Con Maria Elena Vecchietti… semplicemente… ricamare!

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da sinistra M.E. Vecchietti con la nipote Valentina

A quanti anni e in che modo ti sei avvicinata al mondo del merletto e del ricamo?  Il mondo del merletto e del ricamo mi hanno sempre affascinata. Già da piccola ero interessata, incuriosita, direi incantata nell’osservare la mia mamma. Il suo modo di restare così piacevolmente concentrata sul lavoro mi trasmettevano la sua stessa tranquillità. Mi rilassavo molto nel vederla ricamare in quel modo. Volevo  imitarla e imparare! Anch’io desideravo creare con le mie mani qualcosa di bello e di unico. Ho frequentato l’Istituto tecnico commerciale Paolo Savi di Viterbo. La ragioneria e lo studio di  bilanci e partite doppie non mi hanno distolto dalla passione per il ricamo. Al contrario, la preparazione tecnica e matematica forse mi hanno aiutato a sviluppare un ordine mentale e una precisione nel ragionamento, utili a sviluppare progetti di ricamo più complessi e articolati. Erano gli anni ’80 e all’epoca vivevo ad Arlena di Castro (VT). Ricordo che, quando tornavo a casa da scuola, non vedevo l’ora di potermi dedicare a qualche lavoro di ricamo, sempre sotto la supervisione di mia madre. Mi incoraggiava e mi aiutava a migliorare le tecniche e lo stile. Mi dava sicurezza lavorare con lei. Mi ha trasmesso la voglia di fare e di mettermi in gioco. Possiamo dire che ci siamo avvicinate entrambe al mondo del ricamo da autodidatte e, successivamente, ci siamo perfezionate grazie all’aiuto di riviste specializzate che hanno praticamente “sommerso” la nostra casa.

All’inizio riuscivo a realizzare piccoli lavori. Ma che soddisfazione!!! L’entusiasmo e la passione mi hanno incoraggiato a proseguire e a cimentarmi in lavori più complessi.  Quando mi sono sposata  mi sono trasferita a Piansano e ho continuato a ricamare e a realizzare merletti. Tuttavia la svolta è stata nel 2012 quando ho iniziato a frequentare la scuola di Bolsena Ricama. Ero partita con l’intenzione di frequentare soltanto per un anno la scuola. Invece mi sono subito coinvolta  ero solo all’inizio di una esperienza che mi avrebbe dato molte soddisfazioni… 

Quali sono le tecniche di lavorazione principali alle quali ti dedichi/ti sei dedicata? Come ho già accennato, nel 2012 il mio percorso formativo ha avuto una svolta grazie alla scuola Bolsena Ricama. Quando ho iniziato a frequentare la scuola avevo già una certa esperienza. Avevo già realizzato diversi lavori su commissione, anche di una discreta complessità, come tende e copriletti. Utilizzavo il ricamo classico e i suoi punti base: il punto pieno, il punto Palestrina, le  sfilature semplici come il gigliuccio.

Frequentare la scuola mi ha permesso di migliorare le tecniche che già conoscevo e di crescere nelle mie abilità e competenze, attraverso  un percorso formativo strutturato e qualificante. Un’opportunità che non mi sono lasciata sfuggire.

All’inizio mi sono avvicinata alla tecnica del Macramé. Non la conoscevo ed era quella che mi incuriosiva di più!  Poi ho proseguito dedicandomi alla tecnica del tombolo e perfezionando la tecnica delle sfilature. Credo che sia importante conoscere, sperimentare e  fare esperienza per perfezionare il proprio stile.

Devo molto all’insegnamento di Anna Galassi per quanto riguarda la tecnica del Macramè, a Daniela Labardi per quanto riguarda la tecnica delle sfilature e a Daniela Bencini per quanto riguarda la tecnica del tombolo. Se metto a confronto il mio percorso da autodidatta e l’esperienza  formativa con Bolsena Ricama ciò che adesso fa la differenza è la capacità di pensare e realizzare un manufatto come un progetto che segue fasi precise, che caratterizzano la qualità del prodotto. Dall’idea al lavoro finito si arriva attraverso un continuo  perfezionamento della tecnica del punto di ricamo, attraverso l’esercizio, ma anche attraverso la conoscenza dei filati e  dei tessuti. È necessario sviluppare  abilità e competenze che permettono di saper scegliere e preparare il filato e il tessuto giusto a seconda della tecnica utilizzata. Ad esempio, i tessuti in lino per le sfilature, i filati di cotone per il macramè, i filati in lino, in seta o in cotone  per quanto riguarda il tombolo. La scuola mi ha fatto capire che è molto importante un ambiente collaborativo, dove ci si può confrontare, consigliare reciprocamente, a partire dalle proprie esperienze e dal livello di preparazione raggiunto. Posso dire che  collaborazione e lavoro personale vanno di pari passo in un percorso dove le maestre cercano di conciliare l’ insegnamento comune con un accompagnamento personalizzato in base ai tempi, ai ritmi di apprendimento di ciascuna allieva.

Secondo te, nella lavorazione prevale l’aspetto della tecnica, della disciplina, della passione per ciò che si fa? Che altro?…. In che modo questi aspetti si integrano e interagiscono tra loro?

Credo che prima di tutto ci sia la passione per quello che si fa. È lo stimolo essenziale che ti permettere di intraprendere, di creare, di realizzare manufatti originali. Per fare questo tuttavia serve la conoscenza della tecnica di lavoro ma anche di tutti gli altri aspetti di cui ho già parlato. La conoscenza dei tessuti, dei filati, la capacità di saper abbinare i colori, proporzionare i disegni. Per tutto questo serve la disciplina, la costanza nel dedicare tempo e la perseveranza  nel superare  anche le difficoltà.  Sicuramente i tre aspetti interagiscono tra loro.

Ci racconti un aneddoto particolarmente significativo legato alla tua esperienza? È un ricordo legato all’infanzia. Andavo spesso da mia nonna e stavo volentieri con lei. Quasi sempre  ci si riuniva in cucina. A me piaceva sedermi su uno scalino, accanto alla finestra. La nonna mi  dava dei tovaglioli di stoffa  e un grosso ago senza punta, invitandomi a cucire il tovagliolo. A me piaceva molto!!!! L’ inconveniente era che, nel cassetto di mia nonna, trovare un tovagliolo da cucina non cucito era pressoché impossibile!!! A lei però piaceva così! Era orgogliosa di me….

Che cosa significa per te realizzare un manufatto? Come nasce l’idea, come si sviluppa? Cosa provi quando, terminato l’ultimo punto, puoi dire: “Il lavoro è concluso!” Generalmente a chi comunichi e con chi condividi il risultato del lavoro concluso?

All’inizio c’è grande entusiasmo! Hai voglia di iniziare  a creare qualcosa di nuovo.  Al termine del lavoro la domanda  e l’esclamazione è sempre la stessa: “ Ma ci sono riuscita veramente? L’ho creato proprio io?” È molto gratificante.  Fino a poco tempo fa mi dava grande soddisfazione realizzare lavori su commissione. Ora, sempre più, lavoro per il desiderio e il piacere di ricamare.  Mi appassiono e  mi affeziono talmente tanto a quello che faccio che pensare di vederlo andar via mi dispiace. Dopo aver impiegato tanto tempo ed energia,  le creazioni diventano per me “creature” … mi affeziono a loro. È molto bello condividere tutto questo con il gruppo di lavoro della scuola, con le maestre, con le altre allieve. Ormai siamo una famiglia.

L’arte del ricamo per ritrovare se stessi… tra  silenzio e condivisione: quale relazione? Quando lavoro, l’attenzione e la concentrazione necessaria mi rilassano.  Soprattutto con la tecnica delle sfilature, dove è necessario contare i passaggi, le trame. Questo mi fa stare in un silenzio, mi dà tranquillità interiore, mi fa stare bene. Tuttavia è necessario  anche lo scambio con gli altri!  É importante, perché con gli altri ti metti a nudo…. e si cresce così !  

Che cosa è per  te la bellezza?  Quale posto occupa nella tua vita? Dove la cerchi? Dove la trovi? La bellezza ha tante sfaccettature. Io la cerco nelle cose semplici. Mi piace ricercare l’essenziale in tutto. Mi piace la bellezza che emerge dal lavoro quotidiano. È bella la semplicità che emerge da “ciò che c’è dietro” ad ogni gesto, ad ogni scelta,  all’’impegno, alla passione, alla pazienza necessaria in  ogni progetto che ciascuno di noi si impegna a realizzare.

Per me la bellezza è anche lo stupore davanti alla semplicità di un ricamo, mentre ripenso a “ciò che c’è dietro”: la creatività per progettare, l’impegno e il tempo per realizzare, gli errori commessi  e la pazienza di correggere  e alla fine… rimane la bellezza che, attraverso l’ago e il filo, va ad adagiarsi su un tessuto….  è la bellezza semplice e perfetta di un ricamo.

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Cose sei arrivata a proporre corsi di ricamo? Da quanto tempo insegni? Dopo aver frequentato per cinque anni la scuola, le maestre mi hanno chiesto se potevo rendermi disponibile per supportarle ed eventualmente prendere in carico qualche allieva. Nel 2017, dopo la manifestazione Bolsena Biennale, il numero delle allieve è aumentato e così mi è stato proposto di collaborare all’attività di insegnamento rivolto ad un gruppo di tre nuove iscritte (Franca, Donatella e Giuseppina), provenienti dal territorio limitrofo (Capodimonte, Bagnoregio e Montefiascone).

Nel frattempo, a Piansano è stata  aperta  una nuova sede che si aggiunge a quella già attività a S. Quirico. Perciò, da novembre del 2017, mi sono stati affidati i corsi che si svolgono a Piansano. Insegnare richiede competenze specifiche, la capacità di trasmettere la tecnica ed un metodo di lavoro nella maniera più chiara possibile, motivando e incoraggiando le persone. Ovviamente l’affiancamento alle maestre storiche della scuola è stato e rimane per me fondamentale. 

A quale fascia di età appartengono prevalentemente le tue “allieve”? Il gruppo di lavoro è riuscito a riunire diverse generazioni di donne. La fascia di età oscilla tra i cinquanta e i sessanta anni. Tra le partecipanti al corso anche una ventunenne. Si tratta di mia nipote che, con grande mia sorpresa, vuole avvicinarsi al mondo del ricamo.

Come è articolata la programmazione di un corso di ricamo? Presso la sede di Piansano della scuola Bolsena ricama è iniziato da poco il secondo anno di  attività. I corsi, da novembre a maggio, prevedono due ore di lezione a settimana. Lo scorso anno ho proposto alle partecipanti, tutte principianti,  un corso sulla tecnica delle sfilature (livello base). 

All’inizio del corso, dopo una breve introduzione sulla tecnica, sui tessuti e sui filati necessari a realizzarla, le partecipanti hanno lavorato su tessuti in lino, utilizzati per la realizzazione di un “imparaticcio”. Ognuna di loro si è esercitata con la tecnica delle sfilature, con sue le diverse tipologie, dalle più semplici alle più complesse. L’imparaticcio diventa una sorta di “abbecedario”. Realizzarlo, significa acquisire progressivamente la manualità necessaria al lavoro. Permette inoltre di avere sempre a disposizione e poter scegliere, per i propri lavori, tra tutte le possibili combinazioni che si possono realizzare con quel punto. La realizzazione dell’imparaticcio le ha accompagnate per l’intero anno di corso. Le due ore di lezione settimanali servono per impostare il lavoro. È fondamentale la continuità, un impegno quotidiano costante, per acquisire padronanza  della tecnica e scioltezza nel lavoro. Abbiamo attivato un gruppo su WhatsApp che risulta molto utile per rimanere in contatto, condividere i risultati ed anche le difficoltà! Da parte mia è utile per offrire loro assistenza e monitoraggio quotidiano. Per valutare i risultati del corso ho proposto di realizzare una sorta di prodotto finale: un asciugamano con sfilature. Ognuna di loro ha potuto  scegliere il tipo di sfilatura da utilizzare tra quelle realizzate sull’imparaticcio. I risultati sono stati molto positivi e i lavori sono stati esposti in una mostra organizzata nell’ottobre scorso.

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Ringraziamo Maria Elena Vecchietti per averci permesso di partecipare ad una delle sue lezioni. Abbiamo approfittato per assistere all’attività delle allieve focalizzata sulla tecnica delle sfilature. È stata anche l’occasione per raccogliere le loro impressioni  sul corso e sulle proposte formative della maestra Elena ...

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Maria Rosa … Per me il ricamo è una forma d’arte. Mi emoziona pensare a ciò che si può creare con il filo e con l’ago! A me piace molto. Conosco Elena dai tempi delle scuole superiori. Per tanto tempo ho ricamato da sola. Anch’io mi definisco autodidatta. Pensavo che frequentare il corso avrebbe significato perfezionare i punti base del ricamo classico. Neanche immaginavo potessero esistere tante tecniche e tante possibilità per esprimere la mia creatività. Ora la mia settimana è scandita dal tempo che dedico ogni giorno al ricamo, in attesa del giorno di lezione settimanale. Sono molto soddisfatta…

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Giovanna. Già da bambina avevo la passione per il ricamo.  In famiglia e con alcune amiche ho iniziato ad avvicinarmi  a questo mondo. Spesso chiedevo aiuto per realizzare ciò che desideravo. Dovendo conciliare tante esigenze, fino ad oggi, non ero riuscita mai a trovare una opportunità per dedicarmi alla mia passione. I corsi di Elena a Piansano sono stati per me l’occasione che aspettavo da tempo… Per me è una esperienza molto positiva e spero di continuare…

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Rosanna. Ho cresciuto cinque figli e non ho avuto molto tempo da dedicare alla passione della mia vita: il ricamo. Ora che i figli sono adulti e sono impegnata in una attività commerciale, mi capita di portare la borsa del ricamo anche in negozio! Approfitto di qualche momento più tranquillo per ricamare qualche punto. Finalmente ho trovato anche la maestra giusta!  Elena è bravissima  e molto paziente… questo è fondamentale! Penso che se il lavoro del ricamo fosse riconosciuto come una vera professione molte giovani donne sceglierebbero di dedicarsi a  questa bellissima arte.

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Maria Pia. Mi fa piacere che sia stata aperta una sede della scuola di ricamo anche a Piansano. Il ricamo mi è sempre piaciuto e soprattutto mi piace fare esperienze nuove. Per questo  Elena è la persona giusta!  Ci stimola a conoscere tecniche diverse e a metterci in gioco per imparare, anche attraverso gli errori! Ci propone continuamente spunti  sempre nuovi e originali da cui partire per personalizzare il nostro lavoro. Ciascuna di noi ha il suo stile, i suoi tempi, c’è  chi è più attenta al particolare, chi al risultato complessivo del lavoro. Io lavoro tutti i giorni almeno una mezz’ora. Per me l’appuntamento settimanale  con la lezione è fondamentale. Senza scadenze non riesco a lavorare. Elena è molto professionale. Il suo pregio maggiore è la disponibilità e soprattutto la sua capacità di trovare sempre la soluzione quando noi sbagliamo… lei riesce sempre a trovare il modo di aggiustare

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Valentina… Maria Elena è mia zia. Grazie a lei, ho avuto la fortuna di avvicinarmi a questo mondo già da bambina. Mi piacerebbe tanto ricamare come lei. La zia rimane il mio modello. Per questo quando ho saputo che organizzava il corso a Piansano le ho chiesto se potevo partecipare. All’inizio si è stupita anche lei.  Ho una certa inclinazione per i lavori manuali. Quando ricamo sto bene. La concentrazione necessaria al lavoro mi rilassa molto… Confesso che se quella della ricamatrice fosse stata una vera e propria professione, probabilmente l’avrei scelta come lavoro. Purtroppo non è così e so già che potrò dedicare al ricamo soltanto il mio tempo libero, e non sarà sicuramente molto. Mi auguro che in futuro il mondo del ricamo e del merletto possa essere maggiormente conosciuto, ri-conosciuto e apprezzato… Quando alle  mie amiche ho detto che frequentavo questo corso sono rimaste meravigliate ma hanno accolto molto positivamente questa cosa. Sicuramente ho lasciato loro una certa curiosità…

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Giuseppina. Ho sempre apprezzato i manufatti ricamati. Il mio corredo da sposa è stato ricamato a mano. All’epoca, furono delle ricamatrici di Pistoia a realizzarlo. Dopo tanti anni  la coperta in piquet continua a dare un tocco di eleganza alla mia camera da letto. Mi rendo conto che le giovani donne di oggi preferiscono uno stile più pratico. Una coperta o un lenzuolo in lino vanno lavate e stirate con molta cura. Oggi non c’è tempo per queste cose. Oltre ad apprezzare il ricamo, ho sempre desiderato esprimere la mia creatività. Così, da poco in pensione, e incoraggiata da alcune amiche vicine alla scuola Bolsena Ricama ho deciso di mettermi in gioco e iniziare a frequentare il corso.  Sono una principiante ma devo dire che questa esperienza è molto positiva per me…  Anch’io mi sto cimentando nella tecnica delle sfilature… Quando alle mie amiche dico che frequento il corso mi chiedono: “ A che ti serve? Non devi mica fare un corredo?”. Serve tutto ciò che ci permette di continuare a imparare cose nuove in ogni fase della nostra vita. Ci serve un po’ di bellezza per affrontare la vita di tutti i giorni. Ci serve creare qualcosa che ci fa stare bene con noi stessi. Il corso mi Elena mi serve per tutto questo.

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