I giorni delle spose/ All’inizio ero “la forestiera”

I giorni delle spose/ All’inizio ero “la forestiera”

SPAZI VIRTUALI PER APPRENDERE IN ETÁ ADULTA

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Storie di vita… i giorni delle spose

Apprendimento intergenerazionale aperto… un modello relazionale e formativo

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Credo che si debbano “contare i giorni” proprio per tenerli insieme,  per conferire un’unità,

come il filo della collana, che raccoglie le perle,  impedendo loro di disperdersi.

“Contare i giorni” è antidoto  contro la dispersione che minaccia l’esistenza

R. Vignolo

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CIRCOLO DI STUDIO MATRIMONIO & DINTORNI

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Anno 1975: i venti anni di Oliva 

Il racconto autobiografico che proponiamo ci permette di sfogliare le pagine della storia degli anni ’70, caratterizzata da alcuni avvenimenti  che hanno segnato  profondamente l’Italia… Oliva Rizzo  ci  fa fare un salto indietro nel tempo di quarant’anni.. quando le aziende del nord  assumevano, l’economia girava alla grande ma … il desiderio di formarsi una famiglia e mettere radici da qualche parte significava ugualmente  confrontarsi con la sfida di conciliare  il lavoro con la  famiglia,  la sfera affettiva  con  le esigenze concrete, la nostalgia del “paese natio” con l’urgenza di mettere radici altrove.. senza sentirsi “forestiera”….

Quando è arrivata a Piansano,  Oliva era per tutti “la forestiera”… Angela, Lucia  e l’ “Antognina” sono state le prime amiche,  quelle che  concretamente l’hanno fatta sentire a casa .. un’amicizia consolidatasi nel tempo.  Insieme, in un magnifico lavoro di squadra, queste quattro donne  diventarono le protagoniste principali  di due progetti culturali e sociali particolarmente importanti per Piansano. Erano gli  inizi degli anni novanta … A Piansano nasceva  il Corteo storico,  il gruppo  degli  Sbandieratori e non solo …

DOVE E QUANDO INIZIA LA STORIA ...

Anno 1975 a Mozzate, provincia di Como… Oliva Rizzo era una ragazza di 20 anni che lavorava alla Carsol, a Solbate Arno, in provincia di Varese, un’azienda di 1400 addetti, all’epoca uno tra i  più importanti calzifici italiani. Oliva alternava  il suo lavoro tra il reparto confezioni e la mansione di magazziniera. Aveva iniziato a lavorare  nel 1970, dopo due mesi di apprendistato, aveva poco più di quindici anni. Per lei fu un periodo splendido! Guadagnava sulle 150 mila lire al mese, che venivano  pagati  in due rate,  acconto e  saldo  mensile. Quella somma  corrispondeva  all’incirca   alle nostre 1200 euro, ma il potere di acquisto  era diverso … Tra i ricordi più belli di Oliva  ci sono quelli dello shopping,  quando con le colleghe di lavoro si andava a Varese, per acquistare l’ultimo modello di stivali ..

È nel 1975 che Oliva incontra Guido. Dopo tre anni di fidanzamento  il grande passo: il matrimonio…  Oliva lascia la Lombardia,  il lavoro, i suoi amici, uno stile di vita sicuramente diverso da quello che la attendeva. Destinazione Piansano…  Ora sarà Oliva a raccontarci la sua storia

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UN MATRIMONIO MOLTO ORIGINALE ....

Il periodo del fidanzamento  e il nostro matrimonio sono stati completamente fuori dagli schemi. Abbiamo disorientato tutti, parenti e amici… Invece che nel paese della sposa, come da tradizione consolidata, almeno all’epoca, il matrimonio venne celebrato nel paese dello sposo, a Piansano.  Per di più di sabato, all’epoca non era ancora mai successo! Ci siamo sposati  il 22 luglio 1978 … 

Ricordo che la mattina del matrimonio ci fu una discussione molto animata… Scoprii all’ultimo momento che  la tradizione di andare in chiesa a piedi doveva fare i conti con il  dover passare in mezzo al mercato settimanale.  Fui presa dal panico. Dissi che non l’avrei mai fatto, che volevo una macchina e che, se necessario, l’avrei guidata io… Mi si avvicinò mia suocera, mi guardò e mi disse:  “Se eri brutta ti dicevo io di uscire con la macchina ma sei bella e sono io che ti dico di uscire cosi…”. Feci un grosso respiro e uscii di casa..  Tagliai il nastro, come era usanza a Piansano e al braccio di mio padre attraversi il paese fino alla chiesa.

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Fra il desiderio profondo di legarsi, di impegnarsi corpo e anima, e il desiderio ugualmente profondo di conservare la propria libertà, di sfuggire ad ogni legame, che caos! Ma per vivere queste esigenze contraddittorie e di pari dignità senza venir dilaniato, non c’è da aspettare soccorso  né dalla filosofia, né dalla morale, né da nessun sapere costituito…  Probabilmente i soli modelli adatti a consentirci di procedere sono l’alto volteggio e l’arte del funambolo. Un matrimonio non si contratta. Si danza. A nostro rischio e pericolo 

Christiane Singer

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