FYI Cards/1 Adulti in divenire

SVILUPPO UMANO E SVILUPPO PROFESSIONALE COME PROCESSO DINAMICO

For Your Improvement/  FYI  CARDS  Adulti in divenire  (a cura di Antonella CESARI) 

I  BISOGNI E I DESIDERI FORMATIVI sono un punto di ancoraggio imprescindibile per la formazione degli adulti nei contesti informali e non formali. Essi infatti  non sono determinati dai programmi didattici o dai cicli di studio. La natura facoltativa e quindi il conseguente orientamento alla domanda – nei confronti degli individui ma anche delle organizzazioni – richiedono modalità diverse di coinvolgimento e progettazione delle proposte. A tal fine, l’interdipendenza tra bisogni e desideri nel percorso di vita degli adulti è essenziale. Da dove partire?

ADULTI IN DIVENIRE... BISOGNI FORMATIVI E DESIDERI ``ORIENTATI`` VERSO L'APPRENDIMENTO

PER ORIENTARSI… LE FASI DELLA VITA ADULTA 

Per lungo tempo la cultura ha pensato che l’età adulta fosse un’età di stabilità.

L’esperienza ci insegna che l’adulto, pur essendo sempre la stessa persona, cambia lungo gli anni.

Non si è adulti, lo si diventa.

L’età adulta, più che uno stato, è un processo, e in questo sta il compito e la sfida che ognuno è chiamato ad assumere. Mettersi al mondo è dunque il compito, non facile, a cui ogni adulto, uomo o donna è chiamato.

La principale corrente di ricerca sull’età adulta, che rimanda alle teorie psicosociali, affronta lo studio orientando l’attenzione sulle situazioni che gli adulti affrontano nel corso della loro esistenza.  Esistono degli ‘stadi’ di evoluzione costanti, dei periodi o tappe che possiedono caratteristiche proprie e che tutti, in modo più o meno simile, sono chiamati ad attraversare. Ogni stadio è superato attraverso un periodo di “crisi”, che ha le caratteristiche di uno spazio di tempo confuso, in cui la persona è più vulnerabile e percepisce che la forma di vita fin qui vissuta non la soddisfa più: è necessaria una riorganizzazione. Tali passaggi possono essere vissuti più o meno dolorosamente e possono essere provocati o accelerati da avvenimenti particolari (una malattia, un cambio di lavoro o di residenza, la perdita di una persona cara …). Lo psicologo Erik Erikson  suddivide l’intero arco della vita in otto differenti età dell’uomo, ciascuna associabile con una precisa e critica fase dello sviluppo della personalità globalmente intesa. Nel determinarsi delle varie fasi, entrano in gioco dimensioni che non sono di sola natura psicologica, bensì anche sociale, culturale e funzionale.

ERIK ERIKSON: LE OTTO ETÁ DELLA VITA

Primo stadio: fiducia o sfiducia di base (dalla nascita ai diciotto mesi circa)

Secondo stadio: autonomia opposta a vergogna-dubbio  (dai diciotto mesi ai tre anni circa)

Terzo stadio: spirito d’iniziativa-efficienza-identificazione opposta a senso di colpa (dai tre fino ai cinque anni circa)

Quarto stadio: operosità opposta a senso di inferiorità (va dai cinque ai dodici anni circa)

Quinto stadio: l’adolescenza, età dell’identità o della dispersione – diffusione  dei ruoli (tra i dodici-quattordici e i diciotto-diciannove).

Sesto stadio: giovane età adulta, intimità e solidarietà oppure isolamento (questo periodo inizia per Erikson circa intorno ai venti anni e termina verso i trenta).

Settimo stadio: generatività oppure stagnazione/auto-assorbimento (E’ in questa lunga fase che dura circa dai venticinque ai sessanta anni, che si esplica la capacità produttiva e creativa di ogni individuo). Tale facoltà procreativa si manifesta parallelamente nel campo lavorativo, dell’impegno sociale e della famiglia, includendo la nascita dei figli, ed sostenuta dal vivo desiderio di lasciare una traccia di sé nel mondo (generatività). E’ la sollecitudine la virtù emergente in questa fase, definita da Erikson come “la dilatante preoccupazione per ciò che è stato generato dall’amore, dalla necessità o dal caso” e intesa anche come la tendenza ad occuparsi, con sentimenti di piacevolezza e realizzazione, del proprio simile (cura, assistenza, allevamento dei figli, trasmissione della cultura, ecc.), Nel caso in cui le capacità generative vengano inibite in alcuni di questi ambiti, l’adulto corre il rischio che la sua identità regredisca, emergendo un senso di vuoto e di impoverimento, compensato con l’auto-assorbimento nelle poche aree di successo (ad es. nel lavoro, nel ruolo di mamma a tempo pieno), che impedisce ulteriori e diversificati investimenti. In tal caso si può assistere alla perdita della “messa in gioco” (caratteristica invece costante nell’adolescenza), per il timore di nuovi fallimenti, con conseguente ristagno delle prerogative creative e procreative.

Paul Klee,  Strada Principale e Strade Secondarie (1929)

Ottavo stadio: dalla maturità alla vecchiaia: integrità oppure disperazione In seguito all’essersi occupati delle persone amate e dopo aver portato a termine i diversi compiti esistenziali arriva, dai 60 anni in poi, il momento della riflessione e del bilancio sulla propria vita. E’ questo il periodo dell’affermazione della propria individualità e del proprio stile esistenziale: moderatamente esperto e sicuro di sé, l’individuo ha raggiunto una capacità di essere se stesso, senza eccessivi condizionamenti esterni. Sono infatti la diversità, intesa come unicità, ed il senso di compiutezza i fattori costituenti il patrimonio di ogni individuo in quest’ultima fase dell’esistenza. Anche la disperazione rispetto alla propria esistenza e di fronte alla realtà della morte, può entrare a far parte di questa fase. Infatti il bilancio effettuato può essere costellato di sentimenti di nostalgia non risolti, oppure di rimpianti o di evidenze fallimentari. Affinché questa fase non degeneri in un sentimento di decadimento per tutto ciò che non si è potuto realizzare, è importante che la persona sappia valorizzare ciò che ha comunque capitalizzato, sforzandosi di incorporare tra le sue virtù la saggezza, ovvero la capacità di vedere il presente attraverso l’esperienza del passato e per tale via prevedere anche una parte del futuro di chi è arrivato dopo. Per Erikson la saggezza è “…interesse distaccato per la vita in sé, al cospetto della morte”, sentimento che può rendere la vecchiaia più gioiosa e serena. Un aspetto negativo che si contrappone alla saggezza di questo tempo è per Erikson “la supponenza, ovvero la convinzione, poco saggia, di essere davvero saggi”.

…. soprattutto nell’educazione degli adulti, occorre promuovere pratiche formative finalizzate “ad aiutarli a diventare più criticamente riflessivi, a partecipare più pienamente e liberamente nei discorsi razionali e nell’azione, a crescere orientandosi verso prospettive di significato che sono più inclusive, discriminanti, pervasive e integrative dell’esperienza. `{`…`}` La valutazione dei guadagni risultanti da un apprendimento trasformativo dovrebbe essere diretta a confrontare le prospettive di significato iniziali con quelle successive o finali tenendo conto dei cambiamenti in interessi, obiettivi, consapevolezza dei problemi e dei contesti, riflessività critica e nell’azione, apertura a prospettive alternative, abilità a partecipare liberamente e pienamente in discorsi razionali e disponibilità ad accettare una validazione consensuale come un modo di risolvere i problemi nell’apprendimento comunicativo… (MEZIROW J., Transformative dimensions of adult learning)

IL VALORE DELL’ESPERIENZA PER L’ADULTO

Un  adulto,  man mano che procede il suo processo di maturazione,   identifica sempre più  se stesso attraverso le proprie esperienze: per l’adulto l’esperienza è “chi egli è”. Le esperienze producono profondi cambiamenti nel modo in cui gli adulti approcciano i problemi, affrontano i rischi e organizzano il proprio pensiero.  Essi, perciò,  sono disponibili ad apprendere ciò di cui hanno bisogno in termini di conoscenze ( di sapere) e saper fare per far fronte alle situazioni della loro vita reale.

IL CONCETTO DI SÉ

Gli adulti vogliono essere protagonisti attivi e responsabili delle loro decisioni. Essi desiderano essere trattati e considerati come persone capaci di gestirsi autonomamente. Se pensano che altri stiano cercando di imporre loro la propria volontà, la respingono.

L’ORIENTAMENTO VERSO L’APPRENDIMENTO

L’adulto tende ad orientarsi verso un apprendimento centrato sui problemi. Egli ricorre ad una attività formativa soprattutto perché si rende conto di qualche inadeguatezza nel far fronte ai problemi della sua vita attuale. La sua prospettiva temporale è quella della immediata applicazione.

Sapersi pensare e sapersi situare… un processo di maturazione instancabile e permanente

La formazione degli adulti è un processo attraverso il quale i discenti prendono coscienza del significato delle loro esperienze. Questo riconoscimento di senso porta alla capacità di valutazione. Un’esperienza acquisita significa sapere che cosa è accaduto e quale rilevanza quel particolare evento presenta per la nostra personalità (E. Lindeman)

  • Perché la formazione in  età adulta?
  • Che cosa cerca la persona che si rende disponibile a questo tipo di percorso?
  • Quale dimensione della sua esistenza desidera analizzare, comprendere e ri-modulare?
  • Quale solitudine desidera rompere?
  • Cosa è importante sapere o fare per vivere meglio?

L’esperienza di formazione è possibile se viene facilitata la capacità di saper essere (oltre che saper fare), di sapersi pensare e sapersi situare. Questo è un processo continuo e fondamentale per non rimanere imprigionati in abitudini o in balia di significati astratti, sganciati dalla realtà e dall’esperienza. Si tratta di dare risposte concrete al bisogno essenziale che definisce la condizione stessa dell’essere adulti: la necessità di comprendere, mettere in relazione e ordinare le proprie esperienze per dare significato alla propria esistenza.

La formazione in età adulta risponde ad alcune specifiche necessità.

RI-VITALIZZARSI: È il momento in cui si sente l’esigenza di essere protagonisti della propria crescita, interrogarsi sul perché delle cose, degli eventi, della loro ricorsività. Collegare i fatti della propria esperienza crea disponibilità a rimettersi in gioco come individui capaci di progettare, apprendere e crescere (autostima)

ACQUISIRE NUOVI SCHEMI MENTALI: È il momento in cui si sente il bisogno di spiegare e dare senso all’esperienza. È importante dunque attivare un processo nel quale si produca una presa di coscienza di connessioni prima invisibili, le cosiddette latenze, e che ne derivino, se non grandi cambiamenti, certamente la costruzione di nuovi o rinnovati modelli soggettivamente significativi

RI-PROGETTARSI: È il momento in cui si sente l’esigenza di prendere in considerazione i bisogni di formazione attuali e dunque domandarsi come si stanno usando qui e ora le opportunità di cambiare se stessi e in quale direzione

TRASFORMARSI: È il momento in cui si sente l’esigenza profonda di cambiamento. Non si tratta però di cambiamenti repentini che si possano “pianificare”: è piuttosto la percezione di trovarsi a percorrere sentieri che aprono la strada a possibilità trasformative.

Piet Mondrian, Composizione II, 1929 Olio su tela

Un processo formativo che scaturisce da tali motivazioni offre a chi lo sperimenta la possibilità di  trasformare il passato e il presente in una possibilità di futuro…. verso la maturità dell’autonomia personale…

Avanzare verso una maggiore maturità considerata non solo uno stato, ma anche un ideale a cui aspirare e non mai raggiunto pienamente (autocontrollo, stabilità, capacità di gestire la vita in modo serio, responsabilità)

Guardare in prospettiva attraverso un atteggiamento che aiuta a maturare giudizi autentici verso se stessi e gli altri. Tale atteggiamento promuove un approccio più equilibrato verso la vita e la società, maturando un proprio modo di pensare rispetto agli altri (ampiezza di vedute,  stabilità, esperienza, oggettività)

Maturare alcune misure di autonomia, di capacità decisionale responsabile e consapevole