Gioco di specchi… Conversazione con Elettra De Maria

GEAPOLIS & LA PICCOLA GALLERIA NETWORKING

Dopo i due contributi tematici all’interno dell’ambiente open Re-AGIRE#GeapolisRESTA, continua la collaborazione tra Geapolis e La Piccola Galleria. L’obiettivo é di progettare attività di networking tra associazioni culturali del territorio, per sperimentare e proporre percorsi blendend learning e di animazione culturale rivolti agli adulti e ai giovani adulti in una prospettiva di dialogo intergenerazionale.

Per la Community web di Geapolis appuntamento virtuale di LETTURE TRA NOI. Chiara Mezzetti e Giacomo Piciollo conversano con Elettra De Maria. Il connubio “Persone & Comunità” è quello che meglio definisce l’impegno di Elettra De Maria nel favorire un dialogo intergenerazionale al servizio della crescita culturale e sociale del proprio territorio. Ha scelto, così, di presentare il suo ultimo libro a Montefiascone, in uno degli appuntamenti  di “Lettura tra noi”, promosso dall’Associazione LA PICCOLA GALLERIA.

Elettra è la figlia di Agamennone e Clitemnestra. Un personaggio del mito greco molto intelligente e tenace, che ha affascinato scrittori e registi di tutte le epoche. Non poteva esistere nome più azzeccato per una classicista doc come Elettra De Maria, professoressa ormai in pensione di italiano e latino, laureata in Filologia Micenea e abile traduttrice delle lingue antiche. Elettra coniuga alla passione per il greco e il latino un profondo amore per la narrativa contemporanea, sia come autrice che come lettrice. Cresciuta e attualmente residente a Montefiascone, nei suoi libri, al momento 6, la componente territoriale non manca mai. Montefiascone è ambientazione e teatro nelle sue opere, ma anche protagonista, personaggio silente ma determinante. L’amore per il borgo falisco è viscerale, intenso. (continua….) Chiara Mezzetti  – Circolo “Letture tra noi” 

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 Giacomo Piciollo e Chiara Mezzetti intervistano Elettra De Maria (testi e audio di Chiara Mezzetti & Giacomo Piciollo – foto di Angelo Bruno)

Elettra De Maria è tante cose. È una professoressa di italiano e latino (ormai in pensione) e una classicista (quando si dice nome omen!). Ma è anche un’appassionata lettrice e una prolifica scrittrice. Insomma, Elettra è una letterata a tutto tondo, che ha dedicato e continua a dedicare la sua vita ai testi in ogni loro forma. Un amore che l’ha portata dritta dritta nella Biblioteca Comunale di Montefiascone per tradurre gli “Antichi Statuti della città di Montefiascone”. La traduzione dei due documenti, uno del 1471 e l’altro del 1584, nonostante le loro criticità (si tratta di latino settecentesco, copie di copie) viene completata da Elettra nel 2012, con tanto di apparato critico. E da qui inizia la sua avventura anche come scrittrice. La voglia di esprimersi e raccontare storie si fa urgenza, e così vengono alla luce: “Il volo della farfalla”, un’autobiografia incentrata sul tema della scrittura e del suo potere, “Favole da Montefiascone”, storie e filastrocche, “Il volo dell’aquila”, un romanzo d’amore, “Il Natale con gli olmi” e “A spasso con Defuk”, una guida alla scoperta di Montefiascone.

Elettra arriva anche su Geapolis con i “Racconti di Castro” dentro al circolo di studio virtuale “I Luoghi del silenzio” clicca qui e la presentazione del libro  “Theremin”, ispirato proprio dal suolo inquietante di questo strumento clicca qui 

Oggi su Geapolis vi parliamo del suo ultimo libro, “Se invece giocasse”.

Ci parli, in breve, dei temi e della trama dei due racconti contenuti in “Se invece giocasse”? 

Giochi di specchi. Una sorta di trauma adolescenziale condiziona l’esistenza di una donna che, comunque, riesce a realizzarsi felicemente. Davvero felicemente? In vecchiaia accade qualcosa che la riporta al passato, le fa capire che allora si era trattato di un equivoco e questo le fa mettere in discussione tutta la sua vita.

La bottega dei ricordi: In un mercatino dell’usato un vecchio e una donna hanno avuto modo di incontrarsi. Nel racconto io seguo il percorso dei due durante una giornata: l’uno diretto a Siena per un intervento all’anca, lei a La Spezia per incontrarsi con un uomo. I due protagonisti, pur provando strane sensazioni l’uno verso l’altra, non sanno e non sapranno mai di essere legati da qualcosa di profondo che ruota intorno a due vecchie fotografie, una delle quali -trovata per caso da due ragazzi- ci chiarirà il segreto.

Quando, come e perché è nata l’idea di scrivere questo libro? Le idee da cui nascono i miei scritti non sono mai nella mia mente fin dall’inizio. Comincio con un pensiero e le parole stesse mi guidano verso una trama di cui non sono consapevole fino alla fine. Ricordo che in un libro, a un certo punto, mi sono trovata con un omicidio e ho dovuto tramutare in assassino un personaggio che fino ad allora se ne era stato buono buono e innocente; in un altro caso, per un cane che ho dovuto abbandonare per un po’, mi sono inventata un portiere a cui non avevo mai pensato perché se ne prendesse cura!

 Cosa c’è di “tuo”, di autobiografico in questi racconti? Penso che ogni scritto (che so! anche un testo scolastico di matematica!) in qualche modo si porta dietro la personalità dell’autore. Comunque, a parte “Il volo della farfalla” che è una vera e propria autobiografia, negli altri di strettamente autobiografico ci sta ben poco. in questo libro, nel secondo racconto, c’è una vaga traccia di quanto mio padre raccontava della sua esperienza di marinaio iniziata a 16 anni e finita con la guerra. Dico ‘vaga traccia’ perché racconto della tragica fine della corazzata Roma che grazie a Dio lui non si è trovato a condividere.

In quest’ultimo libro, ti interroghi sul gioco di Dio. A questo proposito, è interessante chiederti un “parere” sul ruolo del destino, sull’eventuale ruolo dell’uomo nel poterlo plasmare, e su quanto siamo effettivamente “liberi”. Questa è una domanda su cui rifletto spesso. La farfalla di Pechino ritorna in quasi tutti ii miei scritti: le nostre vite sono legate al caso o alla causalità? Mi fa sorridere la frase di Anatole France il quale dice che caso è lo pseudonimo che Dio usa quando non vuole mettere la sua firma! 

La domanda non ha risposta fin dagli antichi filosofi ed ha anche una rilevanza notevole in ambito morale e giuridico perché se le nostre azioni sono determinate da cause che le inducono viene meno anche la nostra libertà e dunque la nostra responsabilità. Certo le cause macroscopiche, a monte del nostro agire, sono evidenti: posso nascere sana o malata, ricca o povera, italiana o nigeriana… Ma quelle che ignoriamo noi stessi? Chissà, forse la Causa prima dopo il Big Bang si è frantumata in miliardi di altre cause che incontrandosi, sfiorandosi, sovrapponendosi, scontrandosi, l’entropia ha trasformato ormai in caso! Inoltre, penso che fra le cause del nostro agire dobbiamo mettere in conto anche la nostra identità. Non ho mai avuto modo di studiare psicologia, sociologia et similia ma penso che sia la nostra personalità, formata dagli occhi con cui ci guardano gli altri, che ci mettono addosso come un vestito che, a volte, può risultare come una camicia di forza da cui facciamo fatica ad uscire. E nel marasma di tutte queste cause ecco che si affaccia la nostra possibilità di essere liberi. Dunque, la libertà è solo una possibilità che tuttavia a volte abbiamo il diritto o il dovere di cogliere. 

Giacomo Piciollo legge un brano tratto dal libro “E se invece giocasse”.

Sorrido pensando che, conoscendomi, a nessuno sarebbe mai venuto in mente che un giorno mi sarei messa a scrivere e rifletto sul fatto che, spesso, sono proprio i vecchi a fare cose inaspettate: uscire dalla propria identità e sentirsi liberi! Se non allora, quando?

Nei due racconti qui contenuti, è centrale l’idea del ricordo e (nel secondo) di ciò che gli oggetti d’antiquariato portano con sé: ecco, qual è secondo te il peso e il valore della testimonianza? Il ricordo, la testimonianza a livello personale forse nascondono il desiderio oraziano del ‘non omnis moriar’, non morirò del tutto, ma hanno un valore universale perché fanno la ‘storia’. ‘Siamo nani sulle spalle di giganti’ (Bernardo di Chartres), perché possiamo progredire solo avendo la consapevolezza delle acquisizioni e delle esperienze di chi ci ha preceduto. Personalmente amo molto i vecchi oggetti che sono anch’essi intrisi di storia, testimonianza del passato. Conservo per esempio una sorta di cuffia con cui mio padre inviava i messaggi con l’alfabeto Morse e sono passati appena ottanta anni!

Chiara Mezzetti legge un brano tratto dal libro “E se invece giocasse..”

Perché hai deciso di scrivere e regalare “con molta discrezione” il tuo ultimo libro agli amici? A parte la traduzione degli antichi statuti di Montefiascone ho fatto stampare altri sei testi tra romanzi, racconti, favole e una guida narrata: tutti ‘pro bono’. Non mi rivolgo a editori perché (forse non fa parte della mia identità!) non mi va di ‘questuare’ una pubblicazione e tanto meno di propormi ad un eventuale pubblico di sconosciuti. Mi fa invece molto piacere che i miei scritti vengano letti nel mio ambito. “Il volo della farfalla ” è stato presentato al premio letterario di Pratovecchio solo per l’insistenza di un’amica e sono risultata seconda, benché secondo me non fosse neanche troppo in linea con l’argomento richiesto.

Come madre e come nonna quali sono i punti di forza e i valori irrinunciabili  che dovrebbero orientare la vita delle nuove generazioni? Ogni nuova generazione si trova ad affrontare situazioni differenti rispetto alle precedenti e a volte a noi nonne e mamme sembra di dare consigli come pettini a persone calve o frigoriferi agli eschimesi. Tuttavia siamo così di passaggio, così insignificanti nell’economia dell’universo che non si può non raccomandare di sentirci sempre tutti fratelli e solidali e di agire sempre secondo retta coscienza (‘il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me!).

Hai sempre scritto, oppure è una passione che ti è venuta da adulta? Se ricordo come ero alla vostra età, cari ragazzi, benché già madre, non ho dubbi che siete molto più bravi voi. Non so se ero ritardata io o se le cose allora andassero così, ma, finché non si matura una visione del mondo, quello che si scrive non sa di niente. Comunque i fogli bianchi da riempire mi hanno sempre affascinato. Le mie presentazioni delle classi o le programmazioni credo che ben presto abbiano perso l’aspetto di adempimenti burocratici per assimilarsi a racconti. In realtà ho propriamente iniziato a scrivere quando -ormai fuori di casa i figli- le mie incombenze si sono alleggerite finché, dopo la morte di mio marito, la scrittura è diventata il mio passatempo nel tempo libero (la chiamo ‘il mio uncinetto!’).

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.“Elettra è una persona profondamente legata alla cultura classica, cui ha dedicato la vita. Ma (cosa, questa, affatto scontata) è anche una donna che non smette di essere curiosa, di voler scoprire nuovi modi di espressione letteraria e non solo. Per un giovane uomo come me, ciò non può che rappresentare una forte e preziosa ispirazione.”  

Giacomo Piciollo (27 anni) – Direttore Artistico di “Lettura tra noi “ per La piccola Galleria 

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