18 Mag 5/ L’Avalon Ship propone… Esserci così come siamo
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La vostra casa non sarà un àncora ma un albero maestro
Gibran
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Continua la sperimentazione di strategie di comunicazione multimediale nei contesti informali e non formali dell’educazione degli adulti. Attraverso la modalità blended learning e l’utilizzo di una molteplicità di linguaggi, i contenuti proposti stimolano la riflessione su alcuni temi legati allo sviluppo delle competenze culturali, delle competenze sociali e delle abilità personali legate alla consapevolezza di sé, alle capacità empatiche, al saper interagire e al saper lavorare meglio con gli altri….
L’équipe di Avalon Ship ha scoperto il piacere di condividere un progetto comune! Insieme si lavora di più e meglio…
Maternità nell’arte. (da sinistra, Madonna del parto, Pieve di Montefiesole (Fi), XIV sec./ Gustav Klimt, “Le tre età della donna” (dettaglio)1905 / Egon Schiele, Madre e figlia 1913 / Raffaele Borella, Le madri, 1918
Pagina collaborativa a cura dei giovani adulti di Avalon Ship clicca qui
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Sembra solo ieri che ci siamo imbarcati!
Proviamo la stessa emozione che si prova quando si sta per terminare un libro che ci è piaciuto tanto. Tra la ciurma si respira, come al solito, grande entusiasmo ma allo stesso tempo un po’ di malinconia. La nostra mappa di navigazione ci indica che siamo arrivati alla penultima tappa del nostro viaggio!
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Così stiamo tutti sul ponte ad osservare l’avvicinarsi della nuova terra… E’ una bellissima giornata di sole e la nave accarezza placida le onde del mare, non troppi distanti dalle terre dell’ “anulare”, il luogo dove parole come FEDELTÁ, AMORE, GENERARE, MANI e VITE fanno ancora la differenza….
Sarà “Lady Bird” ad accompagnarci attraverso i luoghi e le atmosfere dell’”Isola dell’Anulare”.
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I genitori possono solo dare buoni consigli o metterli sulla giusta strada, ma la formazione finale del carattere di una persona giace nelle sue stesse mani.
Anna Frank
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Siamo nel 2002. La protagonista è una ragazza iscritta all’ultimo anno di un liceo cattolico. Il suo nome è Christine, ma si fa chiamare “Lady Bird”. Abita a Sacramento, una città che non apprezza particolarmente. La sua famiglia è composta dalla madre con cui ha un rapporto molto conflittuale, dal padre (Tracy Letts) con cui è più in confidenza, dal fratello maggiore adottivo Miguel, entrato precedentemente a far parte della famiglia poiché i genitori non riuscivano ad aver figli. La situazione economica della famiglia è molto critica.
Già dalla prima apparizione Christine (Lady Bird) si fa notare: capelli rosa e spirito ipercritico ci mostrano la sua voglia di emergere e la sua indole ribelle.
Particolarmente interessante il lavoro della regista sul personaggio della madre, un personaggio poliedrico e molto intenso nel suo cercare di trattenere le emozioni per non mostrarsi mai fragile agli occhi dei figli. Rigidità che ad un certo punto del film verrà completamente fatta crollare dalla partenza della figlia.
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L’amore di certe madri è come una corda passata intorno al collo del figlio: al minimo movimento di quest’ultimo verso la vita, il nodo scivolando si stringe.
(Christian Bobin)
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[…] Potrei sopravvivere alla scomparsa di tutte le cattedrali del mondo, non potrei mai sopravvivere alla scomparsa del bosco che vedo ogni mattina dalla mia finestra. […] Lo sai, seguo il consiglio: ogni volta che passo davanti ad un mandorlo in fiore mi tolgo il cappello.“
Ermanno Olmi
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