La storia di Mattia/ La linfa della vita … oltre la dislessia

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La  linfa della vita …Oltre la dislessia, verso i propri sogni!

La storia di Mattia … un ragazzo che non ha avuto paura di sognare

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di Mattia Russo

Questa è la mia  storia… la vicenda di un ragazzo dislessico e  del  suo sogno…

Questa è  la storia di un ragazzo che non ha avuto paura di sognare, malgrado tante persone, in passato,  gli avessero imposto di smettere di farlo…

Questa è  una fiaba avvenuta per davvero che  narro  con il cuore  in mano e tanta  umiltà!

Ho pensato di dare a queste righe il titolo del primo racconto che scrissi quando ebbi il coraggio di riprendere in mano definitivamente i miei sogni, tornado così del tutto a lottare dopo il mio periodo di buio: “La linfa della vita”,  cioè i nostri sogni, vale a dire ciò che rende la nostra esistenza  degna di essere vissuta.

La frase che più di tutte ha rappresentato la mia vita e il mio modo di pensare, appartiene alla  colonna sonora del film  “La storia infinita”, tratto dall’omonimo libro di  Michael Ende, uno dei libri e dei film, secondo me, più belli  prodotti negli ultimi decenni.

Essa recita: «Reach the stars, fly a fantasy, dream a dream, and what you see will be», che significa « Raggiungi le stelle, lascia volare la fantasia, sogna un sogno e ciò che vedi diverrà realtà», concetto a mio avviso  che si riveste di un significato magico… quello di non smettere mai di sognare, perché non c’è  niente di veramente irrealizzabile se si possiede il coraggio di  puntare in alto verso le stelle, immaginando un futuro migliore.

Questa è la mia  storia… la vicenda di un ragazzo dislessico e  del  suo sogno… Questa è  la storia di un ragazzo che non ha avuto paura di sognare, malgrado tante persone, in passato,  gli avessero imposto di smettere di farlo… Questa è  una fiaba avvenuta per davvero che  narro  con il cuore  in mano e tanta  umiltà! Ho pensato di dare a queste righe il titolo del primo racconto che scrissi quando ebbi il coraggio di riprendere in mano definitivamente i miei sogni, tornado così del tutto a lottare dopo il mio periodo di buio: “La linfa della vita”,  cioè i nostri sogni, vale a dire ciò che rende la nostra esistenza  degna di essere vissuta.

C'ERA UNA VOLTA UN BAMBINO CHE ...

La  linfa è un qualcosa che dona forza vitale ed energia, ciò che permettere di crescere e di divenire sempre più forti.

Allo stesso modo fanno i nostri sogni, raggiungerli non è mai semplice e il percorso che ci separa dalla  loro realizzazione è denso di difficoltà.  

L’unica speranza che abbiamo per superare questi problemi è quella di metterci in gioco, affrontando gli ostacoli, per poter crescere e progredire sempre di più.

Per questo i sogni sono la linfa della vita. Oltre ad essere ciò che ci dona uno scopo durante la nostra esistenza in questo pianeta, ci permettono di crescere e progredire nel tentativo di raggiungerli, rendendo così  il nostro cammino una vera avventura degna di essere vissuta fino in fondo. Ad ogni modo, la favola che oggi vi vorrei raccontare inizia così…

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C’era una volta un bambino che, anche se  iniziò a leggere e scrivere più tardi rispetto ai suoi compagni di classe, manifestò sin da subito la sua  grande vocazione: quella di narrare storie. 

Sebbene molto piccolo era in grado di scrivere fiabe considerate di ” buona fattura”, per un bimbo della sua età…

IL BAMBINO PIANO PIANO CREBBE, DIVENTANDO GRADUALMENTE UN RAGAZZO ...

Un grande amore per la lettura… Il bambino piano piano crebbe, diventando  gradualmente un ragazzo  con una grande sete di conoscenza. All’età di nove anni sviluppò il grande amore per i classici della letteratura (come ad esempio  “Dracula” di Bram Stoker, “Il giro del mondo in ottanta giorni” di Jules Verne, “Il giardino segreto” di Frances Hodgson Burnett, “Oliver Twist” di Charles Dickens, “Il Corsaro Nero” di Emilio Salgari e molti altri), per le leggende e le tradizioni popolari (sia per quelle che toccano il patrimonio folcloristico mondiale, ad esempio quelle del grandissimo Re Artù, personaggio che il bambino ammirava particolarmente, ma anche quelle meno note, che riguardavano il suo territorio, come quelle di Agilla, la bellissima ninfa che  dimorava nel Lago Trasimeno).

All’età di undici anni si avvicinò alla mitologia greca, egiziana e norrena (greca soprattutto). Molto affascinanti erano per lui, ad esempio, la storia  sulla nascita degli dei, del rapimento di Persefone e l’Illiade  e l’Odissea.

A dodici anni sviluppò il grande amore per  la storia. Era appassionato in particolare delle genealogie  e delle biografie dei gradi sovrani d’Europa (ad esempio della storia della dinastia dei Tudor e di quella dei Romanov. Su tutti era affascinato da Elisabetta I d’Inghilterra, figura storica che il ragazzo  ammirava moltissimo).

Egli provava ammirazione  anche per tutti i protagonisti dei libri considerati dal mondo “piccoli”, come ad esempio Bastian della Storia infinita o Frodo del Signore degli anelli, quei personaggi che quindi all’apparenza potevano sembrare  deboli, ma che chiamati a compiere grandi missioni erano in grado di diventare dei “giganti”, tirando fuori il meglio di sé, combattendo con coraggio davanti alle avversità, dimostrando a tutto e tutti di essere molto più rispetto a ciò che apparivano.

Il bimbo durante la  presentazione di un libro da lui letto per un progetto della sua vecchia scuola elementare

Il ragazzo cresceva ed era particolarmente attratto dalle canzoni di  Fabrizio De Andrè.  Adorava  la magia presente nei testi delle sue canzoni. Le sue canzoni preferite erano  “Geordie”,  Il Fiume Sand Creek “e  “La città Vecchia”…

FARI LUMINOSI LUNGO IL CAMMINO

Il nonno Antonio… Altra persona che  rappresentava un grande punto di riferimento, era suo nonno Antonio. Egli era nato nel 1927 ed aveva vissuto  la seconda guerra mondiale. Il bambino  era affascinato  particolarmente dalla storia di un fratello maggiore del nonno, Saverio, a quanto pare un ragazzo meraviglioso, che a diciannove anni partì per le guerra, senza  purtroppo fare ai più ritorno.

Il Bimbo con il nonno e la sorellina Arianna

Nonno Antonio era inoltre una persona con una grande sete di cultura, che sebbene non ebbe la possibilità di progredire particolarmente con gli studi durante la sua infanzia, recuperò prendendo il diploma di terza media attraverso la scuola serale d’adulto. La sua libreria era piena di libri, che durante la vita aveva comprato al figlio, per permettergli di approfondire la sua cultura. Egli era inoltre un ex carabiniere, che forse per il senso dell’onore che aveva intrinseco all’anima sua, non lasciò mai “spiritualmente” il distintivo, anche dopo la pensione. Insomma,  una persona dalla grande sete di cultura che aveva reso la sua vita una vera avventura degna di essere vissuta.

IL BAMBINO SI RIVELÓ ... DSA: I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO SI TRASFORMANO IN SFIDA

Cosa certa restava comunque  il fatto che il bambino, che  a questo punto della storia era diventato un ragazzo, non era  sicuramente poco dotato di acume, era  sveglio, con  una grande passione per lo studio, soprattutto  verso le materie umanistiche. C’era tuttavia un problema: “sfortunatamente” si rivelò DSA, cioè un bambino con Disturbi Specifici d’Apprendimento.  Il ragazzo, nello specifico, aveva problemi con la scrittura, che esteticamente  appariva poco gradevole, era inoltre facile che potesse commettere errori di ortografia; presentava anche un po’ di difficoltà con l’ inglese e la  matematica (le discipline scolastiche in cui si studiano linguaggi alternavi all’Italiano) e poteva capitare che a volte leggesse male le parole. Entrava poi in possesso delle informazioni in maniera diversa dagli altri, con metodi di studio alternativi e con tempistiche proprie.

I “sintomi” DSA (Disturbi Specifici di apprendimento)  possono essere  distinti in diverse categorie, a seconda del tipo di difficoltà:

Dislessia: Sarebbe il disturbo della lettura, chi ce l’ha  può avere talvolta  alcuni problemi nel leggere le parole.

Disortografia e Disgrafia: Che toccano la scrittura, la prima si manifesta attraverso delle problematiche nella competenza ortografica e nella competenza fonografica;  la seconda, riguardante la grafia, intacca l’abilità motoria della scrittura.

Discalculia: Disturbo che colpisce l’abilità ad operare con i numeri

Vorrei, se il gentile lettore avesse desiderio di farlo, portare la sua attenzione  verso una delle pagine di uno dei quaderni del ragazzo, risalente a qualche anno prima,  durante il periodo delle scuole elementari. Che cosa mostra questa pagina? Un progetto che amò con tutto il cuore, dove la classe conobbe per la prima volta le biblioteche, con le relative componenti e funzioni.

Ciò che vorrei mostrare attraverso queste  poche righe è come la scrittura del bimbo, malgrado ci mettesse tutta l’anima per evitare che ciò accadesse, fosse difficile da comprendere e piena di errori.

Questo signori miei significa essere DSA. Queste carenze non sono un’invenzione dei genitori per giustificare la pigrizia dei propri figli (cosa cui molti insegnanti al giorno d’oggi ancora credono); esse costituiscono un problema serio, che fa soffrire le persone.

I compagni di classe, ma anche alcuni adulti,  non esitarono ad etichettarlo quindi come stupido; gli fu sconsigliato di  procedere con gli studi in generale, figuriamoci con quelli umanistici,  che invece  rappresentavano il suo più grande sogno.

Per un ragazzino di tredici anni sentirsi dire queste cose non è affatto bello, quindi come si può facilmente immaginare, l’adolescente si lasciò andare, smettendo così totalmente di studiare, credendo che comunque sarebbe stato inutile, convinto purtroppo dalle idee di chi non credeva in lui.

LE PERSONE NON ESITARONO A CHIAMARLO STUPIDO ... I MOMENTI DI BUIO E SOLITUDINE

Rinchiuse in un cassetto insieme a tutti i suoi sogni anche i suoi racconti, mettendo da parte la sua passione per la scrittura creativa; tanto  pensava sarebbe stata un fallimento, proprio come sembrava essere destinata a  divenire la sua vita. Iniziò anche a cambiare nel porsi con le persone, a vestirsi secondo lo stile “Dark”, poiché  esso rappresentava un riflesso di ciò che il suo spirito  in quel momento provava. Causa anche il suo modo alternativo di vestirsi, la vita tra i suoi coetanei non fu affatto semplice. Questo è l’effetto che si può fare nel catalogare una persona  e nel tagliargli le ali,  la si annienta interiormente, incatenandola in un’oscurità da cui è difficile uscire.

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Fu così che il ragazzo si ritrovò in un istituto superiore che non aveva scelto, che sicuramente non gli avrebbe trasmesso le medesime emozioni che avrebbe potuto vivere frequentando il liceo classico.

Era quasi completamente solo, si sentiva poco dotato intellettualmente e non aveva, a parte una persona, alcun amico… Solo i membri della sua famiglia, in particolare suo padre e suo nonno, non avevano mai smesso di sostenerlo.

Qualcosa dentro di lui tuttavia cambiò quando gli fu consegnata la prima pagella: era così piena di insufficienze…Come aveva fatto a ridursi in questo modo? Come aveva potuto permettere che altre persone gli facessero ciò?

“Fragilità  alla deriva”. Foto di Eleonora Braida

A quel punto decise che niente e nessuno poteva arrogarsi il potere di dirgli cosa fosse o non fosse in grado di fare. Quel pomeriggio così tornò a casa, riprendendo  a studiare  tantissimo.

Nel corso del tempo esercitò la mente, leggendo libri su libri e scrivendo altrettanto, esercitando così anche la scrittura (copiava frasi prese da internet, ancora non aveva ripreso in mano la scrittura creativa). Incontrò anche alcuni  professori che credettero in lui, ed amici nuovi, che lo accettarono esattamente per quello che era.

LA FORZA DELL’AMICIZIA

L’amicizia fu senza dubbio uno degli  ingredienti più importanti che favorirono la sua trasformazione. Essa, a mio avviso, ha un potere grandissimo, rappresentando a tutti gli effetti una bellissima forma d’amore. La vera amicizia è una delle forze primordiali dell’universo, è difficile da trovare, ma quando la si incontra, può fare magie. Il vero amico è colui  che ti rimprovera quando fai le cavolate, ma anche colui che ti incoraggia e ti sostiene nel momento del bisogno, colui che ti risponde al telefono alle 2.00 di notte in caso di necessità, colui con  cui puoi non avere paura di essere te stesso, la persona con cui puoi stare ore seduto in riva al mare senza dire una parola. Questa è la vera amicizia, un legame che, come tutte le forme d’amore  può abbattere i confini dello spazio e del tempo. Giocò un ruolo fondamentale l’amicizia con le ragazze, una su tutte: Eleonora Braida, colei con la  quale affrontò i demoni dell’adolescenza uno dietro all’altro, amandosi e rispettandosi come fratelli sin dal primo momento.

L’AMICA ELEONORA: “LA STORIA DI MATTIA MI HA COLPITO NEL PROFONDO”

E’ stato  impressionante leggere la testimonianza di Mattia, nonostante  abbia ascoltato  la sua storia già diverse volte da quando  lo conosco. Le sue parole mi hanno  spinta a ragionare ed a pormi diverse domande, come spero che facciano anche tutte le altre persone che le  leggeranno. 

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Eleonora, credendo sempre nel ragazzo e nelle sue capacità, accettandolo anche quando il mondo lo etichettava come “sfigato”, lo incoraggiò sempre ad inseguire i propri sogni. Mi è stato domandato se ci sia qualche differenza tra amici dello stesso sesso e amici del sesso opposto… Io rispondo di  si, ma solo nella forma in cui si manifesta l’amicizia, perché i contenuti restano sempre gli stessi. Prima di tutto andrebbe abbattuta la barriera psicologica che vede impossibile l’amicizia tra maschi e femmine. 

Il ragazzo con le sue ” muse”, che nell’adolescenza e nell’età adulta contribuirono alla sua trasformazione, rendendolo la persona che è oggi.

Da  adolescente ero un ragazzino emotivo e per questo facevo fatica a legarmi ad altri maschi. Mi sono ritrovato all’alba della maggiore età ad avere una manciata di legami poco profondi con ragazzi (con mio grande rammarico), ma grandissime amicizie con ragazze… Senza di loro non so dove  sarei oggi. In ogni caso, fatta luce sotto questo aspetto, gli uomini talvolta possono avere difficoltà ad esprimere a parole l’affetto, ma secondo me lo fanno parecchio con i fatti, mentre le donne  hanno meno timore di esprimere la loro emotività attraverso il dialogo, quindi mi fu molto più facile legarmi alle seconde. Tornando alla storia del nostro protagonista, fu  così che si lasciò scivolare di dosso gli indumenti dark, insieme a tutta l’oscurità che portava nel cuore, iniziando una nuova fase della sua vita.

LE INSEGNANTI ...

La svolta definitiva  la ebbe a sedici anni, quando conobbe una delle docenti più importanti del suo cammino scolastico: la professoressa Filomena Ferrigno, insegnante di Letteratura e Storia presso l’ “IIS Giordano Bruno” di Perugia.

Un giorno fece fare ai ragazzi un tema, era di carattere storico, ma partendo dall’avvenimento della scoperta dell’America, era stato chiesto agli studenti di ideare un racconto, giocando anche un po’ con l’immaginazione. Fu la storia che venne fuori da questa elaborazione che colpì particolarmente l’insegnante, che diede al ragazzo il primo voto alto ad un tema d’italiano di tutta la sua vita. La professoressa, donna dalla grandissima sensibilità ed empatia, si accorse del grande desiderio dell’adolescente di rimettersi in gioco e lo stimolò a riprendere in mano la scrittura creativa.

Il primo  racconto che egli scrisse, come ho anticipato,  s’intitolava ” La linfa della vita”, proprio come questo articolo.  Una storia dal sapore  autobiografico, che narrava le vicende di un ragazzo che nell’Inghilterra medievale, sognava di imparare a leggere e scrivere (un po’ come il protagonista della nostra storia, solo che mentre lui era dislessico, Albert, il  personaggio principale del racconto da lui scritto, era  molto povero e analfabeta). Alla fine   Albert riusciva a realizzare il suo sogno, insegnando così ai lettori che credere in un qualcosa e  lottare per ottenerlo, per quanto avverse siano le condizioni iniziali, valga  sempre la pena. La professoressa amò particolarmente questa storia e lo stimolò a scriverne sempre di più, portandogli anche i bandi per diversi concorsi di scrittura creativa.

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Alcuni ragazzi dell’ex 5B indirizzo biologico ed i migliori amici del ragazzo, riuniti per ” fare i tifo”  il giorno della sua proclamazione e  per celebrarlo alla  festa di laurea. La classe, dopo un iniziale disorientamento, non ha mai smesso di sostenerlo ed alcuni suoi membri, a distanza di anni dal diploma (anno scolastico 2012/2013), sono accorsi in quel giorno speciale per celebrare la sua vittoria 

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Fu così che ritirò fuori dal cassetto in maniera definitiva i suoi racconti insieme a tutti  i suoi sogni. Questa fu per lui l’ultima spinta necessaria, che gli diede la forza di “tornare a guardare le stelle” nuovamente. Più il ragazzo scriveva, più migliorava  la sua scrittura, ridimensionando sempre di più  le sue sintomatiche DSA. Successivamente la docente non si limitò solo a questo: gli fornì diversi approfondimenti su diversi argomenti storici, per poter approfondire questa sua sete di cultura.

Altra persona molto importante fu la professoressa Alissa Notari, attualmente  Funzione Strumentale per l’Inclusione e Referente per DSA/BES dell’istituto “IIS Giordano Bruno” di Perugia. Questa donna meravigliosa  insegnò al ragazzo a non aver paura della sua particolarità, standogli vicino ed incoraggiandolo, oltretutto, insieme alla professoressa Ferrigno, nella sua passione per la scrittura creativa. Nella memoria  del ragazzo ancora oggi giace un ricordo: una interrogazione in cui, a causa di una parola letta male, cambiò completamente il concetto di una frase: ” La membrana INTORNO ” alla cellula  “diventò la membrana INTERNA” alla cellula. L’insegnante che interrogò l’adolescente, essendo, questo, stato un errore dovuto alle sue particolarità,  non lo penalizzò e questo ad alcuni dei suoi compagni non fece  affatto piacere (non per cattiveria, ma perché ancora non si rendevano conto pienamente della situazione). 

Il ragazzo per questo motivo fu parecchio giù e proprio grazie all’incoraggiamento della  professoressa Notari trovò il modo di rimettersi in piedi, di fare un bel discorso ai propri compagni di classe,  e questa volta toccò i loro cuori pienamente. Da quel momento lo sostennero fino alla fine. Progressivamente, nel corso degli anni, la situazione migliorò sempre di più. La dislessia non sarebbe mai sparita del tutto, ma, a forza di esercitare la mente, essa non rappresentò più un problema, svanendo quasi totalmente.

 

Si diplomò con 96/100  senza essere nemmeno mai rimandato in alcuna materia e si iscrisse finalmente alla facoltà di lettere. Anche li ebbe la fortuna di incontrare molti professori meravigliosi che credettero fortemente in lui, lavorò sodo, superando subito tutti gli esami di latino (la materia per cui fu considerato troppo poco dotato intellettualmente per  studiare), coronando il suo percorso in questo ambito, con un bel 30/30 all’esame di letteratura latina. 

Il ragazzo nelle tre fasi della nostra storia. La prima foto a sinistra  risale al primo superiore, quella centrale al quinto (poco prima del diploma) l’ultima al giorno della laurea.

Martedì 14 Febbraio 2017 il  ragazzo  è stato proclamato 105 volte dottore in lettere, realizzando così il suo grande sogno.

CON LA FORZA DELLA FRAGILITÁ ... VERSO IL FUTURO

A questo punto,  lo  sguardo del ragazzo è orientato al futuro con un sogno ancora più grandediventare un insegnante.  

Coltiva il suo sogno portando nel cuore ed ammirando soprattutto quattro persone:  le insegnanti che lo hanno aiutato a credere in se stesso e nei suoi talenti durante il periodo delle scuole superiori, insieme alla professoressa Aurora Piampiano, anche lei insegnante di materie letterarie presso l’ “IIS Giordano Bruno” di Perugia.  Nel 2016, durante il tirocinio previsto dal suo percorso universitario, la professoressa Aurora gli  insegnò il segreto che fa di un insegnante, un insegnante super… l’amore per i ragazzi  e il desiderio di offrire loro, attraverso le discipline,  le chiavi di lettura del mondo che li attende fuori  dalle aule scolastiche…

Ancora un incontro ha offerto un nuovo tassello alla mappa che lo sta orientando verso il futuro.  È  quello con Alessandro D’Avenia, celebre autore e grandissimo insegnante, conosciuto grazie ad un’amica  e che,  il giorno della festa di laurea,  gli regalò un libro meraviglioso: “L’arte di essere fragili” …

Il ragazzo ora è consapevole della sua forza…  la capacità di saper scoprire i propri talenti nascosti in mezzo ad una  vitale fragilità.

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Quest’ immagine, che ho catturato al Lago Trasimeno qualche mese fa, rappresenta benissimo, a mio avviso, l’essenza della “Linfa della vita”. Quel che un tempo fu un piccolo seme è oggi un grande albero, che traboccante di vita e di forza si regge maestoso sulle rive del lago, proprio nel punto in cui il cielo incontra le acque, dove si origina il tramonto, il portale verso l’infinito, in grado di rapire  la nostra anima, proiettandola verso l’universo dei nostri pensieri e delle nostre riflessioni, dominio dei nostri sogni.

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PER ANDARE OLTRE

Siti consigliati per approfondire l’argomento ” DSA “: www.aiditalia.org

Letture consigliate per  riflettere:

“La storia infinita” di Michael Ende

“L’arte di essere fragili” di Alessandro D’Avenia

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