18 Ott L’esperienza di Anna Filosomi: “Nella malattia, la bellezza é un’àncora…”
.La bellezza è la fioritura dell’ essere. (Plotino)
Quando la malattia irrompe nella vita, crea smarrimento, rompe ritmi abituali, spezza l’armonia conquistata. La malattia porta con sé la preoccupazione di perdere ciò che prima dava sicurezza ed era fonte di forza. L’ equilibrio che prima davamo quasi per scontato, va ora ricercato, riscoperto, ricostruito, grazie all’uso di una forza diversa e a volte maggiore rispetto a quella che conoscevamo prima della malattia.
Si pensa che la bellezza sia l’ultimo dei problemi per chi affronta una malattia. In realtà, specie per una donna, può essere il fondamentale ancoraggio: dalla cura di sé alla capacità di saper percepire, accogliere e continuare a creare bellezza intorno a sé.
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Scriveva Seneca: “È durante la tempesta che conosciamo il navigatore”. Anna Filosomi ha 69 anni e vive a Grotte di Castro (VT). Nove anni fa la diagnosi di morbo di Parkinson ha fatto tremare alle fondamenta la sua vita. Ricamare è stata l’occupazione quotidiana che l’ha accompagnata fino ad oggi. Da cinque anni frequenta il gruppo di ricamo “C’era una volta il panno” ideato e condotto dalla professoressa Teresa Moschini che abbiamo conosciuto nei mesi scorsi.
Ringraziamo Anna Filosomi e il marito Oscar Martini per aver condiviso con gli amici di Geapolis la quotidianità e le passioni della loro vita. Per saperne di più su Oscar Martini clicca qui
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Come mi sono accorta della malattia?
Tutto è iniziato una notte di nove anni fa. Stavo a letto. All’improvviso un senso di vertigine… Era come se tutto si muovesse, tutto girasse intorno a me… una sensazione bruttissima! Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo. Non stavo bene. Aspettavo con fiducia che tutto passasse ma sentivo che c’era qualcosa che non andava. Ero spaventatissima.
Con i miei familiari cominciavo a confidare le mie paure: “Temo di avere il Parkinson! Lo sento”. Erano queste le mie paure. Tutti cercavano di rassicurami dicendomi che non era niente di grave. Invece la diagnosi non lasciò dubbi.
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