“Punti d’incontro…” con Teresa Zaja

Per me il ricamo non è solo “un momento di relax”. Considero il tempo dedicato al ricamo un momento di arricchimento, di crescita personale che mi permette di esprimermi, di esternare quello che porto dentro, “di trasfigurare” con ago e filo quello che vedo, di trasformare, di personalizzare il modello o il disegno che costituisce il punto di partenza. Ciò mi permette di sentirmi creativa ed originale... mi permette di far emergere e far crescere le potenzialità e le abilità che porto dentro di me... (Teresa Zaja)

In che modo si é  avvicinata al mondo del  ricamo?  Ci può  raccontare brevemente il suo  percorso?

Negli anni ’90, dopo essermi dedicata all’insegnamento, decisi di impegnarmi in una attività che mi ha affascinato fin dall’infanzia, il ricamo. Iniziai così a cercare a Verona una scuola per imparare il punto Venezia. Mi venne suggerita la scuola di ricamo “Don Mazza”. Non né sapevo nulla di questa scuola, tanto meno dell’importanza storica e culturale che aveva avuto fin dal 1828. La figura del fondatore, il sacerdote veronese Don Nicola Mazza, che imparai a conoscere progressivamente, mi ha fatto apprezzare ancora di più il ricamo come arte e mi ha spinto a condividerne la metodologia.

Secondo lei, nel ricamo prevale l’aspetto della tecnica, della disciplina, della passione per ciò che si fa? Che altro?…. In che modo questi aspetti si integrano e interagiscono tra loro?

Ho riassunto in tre “P”: passione, pazienza, precisione, lo schema da seguire per ottenere buoni risultati.  La tecnica è alla base, poi la passione porta a fare varianti senza deviare da punti fermi: scelta del tessuto di ottima qualità, filati adeguati per l’esecuzione del ricamo, colori resistenti al lavaggio, aghi di vario spessore a seconda della tecnica da utilizzare. Per me il ricamo è una scienza che si continua ad imparare e non la considero certamente arte minore, perché al rigore matematico, alla precisione e alla tecnica, si devono aggiungere creatività e fantasia, tutti elementi che trasformano un lavoro in un capolavoro.

Ci racconta un aneddoto particolarmente significativo legato alla tua esperienza di ricamatrice? Quando io frequentavo la scuola erano previsti due anni di corso, due volte alla settimana, da ottobre a maggio, e alla fine veniva dato un attestato della Regione di partecipazione al corso.  Ma la sottoscritta, alla fine dei due anni, non volle andarsene! Con il consenso della direttrice della scuola di ricamo, ormai diversi anni fa, ho fondato: l’“Associazione Punti…d’incontro”  dove le ex-allieve si riunivano per continuare i lavori personali e una volta alla settimana per produrre manufatti da mettere in mostra alla fine dell’anno. Se venduti, il ricavato veniva e viene ancora oggi elargito in beneficenza all’infanzia con problemi (ABEO). 

Ora le anziane maestre sono venute a mancare e dal 1998 mi è stato assegnato l’incarico di responsabile della scuola e collaboratrice del Museo.

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L’Associazione “Punti d’Incontro” nasce  nell’ ottobre 1997. É iscritta all’albo delle Associazioni senza scopo di lucro presso l’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona. E’ aperta a tutte coloro che desiderano perfezionarsi, con lo scopo di tener vivo il valore artistico e culturale del ricamo, realizzando lavori in un mutuo scambio di competenze e consulenze. Le associate, sempre aggiornate su mostre che valorizzino la creatività femminile, oltre a svolgere un’attività associativa che favorisce momenti di incontro gradevoli e formativi, promuovono scambi con altri gruppi per un reciproco arricchimento. Sensibili ai problemi dell’infanzia, le associate promuovono lavori con finalità benefiche. (Per saperne di più  sulle attività  coordinate dalla Pia Società  maestre cooperatrici di Don Mazza clicca qui

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Che cosa significa per lei realizzare un manufatto? Come nasce l’idea, come si sviluppa? Cosa prova quando terminato l’ultimo punto puoi dire: “Il lavoro è concluso!”

Grande soddisfazione è riuscire a far realizzare manufatti originali e perfetti a signore incredule di avere doti e pazienza per ottenere questi risultati.

Quali prospettive vede nel futuro per il mondo del ricamo e del merletto? Che cosa si potrebbe fare anche a livello nazionale per promuovere questo settore?

Non so se resterà un sogno, ma il mio progetto è quello di accogliere le giovani, partendo da quelle che fanno studi nel settore della moda, facendo loro sentire il fascino dell’arte del ricamo e insieme favorire  gruppi di interesse, anche a livello nazionale, perché il nostro artigianato riprenda il suo posto di prestigio e non venga sminuito dal mercato mondiale e dalle multinazionali che trasformano un prodotto artistico in un prodotto commerciale.

INSIEME PER… CONSERVARE VALORIZZARE E CONDIVIDERE LA STORIA DI UNA COMUNITÁ

Si come è vero che la città di Verona, per sito, costumi, ed altre parti è molto simile a Firenze, così è vero che in essa, come in questa, sono fioriti sempre bellissimi ingegni in tutte le professioni più rare e lodevoli. (Giorgio Vasari)

Nelle foto fiori di seta realizzati nel 1842 e conservati fino ad oggi sotto campana di vetro. La famiglia Brenzoni ha recentemente donato al Museo dell’Arte del Ricamo di don Nicola Mazza, di Verona, due “palme” di fiori di seta, acquistate nell’Ottocento dal laboratorio di don Mazza di Verona. I due capolavori andranno ad occupare la vetrina dedicata a questa arte in cui è già presente un altro bouquet, premiato nel 1842 ed ammirato dalla principessa Sissi.” Nel ringraziare la Prof. DORETTA D’AVANZO POLI, che ha contribuito con i suoi studi alla qualificazione delle opere d arte esposte nel museo del ricamo di Don Nicola MAZZA, a Verona, ricordo che il museo è visitabile, basta telefonare al 349 5713163 e accordarsi per il giorno di visita. ” È una perla nel cuore di Veronetta “.

Teresa Zaja 

L’IMPORTANZA DI CREARE RETI DI CONOSCENZA & ESPERIENZA

Francine Born e Teresa Zaja  in occasione della quarta edizione  del Salon du Boutis a Caissargues (Francia)

Maggio 2018- A Caissargues, Teresa Zaja  con la storica del tessuto antico, M.me Monique Alphand

Francine Born e Teresa Zaja: momenti di condivisione e di scambio in occasione della quarta edizione del Salon du Boutis a Caissargues (Francia)- Maggio 2018 

“La cartolina di Teresa Zaja ” 

Per varietà di stili, nessuno dei quali prevale, Verona non ha pari tra le città italiane se si eccettua Roma.`{`...`}`. Mescolata ed impura, Verona è vibrazione, è irradiazione, è colore, arte divenuta paesaggio e confusa al paesaggio, miraggio di città romantica. Verona fu romana, gota, poi bizantina e longobarda. La tennero i Carolingi e gli imperatori tedeschi; fu un glorioso Comune e una gloriosa Signoria. Fu scaligera, viscontea, veneziana. (Guido Piovene)

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