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“Fui proprio io che, verso il 1905-1906 pensai che si sarebbe potuto trovare tra i punti più noti qualche punto adatto a conseguire certi dati effetti, riproducendo in colori, o su stoffa di colore, dei disegni “classici” […] L’ispirazione mi venne soprattutto dall’aver dovuto studiare per una pubblicazione di genere etnico, parecchi ricami popolari antichi, e tra gli altri certi “zendadi” ( la parola è veneta, ma gli oggetti erano abruzzesi e siciliani) che le donne del contado portavano in testa, ancora prima della seconda metà dell’Ottocento con disegni per lo più geometrici, o molto arcaicamente storiati, a punto passato o piatto, senza nessuna furberia di punti, ed in colori: ecco tutto”.
Marchese Ferdinando Ulivieri di Firenze
(tratto da Angelo Pinci, Il Punto Palestrina. Un’arte che si tramanda da cento anni -2007)
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