24 Gen 2/ I luoghi del silenzio … echi dalla Cartagine di Maremma
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Il silenzio è il linguaggio di tutte le forti passioni,
dell’amore (anche nei momenti dolci), dell’ira, della meraviglia, del timore…
Giacomo Leopardi
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Castro: riscoperta dell’antica capitale farnesiana
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Castro, campagna di scavo 1997
Le suggestive rovine della città progettata da Sangallo il Giovane per la famiglia Farnese e distrutta per ordine di Papa Innocenzo X Pamphili, immerse in un parco archeologico e naturalistico, costituiscono una memoria fondamentale della storia della Tuscia… Ricchissima di storia, e dal 1649 città morta, Castro si presenta oggi con le sue rovine commiste al bosco cresciuto sui resti degli edifici rinascimentali… Le rovine disseminate sono nascoste, sotto un basso strato di terra, da una fittissima vegetazione. Addentrandosi nella foresta ci si immerge in un’atmosfera di grande fascino: sentieri e radure una volta strade, piazze, cortili, cumuli di macerie una volta case, palazzi e chiese si integrano nel variare delle stagioni ai colori della natura, sovrana custode secolare di questo prezioso segreto….
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Un silenzio che sa di presagio .. di distruzione.. di rassegnazione .. Castro muore
Caspar David Friedrich, L’Abbazia nel querceto (1810) Alte Nationalgalerie, Berlino
Un giorno, tanti anni dopo, Ranuccio volle tornare a Castro. Mai, pur avvertendo nel ricordo l’eco della vita che vi aveva vissuto, aveva sperimentato silenzio tanto profondo: il silenzio dell’abbandono, il silenzio della natura che si riappropria di ciò che è suo facendosi beffe delle illusioni dell’uomo. La boscaglia aveva cominciato a invadere le macerie. Tendendo l’orecchio d’un tratto avvertì un suono flautato, inconfondibile: weela-wee-ooo. L’oriolo! Lui alzò gli occhi verso quella creatura: il giallo spiccava tra i rami di un querciolo mentre batteva le sue ali nere come la notte. Ranuccio abbassò la testa e, per la prima volta, sentì la voce del suo pianto.
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Il ducato di Castro fu un feudo dell’Italia centrale, sorto come vassallo dello Stato Pontificio (di fatto indipendente) e retto dai Farnese. Costituito nel 1537, rientrò nel patrimonio di san Pietro nel 1649. Comprendeva una piccola fascia territoriale dell’attuale Lazio a ridosso della Toscana. Si estendeva dal mar Tirreno al lago di Bolsena, in quella striscia di terra delimitata dal fiume Marta e dal Fiora, risalendo fino all’affluente Olpeta e al lago di Mezzano, di cui è un emissario. Castro, una cittadina arroccata su una rupe tufacea nei pressi del fiume Fiora, era la capitale e la residenza del duca. Il ducato di Castro fu creato da papa Paolo III Farnese (1534-1549), con la bolla Videlicet immeriti del 31 ottobre 1537, in favore del figlio Pier Luigi e della sua primogenitura maschile. Il suo territorio era composto in parte di paesi già appartenenti ai Farnese, e in parte da paesi aggregati dalla Camera apostolica. Il ducato comprendeva le seguenti località: Castro, Montalto, Musignano, Ponte della Badia, Canino, Cellere, Pianiano, Arlena, Tessennano, Piansano, Valentano, Ischia, Gradoli, Grotte, Borghetto, Bisenzio, Capodimonte, Marta, le isole Bisentina e Martana. Paolo III vi aggiunse anche Ronciglione e altre terre contigue, col titolo di contea. Il ducato di Castro diventò così il feudo più importante dello Stato pontificio, sia per l’estensione, sia per le vistose rendite. (Leggi tutto clicca qui )
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Un uomo del passato
creatore di oggetti,
il tempo,
il lavoro di un uomo di oggi
un archeologo …
e quegli oggetti diventano
tracce, indizi
lasciati senza la consapevolezza
che potessero divenire memoria.
Nel museo
si coagula il senso delle nostre origini ….
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Ischia di Castro, piccolo centro della Tuscia, grande per la ricchezza della sua storia. Nel suo territorio sono racchiuse testimonianze archeologiche che svolgono un iter nel tempo, con una cronologia che corre dal Paleolitico superiore al Rinascimento. L’habitat naturale incornicia e sottolinea tale patrimonio storico-artistico, svelando scorci e paesaggi di grande fascino. Per tutelare e permettere una fruizione ampliata e più immediata di quei resti di civiltà remote e di impronte di storia più recenti, fin dal 1958 venne istituito a Ischia di Castro l’Antiquarium Pietro Lotti, prima esposizione di reperti archeologici dell’area castrense, oggi Museo Civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti”. Dal 1958 la raccolta museale che viene presentata al pubblico si è arricchita di ulteriori preziosi tasselli, risultato di una continua ricerca del passato che ci rapporta al nostro presente.
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Si ringrazia la Dott.ssa Anna Laura, Direttrice del Museo Civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” di Ischia di Castro, per l’autorizzazione alla pubblicazione del video. Esso si propone come uno strumento didattico-divulgativo… un contributo alla conoscenza e alla valorizzazione del territorio, della storia e della cultura locale.
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