4/I luoghi del silenzio … e poi “ci misero una croce sopra! “

4/I luoghi del silenzio … e poi “ci misero una croce sopra! “

SPAZI VIRTUALI PER APPRENDERE IN ETÁ ADULTA
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Lo spazio dedicato ai luoghi del silenzio, offre una proposta culturale caratterizzata da contenuti e strumenti  metodologici  utili a potenziare  due delle otto competenze chiave:  le competenze sociali e  la consapevolezza ed espressione culturale.

All‘interno di questo percorso, fatto di continue attese e scoperte, l‘incontro con il patrimonio culturale, custodito dal territorio in cui la  persona vive, assume una connotazione profondamente educativa non solo perché le permette di svelare le origini della propria identità o dell‘identità dell‘altro, individuando  un terreno comune di comunicazione, ma anche perché tale patrimonio suscita spesso emozioni e suggestioni culturali, capaci di lasciare segni profondi nella sua identità e nella sua formazione.

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APPROFONDIMENTI DAL WEB 

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[vc_toggle title=”PRATICHE PARTECIPATIVE (TIC) & RISORSE EDUCATIVE APERTE (OER) ” color=”white” size=”sm” el_id=”1493204876175-4b227264-ff1f”][/vc_toggle]

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Pagina collaborativa con i contributi di

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Anna Laura (archeologa) – Direttrice del Museo  Civico Archeologico  “Pietro e Turiddo Lotti” – Ischia di Castro

Elettra De Maria  (Insegnante in pensione) – Scrittrice autodidatta

Ennio De Santis – Poeta autodidatta

 Progettazione e coordinamento  web content Antonella Cesari (Progettista di formazione)

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ECHI LONTANI ... PER ORIENTARSI NELLO SPAZIO E NEL TEMPO

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“Siamo ora a Castro, dove piglio in gran diletto di considerare i giramenti del mondo. Questa città, la quale altre volte mi parve una bicocca di zingari, sorge ora con tanta e si subbita magnificenza, che mi rappresenta il nascimento di Cartagine…”

Annibal Caro, Lettera a Paolo Giovio  28 Luglio 1543

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31 OTTOBRE 1537

Papa Paolo III Farnese con Bolla Pontificia nomina suo figlio Pierluigi Duca di Castro  con licenza di battere moneta  d’oro e d’argento.  Il ducato di Castro  comprendeva una piccola fascia territoriale dell’attuale Lazio a ridosso della Toscana. Si estendeva dal mar Tirreno al lago di Bolsena, in quella striscia di terra delimitata dal fiume Marta e dal Fiora, risalendo fino all’affluente Olpeta e al lago di Mezzano, di cui è un emissario.  Castro, una cittadina arroccata su una rupe tufacea nei pressi del fiume Fiora, era la capitale e la residenza del duca. Il suo territorio era composto in parte di paesi già appartenenti ai Farnese, e in parte da paesi aggregati dalla Camera apostolica.

SETTEMBRE- DICEMBRE 1649

Settembre- dicembre 1649 la città viene rasa al suolo  Il Ducato di Castro inserito come un cammeo  nel cuore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia e quindi nello Stato della Chiesa, incontra la mal tolleranza dei successivi Papi che condurrà nel 1649 alla completa distruzione della città di Castro per mano delle milizie pontificie…Una sorta di damnatio memoriae della  città di Castro fu suggellata dallo spargimento del sale sulle sue rovine… leggi tutto  clicca qui

[vc_toggle title=”DIARIO DI VIAGGIO … ” color=”white” size=”sm” el_id=”1493206138719-639d3255-f241″][/vc_toggle]

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1/ I luoghi del silenzio  … VERSO CASTRO  13 dicembre 2016 clicca qui

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2/ I luoghi del silenzio …  ECHI DALLA CARTAGINE DI MAREMMA  24 gennaio 2017 clicca qui

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3/ I luoghi del silenzio …  LE PIETRE DELLA CATTEDRALE RACCONTANO  3 aprile 2017 clicca qui

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 Gerard ter Borch, Donna che scrive -1640

[vc_toggle title=”DAL SILENZIO DELLE PIETRE … ” color=”white” size=”sm” el_id=”1493219268010-509b42d8-f0fe”][/vc_toggle]

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La croce più grande

al posto della Cattedrale di San Savino

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a cura di Anna Laura

Elemento di abbellimento della facciata della cattedrale di San Savino: particolare di  concio in nenfro con decorazione fitomorfa.  Museo Civico Archeologico Ischia di Castro – Sala Medioevale.

Nella Città di Castro numerose erano le chiese ed alcune di esse anche molto antiche…. Da un documento attendibile è stato possibile conoscere che sulle mace­rie delle chiese, dopo la distruzione, quasi a placare le anime dei trapassa­ti che giacevano nei grandi sepolcreti di tali edifici sacri, furono poste del­le croci. E di croci, dopo la distruzione, i soldati di Innocenzo X  dovette­ro costruirne parecchie, almeno tredici, come minimo, mettendo nel conto le chiese che sorgevano entro le mura della città, quelle che si trovavano fuori le mura e gli oratori.  Probabilmente la più grande, la più imponente di queste croci venne po­sta sulla collina di detriti sorta al posto della cattedrale dedicata a S. Savi­no, protettore della città.  Il duomo, antico e solenne, in stile romanico …

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[vc_toggle title=”L’ECO DELLA VITA ” color=”white” size=”sm” el_id=”1493219311084-bf35941f-4aa2″][/vc_toggle]

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Fuga nell’oblio

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Elettra de Maria

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Georg Flegel, Still-Life with Cherries, 1635 

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Dodici anni. Avevo dodici anni e mi chiamo Felicita. La febbre non mi lascia e sento che sto morendo, ma ora so, ora ricordo.

So di avere settantasei anni e che sono nata Castro.

Castro! Voi forse non sapete nemmeno dov’è perché non esiste più….

La mia storia!Fino a poco tempo fa non avrei saputo dire altro che ciò che mi hanno raccontato: un soldato mi ha trovato vagare nei boschi a strapiombo sull’Olpeta e, diretto a Roma, passando per Montefiascone, mi ha lasciato qui…

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[vc_toggle title=”STORIA & STORIE DAI SILENZI: UNA MAPPA PER ORIENTARSI ” color=”white” size=”sm” el_id=”1493283415214-37a8c7e2-b35c”][/vc_toggle]
CONTROCANTO
CASTRO MUORE : LA TERRA IN UN VORTICE DI FUOCO .... E CIELI SEPOLTI FULMINATI NEL CUORE ...
foto by Gioacchino Bordo
IN UN VORTICE DI FUOCO

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Sopra un muro di fuoco

un’onda spaventosa di vertigini

mi ha preso e spinto,

una voragine inghiottino.

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Inabisso nel buio.

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Come due remi impazziti

le mie mani ruotano.

Il mio corpo sbatte negli argini

di questo duro paese.

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Ad ogni caduta

lascio un pezzo di carne.

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Sono io un sepolto a brani

che non conosce morte.

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Dove passo

lascio un’orma che geme.

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La terra é un gemito

in un vortice di fuoco.

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Ennio de Santis  (tratto da In un cavo di terra -1977)

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SCAGLIE DI BRACE

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Violenti uragani

mi scalpellano dentro.

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D’ ogni pioggia svuotati

i tuoni del sangue

si scagliano in brace;

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e,  lunari le orbite

a labbra spaccate

bevono fuoco

nei pozzi delle occhiaie.

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Ho cieli sepolti

fulminati nel cuore.

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Ennio de Santis (tratto da In un cavo di terra- 1977)

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Il mondo poetico di Ennio De Santis clicca qui 

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[vc_toggle title=”ENTRA NEL CIRCOLO DI STUDIO LA VOCE DEL SILENZIO” color=”white” size=”sm” el_id=”1493224528319-dfb6093d-4dcd”][/vc_toggle]

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