Tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, i principi e i dettami della filantropia, dell’universalismo, dell’associazionismo americani fluirono in Europa seguendo le intense correnti di scambio commerciale e contribuendo al cosmopolitismo che caratterizzò la belle époque. Le iniziative filantropiche, economiche ed educative di alcune figure della upper class americana trovarono un fertile terreno d’incontro e di sviluppo nelle attività di beneficenza alle quali attendevano usualmente nobildonne, aristocratiche e borghesi. Nel corso dell’Ottocento alcune esponenti di questo mondo, attraverso l’arte e gli artisti, avevano lanciato il movimento “Arts and Crafts” a favore delle donne, forgiando estesi sistemi di marketing per il settore no-profit, e contribuendo alla diffusione della presenza femminile nelle nuove occupazioni. Fra loro va ricordata Cora Slocomb (1860-1944). In occasione della grande Esposizione universale di Chicago del 1893, nello spazio dedicato all’Italia, Cora fece allestire una mostra di merletti e ricami antichi. Nativa di New Orleans, stabilitasi a Brazzà, in Friuli, dopo le nozze con il conte Detalmo Savorgnan di Brazzà, Cora diede vita a sette scuole-cooperative femminili di merletti a fuselli diffuse da Nord a Sud sino alla Sicilia e alla Sardegna. Grazie all’istituzione di queste scuole, Cora cercava di procurare lavoro alle giovani donne indigenti, in un contesto che vedeva avanzare l’opera dei grandi opifici con il conseguente rischio di sparizione di tutte le peculiari attività artigiane femminili, tra cui il merletto, il ricamo e la tessitura. Nel maggio 1903 Cora promosse la costituzione delle Industrie femminili italiane che erano una cooperativa per la commercializzazione di questi manufatti, nonché la loro vendita sui mercati esteri e, innanzitutto, negli Stati Uniti.