05 Feb Abitare il territorio: una questione di rispetto e di cura
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a cura dell’équipe di Geapolis
contributi fotografici di Gioacchino Bordo
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“Quando muore il corpo, sopravvive quello che hai fatto, il messaggio che hai dato. La scelta di un giovane dipende dalla sua inclinazione, ma anche dalla fortuna di incontrare un grande maestro. Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, […] bisogna coltivare […] il coraggio di ribellarsi. Malgrado l’età io non vivo nel passato, ma nel futuro!
Rita Levi Montalcini
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Oggi ci si sente spesso ripetere: “Chi non ha memoria non ha futuro!”. Fin qui siamo tutti d’accordo. Il problema sorge quando ci si rende conto che…
- la memoria non si compra in un centro commerciale o in un negozio di fiducia, nonostante il mantra “è vincente chi può comprare tutto!!!”
- la memoria non si sviluppa automaticamente con l’età, senza iniziative specifiche di socializzazione e integrazione culturale … essa non segue la moda vigente del “massimo risultato, minimo sforzo”
Sia che ci si riferisca alle analisi di eminenti studiosi di fama mondiale sia che ci si rivolga a raccogliere le opinioni e le testimonianze in un incontro tra amici, l’analisi della società nella quale viviamo fa emergere alcune caratteristiche che sembrano indiscutibili:
- Il VUOTO DELLA MEMORIA, l’assenza di radici storiche e di senso di appartenenza
- l’ APPIATTIMENTO SUL PRESENTE caratterizzato dal lassismo…
- l’ APPIATTIMENTO SUL PRESENTE caratterizzato dall’improvvisazione …..
- il SENSO DI ISOLAMENTO che percepiscono e vivono i GIOVANI, drammaticamente senza passato e senza futuro
- il SENSO DI SOLITUDINE e di inutilità degli ANZIANI quando pronunciano parole mute e inascoltate
- il SENSO DI SCONFITTA di coloro che non possono vantare un ruolo sociale da esibire
- È possibile contrastare questa situazione di partenza?
- È possibile trasformare il VUOTO DI MEMORIA in consapevolezza?
- È possibile trasformare l’ISOLAMENTO In “essere con l’altro?”
- È possibile trasformare la parola della MEMORIA in CULTURA VIVENTE?
Il divario tra generazioni potrebbe diventare un elemento di grande conflittualità se non impariamo a metterci in reciproco ascolto per … imparare dalle generazioni che ci precedono quello che siamo stati e dalle generazioni che ci seguono quello che saremo…
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Geapolis, EstroseIdee e Huse Solutions AB si impegnano insieme per sensibilizzare gli adulti al “senso vivo, dinamico e partecipativo” della memoria e dell’identità culturale, considerate come cura efficace e trattamento preventivo per le lacerazioni intergenerazionali e le incomprensioni latenti …
Attraverso attività di studio, di ricerca azione e sensibilizzazione, la strategia è quella di promuovere una cultura della formazione permanente che permetta di ricomporre la frattura tra “l’eredità dei padri”, ovvero la società e la cultura dei padri, percepita dalle nuove generazioni come conservatrice e antiquata in ciò che dice e in ciò che fa e la necessità dei giovani di adeguarsi alle condizioni frenetiche dell’oggi…
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Nell’ agosto scorso, ci siamo posti alcune domande per cercare di comprendere in che modo e fino a che punto il nostro territorio è un territorio “autenticamente abitato” oppure se prevale l’esigenza di apprendere ad apprendere in che modo “abitarlo” ….
- Che significa abitare un territorio?
- Che cosa vale la pena ancora salvare del nostro territorio ?
- Siamo ancora capaci di perseverare e impegnarci per il bene e lo sviluppo della nostra terra e delle nostre comunità?
- La valorizzazione del territorio locale si limita a mandare in scena riti e miti di un tempo lontano oppure si fa portavoce e protagonista di una promessa di futuro?
- Qual è il “seme buono” da piantare e del quale prendersi cura? In che modo promuovere la consapevolezza di ciò che significa “abitare” un territorio?
- Attraverso quali iniziative è possibile aiutare gli adulti a percepire il proprio territorio e le comunità locali come luoghi intrisi di storia e umanità, non solo da guardare ma da vivere e rendere vivi.
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Abbiamo rivolto queste domande a Maura Orzi, insegnante, esperta in pedagogia del patrimonio, e Bodil Henriksson Johansson, coordinatrice del circolo di studio svedese “Kulturnätverket”/ Cultura in rete
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Il dialogo intergenerazionale e il confronto con l’altro caratterizzano il metodo di lavoro dell’équipe italo-svedese. Vogliamo dimostrare infatti che è possibile sensibilizzare le persone ai temi della conoscenza, della tutela e della valorizzazione del patrimonio e dell’ identità locale e contemporaneamente favorire gli atteggiamenti mentali e le abilità necessarie a vivere in una società multiculturale.
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Vice Presidente di Huse Solutions AB – HÄGGENÅS (SVEZIA) /Coordinatrice del circolo di studio svedese “Kulturnätverket”
Bodil sottolinea gli aspetti dinamici del patrimonio, che considera non un’entità fissa, ma in continua evoluzione: un processo dinamico determinato in gran parte da ogni individuo e dalla comunità. Per lei, conoscere e diventare consapevoli dell’identità e del patrimonio locale significa coinvolgersi nella vita e nella gestione della propria area territoriale, attraverso l’assunzione di responsabilità sociale e civile.
esperta in pedagogia del Patrimonio / Associazione EstroseIdee – Montefiascone (ITALIA)
Maura considera il Patrimonio come “l’eredità dei padri”, ciò che lega il presente al passato e al futuro.. Ne sottolinea in particolare la dimensione affettiva e cognitiva e la funzione di orientamento attraverso un percorso di ricerca e di scoperta estremamente avvincente, sia per sviluppare una autentica coscienza storica sia per comprendere il rapporto tra continuità e cambiamento.
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…. Insieme al patrimonio naturale, vi è un patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente minacciato. È parte dell’identità comune di un luogo e base per costruire una città abitabile. Non si tratta di distruggere e di creare nuove città ipoteticamente più ecologiche, dove non sempre risulta desiderabile vivere. Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale. Perciò l’ecologia richiede anche la cura delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più ampio. In modo più diretto, chiede di prestare attenzione alle culture locali nel momento in cui si analizzano questioni legate all’ambiente, facendo dialogare il linguaggio tecnico-scientifico con il linguaggio popolare. È la cultura non solo intesa come i monumenti del passato, ma specialmente nel suo senso vivo, dinamico e partecipativo, che non si può escludere nel momento in cui si ripensa la relazione dell’essere umano con l’ambiente…
n.143 Lettera Enciclica Laudato sì del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune
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