Henri Bergson … L’apprendimento tra intelligenza & intuizione

Henri Bergson … L’apprendimento tra intelligenza & intuizione

foto by Gioacchino Bordo 

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Ottimo sportivo, da giovane   vedeva anche nella pratica sportiva, più che la ricaduta nella forma fisica, un’occasione di crescita in autostima. Dichiarava: “Quel che apprezzo in modo particolare negli sports è la fiducia in se stessi che fanno nascere nell’uomo che li coltiva”.

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Bergson nacque a Parigi da famiglia ebraica di origine irlandese nel 1859. Dopo il liceo,  intraprese gli studi di matematica e filosofia alla Normale di Parigi. Sin da giovane tenne sempre distinte realtà e scienze, ravvedendo soprattutto nella spiritualità una chiave di lettura della vita e del mondo circostante. Nel 1889 iniziò le pubblicazioni con la tesi per il dottorato in filosofia ‘Saggio sui dati immediati della coscienza’, destinata a divenire la più importante fra le sue opere, a cui seguirono ‘Materia e memoria’ e ‘L’evoluzione creatrice”. Ultimati gli studi, si dedicò all’insegnamento nei Licei di Angers e di Clermont-Ferrand, per passare poi in quelli parigini ‘Rollin’ ed ‘Enrico IV’. Nel 1891 sposò la diciannovenne Louise Neuburger, cugina dello scrittore e poeta Marcel Proust. Per saperne di più clicca qui 

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In principio Bergson si dedica soprattutto a studi scientifici, ma presto matura la convinzione che le scienze non sono in grado di spiegare ogni cosa. La scienza infatti, dei propri oggetti, vede solo l’aspetto quantificabile, perché si limita a misurare. Vi sono però esperienze che non possono essere misurate: i pensieri, le percezioni, la coscienza, la creatività, la libertà, la vita. Queste realtà infatti si distinguono secondo criteri qualitativi e non quantitativi.

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LE DOMANDE

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  • Cosa significa essere intelligenti?
  • Per svolgere efficacemente un lavoro è più importante sviluppare l’intelligenza o la volontà?
  • Qual é la differenza tra l’istinto e l’intuizione? 
  • Che cosa é  il buon senso e a cosa serve? Il buon senso si può insegnare o è innato?

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UNA RIVOLUZIONE DEL PENSIERO CHE NASCE DA UNA STORIA D’AMORE SPECIALE ...

“Sono sicuro, avendo visto il rapporto con Jeanne, che molti aspetti importanti della filosofia di Henri

Bergson si spiegano con questo rapporto, questa fonte sconosciuta”.

Jean Guitton

Henri Bergson si mise a riflettere su questi temi. Determinante fu la sua relazione con la figlia Jeanne, sordomuta dalla nascita. Ecco quello che scrive sul mondo delle percezioni in “Materia e memoria”, testo fortemente influenzato dal rapporto con la figlia. Il filosofo impara da lei a riflettere sull’importanza della costruzione delle immagini mentali tramite le percezioni:

“Facciamo finta che non conosciamo nulla sulle teorie della materia e su quelle dello spirito, che non sappiamo nulla delle discussioni sulla realtà e l’idealità del mondo esteriore. Eccoci qui in presenza di immagini, nel senso il più largo che ci sia, immagini percepite quando apro tutti i miei sensi, non percepite se li chiudo. Tutte queste immagini agiscono e reagiscono le une sulle altre…”

Jeanne imparerà a scrivere con il padre, il filosofo, ed insegnerà a lui a comprendere il funzionamento delle nostre percezioni come registratore d’immagini molteplici e variegate, d’impressioni che diventano anche ricordi che organizzano le basi per la costruzione del pensiero.

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EDUCARE I SENSI ...

Henri Bergson scopre con Jeanne il mondo infinito delle percezioni, della loro ricca capacità di produrre immagini mentali. Scrive Bergson, a proposito dell’importanza di educare i sensi, cosa che aveva verificato e appreso con Jeanne:

“I nostri sensi hanno bisogno di educazione. Né la vista, né il tatto arrivano a localizzare immediatamente le loro impressioni. Una serie di comparazioni e d’induzioni é necessaria, con le quali coordiniamo poco a poco le nostre impressioni le une rispetto alle altre”.

Lo stesso Bergson racconterà all’amico Guitton che aveva imparato ad avere un ‘supplemento d’anima’ grazie alla figlia Jeanne, la quale  vivrà un rapporto di grande unione intellettuale con il padre.  Quest’ultimo parla spesso con ammirazione della figlia che definisce una ‘esperta grafologa’. Jeanne a sua volta accompagnerà suo padre nella sua ultima battaglia per la dignità umana, quando il filosofo, ormai paralizzato da anni per l’artrite reumatoide, si fa portare su una sedia al municipio di Parigi (poco prima di morire).

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Siamo nel 1941, la capitale francese é occupata dalle truppe tedesche che hanno cominciato a deportare gli ebrei. Bergson era di origine ebrea, ma convertito al cattolicesimo. Tuttavia,  di fronte alla barbaria nazista, decide di affermare la sua origine, in solidarietà con i suoi fratelli ebrei perseguitati. In questo viaggio il filosofo, diventato disabile, viene accompagnato dalla figlia Jeanne che custodirà la memoria e l’opera del padre. Dopo la guerra affermò parlando del rapporto con il padre:

“Ho imparato da lui l’amore per la vita, l’importanza del movimento per crescere e anche la bellezza dell’esistenza”.

TEMPO ... DURATA ... INTELLIGENZA ... INTUIZIONE ...

Per la scienza il tempo è una successione d’istanti tutti uguali. Ma l’esperienza quotidiana che ne abbiano è differente: talvolta il tempo scorre lento, altre volte veloce e gli istanti sono sempre diversi uno dall’altro.  L’aspetto qualitativo della vita può essere colto non con la scienza ma con l’intuizione.  L’intuizione si fonda infatti sull’armonia tra noi e l’oggetto e ce lo fa comprendere nella sua essenza. L’intuizione è conoscenza intesa come esperienza di vita e non solo comprensione intellettuale.  

LO STILE PEDAGOGICO DI UN MAESTRO

Bergson non può essere definito un pedagogista in senso stretto. Eppure il suo pensiero filosofico riveste un notevole interesse pedagogico in quanto mette in luce la preoccupazione e  l’interesse per la dimensione  educativa. Bergson è condotto da una  personale esperienza professionale ed umana a  riflettere su alcuni aspetti dell’educazione dell’intelligenza e della volontà. L’attività docente occupò Bergson per sedici anni nella scuola secondaria, prima di cominciare l’insegnamento al Collége de France, che mantenne per altri sedici anni.

I suoi scritti, quelli che più propriamente possono definirsi di carattere educativo, nascono direttamente entro questa attività didattica e dalla pratica pedagogica. Da essi si ricava il  profilo di un pensatore con una autentica passione non soltanto per l’insegnamento ma per l’educazione nel suo significato più completo.

1927: PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA

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Henri Bergson, Premio Nobel per la Letteratura 1927 (Francia)

«In riconoscimento delle sue ricche e animate idee e della brillante capacità con la quale ha saputo esprimerle»

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“Il mio stato d’animo, avanzando sulla via del tempo, si arricchisce continuamente della propria durata: forma, per così dire, valanga con se medesimo. Se la nostra esistenza fosse costituita di stati separati, di cui un Io impassibile dovesse far la sintesi, non ci sarebbe per noi durata… La durata è l’incessante progredire del passato che intacca l’avvenire e che, progredendo, si accresce. E poichè si accresce continuamente, il passato si conserva indefinitamente. …  Ovunque dove qualcosa vive, essa ha  aperto, a fianco, un registro dove il tempo vi è registrato  

H. Bergson, L’evoluzione creatrice

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