Maria Montessori

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Maria Montessori nasce  a Chiaravalle (Ancona) il 31 agosto 1870, figlia unica di  Alessandro (1832-1915), funzionario al ministero delle Finanze e di Renilde Stoppani (1840-1912), marchigiana, proveniente  da una famiglia di piccoli proprietari terrieri, parente dell’abate Antonio Stoppani (morto nel 1891). La giovane Maria Montessori trovò nell’abate Stoppani un punto di riferimento significativo, e nella madre, donna istruita che amava molto la lettura, un costante sostegno alle sue idee innovative e alle sue scelte di vita insolite per l’epoca, anche in contrasto con un certo conservatorismo del padre.  

Sviluppa un forte interesse per lo studio a partire dall’età di undici anni così, preso il diploma, attratta dalle materie scientifiche, si iscrive alla Facoltà di Medicina di Roma, da cui esce nel 1896 come una tesi in psichiatria e come una tra le prime donne italiane ad aver ottenuto tale titolo.

Maria Montessori (1870-1952)

Presso la clinica psichiatrica dell’università di Roma si occupa dello studio scientifico dei bambini affetti da insufficienza mentale al fine di individuare metodi educativi adeguati al loro recupero. Coglie l’importanza che l’educazione sensoriale e l’utilizzo di specifici materiali didattici hanno per favorire l’apprendimento nei bambini con difficoltà.

Le ricerche e gli studi portati avanti da Maria nel tentativo di comprendere i comportamenti infantili, sono stati formalizzati in un vera e propria tecnica educativa, il cosiddetto “Metodo Montessori”, adottato oggi da un impressionante numero di scuole nel mondo. La sua pedagogia, basata sul rispetto dell’indipendenza, della libertà fisica e psicologia dei bambini porta, nel 1907, alla fondazione della prima “Casa dei Bambini”.

Nelle Case dei Bambini, ossia in un ambiente accogliente, sereno, familiare, Montessori  “incontra”  un bambino laborioso, desideroso di conoscere, che ha capacità di concentrazione e attenzione, gioioso, soddisfatto per le attività che svolge, scelte secondo il proprio interesse.

Secondo la pedagogista italiana, la cosiddetta «educazione dilatatrice» dovrà suscitare il gusto della scoperta, facendo scaturire interessi sempre più alti e più lontani, mentre l’invidia e la competizione non rappresentano altro che i segni di un ristretto sviluppo mentale, abituato alla logica dei «premi e castighi». Con l’“educazione dilatatrice” “si tratta di ingrandire il mondo in cui languisce oggi il fanciullo”, di “liberarlo da catene che gli impediscono di avanzare”, di “moltiplicare alla sua portata i motivi di interesse che soddisfino più profonde tendenze sepolte nell’animo”, di “invitare a conquistare nell’ illimitato anziché reprimere i desideri di possedere ciò che posseggono i vicini”. In sintesi si tratta di indirizzare “all’idea alta del mondo e del destino individuale” …. Si tratta di formare alla ‘grandezza’.

Il metodo Montessori è frutto di un lavoro di osservazione e sperimentazione che la scienziata presenta nel 1909 nel libro Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini, che è divenuto un classico della pedagogia ed oggi è possibile trovare in libreria con il titolo La scoperta del bambinoLa Casa dei Bambini viene in fondo a profilarsi quale esempio concreto di un nuovo modello di relazioni umane, che appare tratteggiato nelle pagine del noto volume della studiosa svedese Ellen Key. La pubblicazione in Italia de “Il secolo dei fanciulli”  precede di un anno l’esperimento pedagogico nel quartiere di San Lorenzo e, pur non comparendo il libro tra le fonti di ispirazione del Metodo del 1909, la studiosa italiana lo cita nella Prolusione tenuta in quell’anno al primo corso montessoriano presso La Montesca a Città di Castello.

Nell’ agosto del 1909, Maria Montessori darà inizio al suo primo corso per educatrici d’infanzia con queste parole: «Non sono io quella che ha creato qualcosa di nuovo nell’ arte di educare, ma è lo spirito infantile che si è rivelato in me, che io ho saputo contemplare nella sua vera manifestazione».

Dopo Il metodo, ora conosciuto come La scoperta del bambino, altre opere vedono la luce: Antropologia pedagogica, L’autoeducazione nelle scuole elementari. L’ambiente del bambino non è però solo la scuola, ma anche la famiglia, e la scienziata affronta l’argomento nel libro Il bambino in famiglia, pubblicato nel 1923, in cui afferma che non è necessario che gli adulti appaiano perfetti agli occhi dei bambini, anticipando il titolo di un famoso libro dello psicanalista Bruno Bettelheim.

La Montessori è stata la donna italiana più famosa nel mondo in ambito intellettuale,  ammirata in tutto il mondo e dai massimi esponenti del nostro secolo (Ghandi, Freud, Tagore, Marconi, Piaget, Edison, Herriot, Masaryk, Adenauer, ecc…). La sua opera pedagogica è ancora molto studiata; il suo “metodo” è vivo e presente nelle scuole dell’infanzia di vari Paesi. Dotata di sincera e calda fede religiosa, Maria Montessori è stata apprezzata e lodata dai papi Benedetto XV e Paolo VI, anche se attorno a lei si è andata costruendo la “leggenda nera” di una Montessori laicista, naturalista, anti-cristiana, teosofa.  

Per approfondire:

In-occasione-del-centenario-della-nascita-di-Maria-Montessori.pdf (165 download)

Anche un altro interesse coinvolge la giovane Montessori quello per la questione femminile. Partecipa in rappresentanza delle donne italiane ai congressi internazionali femminili del 1896 a Berlino  e del 1899 a Londra.  Nei primi anni del Novecento è tra le protagoniste della battaglia per il diritto al voto .

Maria Montessori muore a Noordwijk (Olanda) a 82 anni dalla nascita avvenuta il 1870 a Chiaravalle di Ancona.

Per continuare ….

http://www.treccani.it/enciclopedia/maria-montessori_(Dizionario_Biografico)/