14 Feb Bellezza in circolo… Di che giardino sei?
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Il giardino è coltivato per affermare che non tutto nella vita deve dare profitto: un giardino è un’amicizia vera che chiede in cambio attenzione e cura.
Duccio Demetrio
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I giardini ci insegnano ad adattarci al mutar delle stagioni della vita: al cambiamento, alla ristrutturazione dei ruoli, all’adeguamento, alla previsione e alla possibilità. Il giardino è esposto all’imponderabile, al divenire delle forme e del gusto e per questo diventa specchio delle nostre psicologie individuali.
Il giardino, così interpretato, è la sede dell’attività mentale di chi li ha allestiti ed è interessante capire come mai scopriamo di essere attratti in una particolare fase della nostra vita, per la prima volta, o in continuità, da questo o quel giardino, nel bisogno di spazialità sedentaria o itinerante del corpo.
Se tutto questo proviamo, possiamo finalmente convincerci che il giardino è sede di una molteplicità di approdi: diversi e tanti quanti sono i richiami poetici o filosofici che esso accende in noi. Il giardino perciò diventa un specchio attraverso il quale guardarsi e ri-trovarsi…
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Attraverso la descrizione di alcuni giardini del territorio più o meno noti,
il circolo di studio virtuale “Come un giardino…”
accompagnerà gli amici di Geapolis a saper percepire ed elaborare in modo personale
i richiami, le risonanze e gli approdi che incontreremo lungo il nostro percorso…
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Percorso 1/ Giardino sacro e profano
IL GIARDINO DELL’ISOLA BISENTINA
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“Dallo specchio azzurrino delle acque del lago di Bolsena, l’antico Lacus vulsiniensis, emergono due piccole isole molto pittoresche dal punto di vista paesaggistico: si chiamano Bisentina e Martana. Il lago è inimmaginabile senza le due isolette: da qualunque versante lo si guardi, le due emergenze specchiano nell’acqua le rocce riarse dl magma vulcanico da cui sono nate. […] scoprimmo che le isole non hanno una dimensione esclusivamente fisica. La dimensione ideale della Bisentina ci stregò, i suoi contorni reali sfumarono in valori più storici e simbolici, più spirituali e artistici. Il fatto che fosse piccola non aveva importanza: a volte, uno scoglio è più affascinante di un’isola immensa. Nel nostro atteggiamento non ci fu retorica: capimmo solo che era impossibile parlare dell’ambiente della Bisentina senza capire l’anima degli uomini che nel corso dei secoli hanno vivificato il luogo. E continuammo a cercare, ad indagare….”
(Alessandro Menghini, Felicita Menghini Di Biagio, tratto da “Isola Bisentina. Giardino sacro e profano” – 2000 EFFE)
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