE a cura Marcello Mari
Nozze regali a Montefiascone

Venerdì 1 settembre 1719, in gran segreto, il vescovo Sebastiano Pompilio Bonaventura nella cappella del palazzo episcopale di Montefiascone, celebrò le “nozze regali” tra Giacomo Stuart, pretendente al trono d’Inghilterra, e la principessa polacca Clementina Sobieska, intorno alla mezzanotte. Lo sposo era giunto a Montefiascone, con un piccolo seguito, nel tardo  pomeriggio del 28 agosto mentre la sposa vi venne solamente il giorno del matrimonio anch’essa arrivando in città a tarda ora.

Assistettero alla cerimonia molti nobili. Non diverranno tuttavia mai sovrani come speravano ardentemente. […] L’avvenimento fu dipinto dal pittore Sebastiano Conca (Gaeta 1680 – Napoli 1764) in un quadro di grandi dimensioni che si conserva nella sacrestia della cattedrale di Santa Margherita a Montefiascone… Leggi tutto

1-SETTEMBRE-1719...-NOZZE-REGALI-A-MONTEFIASCONE.pdf (164 download)

Maria Klementyna Sobieska (1702-1735)

DOCUMENTI/ GLI APPUNTI DI VIAGGIO DI ENRICO BENEDETTO

Il cardinale Enrico Benedetto,  secondogenito di Giacomo Stuart e Maria Clementina Sobieska, giunse a Montefiascone in carrozza, proveniente da Viterbo, martedì 12 luglio 1763.

“… Alle 10 e un quarto giunse a Montefiascone settima posta e smontò al Palazzo del Vescovo, ove celebrò Messa nella cappella domestica del suddetto assistito e servito da due canonici della Cattedrale”. Andò poi a visitare il Vescovo che era malato e lo ringraziò. “…Licenziatosi dal Vescovo andò all’appartamento inferiore … una volta cappella de Vescovi ove furono l’anno 1719 congiunti in matrimonio da Monsignor Sebastiano Pompilio Bonaventura S. M. Giacomo III e Maria Clementina Regina, Suoi Genitori, ove in marmo si legge la presente iscrizione. Segue iscrizione

al di sotto vi è un’ altra memoria concernente il Battesimo di S.A.R. il Principe di Galles fatto dallo stesso Vescovo. Gli furono mostrati nella stessa camera una pianeta di ricco recamo d’oro e perle con suo finimento, un piviale ed altri veli di nobile recamo, formati delle fascie del Principe suddetto; e portate quivi dalla cattedrale ove si custodiscono; nella quale pure discese…. e vi vide un paliotto e le tonicelle delle stesse fascie formate.” Poi visitata la chiesa il cardinale montò in carrozza per continuare il viaggio verso Bolsena.

Mary Jane Cryan,  tratto da “Travels to Tuscany and northern Lazio” (Etruria Editions – Davide Ghaleb Editore-2004)

ARCHIVIO / GEAPOLIS & ESTROSIDEE INSIEME E IN MOVIMENTO …  

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