A scuola di ricamo per… apprendere ad apprendere

Personalizzazione dell’apprendimento- Stili di apprendimento-Autovalutazione

Visione condivisa, padronanza di sé, modelli mentali, apprendimento collaborativo, approccio sistemico: sono le cinque caratteristiche di una “learning organization”. Adriana Armanni e Gisella Tamagno, tra le fondatrici della Corporazione delle Arti e responsabili delle scuole di ricamo di cui sono anche maestre, offrono il loro contributo “esperto” alla ricerca-azione STEP by STEP. Tenendo conto della specificità degli ambienti di apprendimento non formale (contesti associativi), a partire dalla propria esperienza, intercettano competenze, abilità e attitudini che caratterizzano gli operatori e i beneficiari dei servizi formativi offerti.

PAROLE CHIAVEPersonalizzazione dell’apprendimento- Stili di apprendimento-Autovalutazione

testi e foto di Adriana Armanni e Gisella Tamagno

Da dove partiamo.... Essere consapevoli

Il focus della ricerca-azione STEPbySTEP ci  mette di fronte ad un aspetto della nostra professione che diamo spesso per scontato. Non ci rendiamo conto – perché lo facciamo spontaneamente con la passione che ci contraddistingue e ci spinge a condividere molto prima della coscienza di ciò che condividiamo – cosa effettivamente mettiamo a disposizione degli allievi. Considerando una crescita professionale, dobbiamo invece prendere atto che il nostro scopo non è il mero divertimento nostro, né dei nostri allievi. Le scuole di Arti di Filo hanno un ruolo nella vita di chi decide di frequentarne una, per i più svariati motivi personali.  Il ruolo dell’insegnante deve quindi essere visto in chiave diversa. Non è più la vicina di casa che conosce bene il ricamo o l’uncinetto ed è disposta a farci vedere come si fa, né tantomeno il vecchio stereotipo di docente/tiranna pronta a denigrare ed a far disfare e ri-disfare senza spiegarne la ragione, magari imponendolo con tono saccente e scortese. L’insegnante professionista ha un metodo

Lo ha sviluppato ed affinato negli anni di insegnamento, abbrevia i tempi di chi apprende, suggerisce, progetta, crea e coinvolge il gruppo senza esserne protagonista, condivide in toto il proprio sapere per il raggiungimento del risultato di chi ha di fronte.

Possiamo affermare che da passaggio orale di madre in figlia, ancora attivo in esclusiva in Italia fino circa alla fine degli anni ’80, in poco più di tre decenni siamo arrivati al bisogno di professionalità nell’insegnamento, non per arrogarcene il titolo, ma per naturale evoluzione delle necessità del mercato.

Vi confermiamo che prenderne coscienza non è facile e ci lascia tutt’ora un po’ frastornate tra la sensazione di stupore dopo aver riletto quanto faticosamente abbiamo scritto, cercando di non uscire dalla direttiva della domanda – certamente pensata per altre realtà, più consolidate professionalmente – e la necessità di comprendere che è ora di pensare a noi come una nuova professione, non più sospesa in un limbo hobbistico e di poco conto, ma con un ruolo sociale ben definito ed un’utilità sempre più reale in un mondo che ha bisogno anche di noi per contrastare stress, solitudine, mancanza di manualità  e conseguente creatività utile ad affrontare la vita quotidiana.

Speriamo di essere di spunto per una autovalutazione da parte delle nostre colleghe, che magari riusciranno a rispondere meglio di noi a quanto richiesto.  (Adriana Armanni e Gisella Tamagno)

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1. Apprendimento e autovalutazione

In che misura la personalizzazione dell’apprendimento favorisce la crescita dei corsisti e dell’associazione? Nel campo delle Arti di Filo agire con l’insegnamento personalizzato significa andare incontro alle esigenze personali, al carattere, al gusto e agli obiettivi di ogni corsista. E’ particolarmente apprezzato ed indispensabile in quanto permette ad ognuno di ottenere soddisfazione e gratificazione. La crescita personale non è il primo obiettivo del corsista, mentre lo è la condivisione della passione e il piacere del tempo passato insieme. La soddisfazione generale delle persone che frequentano i corsi favorisce la conseguente crescita dell’associazione in un mondo in cui il passaparola, seppure agito attraverso i social, ha ancora il suo valore.

Quali sono le caratteristiche dei corsisti che sono in grado di auto valutarsi e che monitorano il proprio percorso di crescita?L’autovalutazione ed il monitoraggio del percorso di crescita non sono gli obiettivi principali delle persone che frequentano i corsi di Arti di Filo, ma risultano essere una conseguenza del percorso personale e dell’attività svolta con l’aiuto dell’insegnante e con la comparazione con gli altri corsisti.

2. Il formatore é un facilitatore del processo di apprendimento

Il formatore esperto si domanda: di che cosa ho bisogno per personalizzare un percorso di apprendimento degli adulti? Come posso coinvolgere il mio allievo? È necessario che lo accompagni nell’apprendimento.  Come? Cosa coinvolgo di lui?

Coinvolgimento di tutte le dimensioni di chi apprende. La personalizzazione comprende più dimensioni della persona. L’obiettivo è un completo sviluppo sia cognitivo, che emozionale e sociale. I tre aspetti vengono inconsciamente maturati in ogni corso. Il corsista allarga la parte cognitiva con l’apprendimento e l’approfondimento della tecnica prescelta, la parte emozionale grazie alla gioia che può scaturire dalla creatività e si raggiunge l’obiettivo sociale mediante la condivisione dei due punti precedenti nel gruppo.

Sviluppo del processo di apprendimento

  1. Capacità dell’allievo di scegliere autonomamente gli obiettivi e determinare le sfide di apprendimento Tra gli utenti dei corsi di Arti di Filo si possono incontrare varie casistiche comportamentali che vanno dalla persona che si affida totalmente all’insegnante per quanto riguarda la scelta del capo da eseguire, della tecnica e dei colori, alla persona che si interfaccia con l’insegnante in maniera più autonoma, alla persona che – dopo anni di frequentazione – è in grado di definire e scegliere tutte le componenti da sola, accettando consigli e suggerimenti per arricchire ulteriormente il proprio bagaglio culturale.
  2. Colui che apprende deve avere il controllo sulle condizioni e le modalità del processo di apprendimento, è il protagonista del processo di apprendimento e ha capacità decisionale assieme all’organizzazione formativa.  Alcune persone desiderano avere il controllo e sono in grado di averlo, mentre la maggior parte si affida fiduciosamente all’insegnante, sia per il piacere di ottenere attenzione, sia per la consapevolezza dei propri limiti.

3. L’apprendimento personalizzato per promuovere abilità e competenze

Certamente in modo indiretto, in maniera che la spontaneità sia la guida che porta l’allievo ad esprimersi, dobbiamo sviluppare nei nostri allievi alcune capacità.

CAPACITÀ RIFLESSIVE (MONITORARE E CAPIRE I PROPRI PROGRESSI). Nell’ambito delle Arti di Filo, le azioni indicate avvengono in modo spontaneo e rilassato contrariamente a quanto può avvenire nell’approccio durante un corso aziendale. I partecipanti condividendo la passione, risultano essere naturalmente curiosi e collaborativi con il resto del gruppo, senza essere competitivi, come invece potrebbe avvenire in un corso finalizzato all’avanzamento della carriera professionale

CAPACITÀ DI AUTOGESTIONE (organizzazione del lavoro per rendersi autonomi). L’organizzazione dei tempi e delle risorse varia di persona in persona. Per qualcuno non è un obiettivo importante in quanto l’attività è principalmente un passatempo, mentre per altri è finalizzato a scadenze prefissate. In questo caso i tempi diventano una sfida con sé stessi, per il semplice piacere di aver ottenuto il risultato deciso. L’insegnante ha il compito di indirizzare il corsista verso un metodo dettato dall’esperienza, che metta in grado di organizzare il lavoro in modo ottimale, funzionale allo scopo richiesto. Un lavoro ben organizzato può essere interrotto in qualsiasi momento, fornendo ugualmente un risultato soddisfacente e proponibile come concluso. E’ il caso di una tovaglia o di un qualsiasi lavoro che richieda molto tempo nell’esecuzione. Si organizza il lavoro a moduli, staccati ed indipendenti anche se interconnessi tra loro, in modo che anche mancandone uno o più, il progetto risulti ugualmente finito.

COSTRUIRE E MANTENERE RELAZIONI (capacità di socializzazione). Costruire e mantenere relazioni è una conseguenza naturale dei corsi delle Arti di Filo. Il gruppo di persone che non si conoscono, che arrivano da età, ceti sociali e culture diverse, socializza con facilità accomunato dalla passione e dall’entusiasmo della creazione, azzerando così ogni differenza.  E’ compito dell’insegnante armonizzare il gruppo, essere disponibile in ugual misura con chiunque, in modo da creare quell’ affiatamento che porti il gruppo ad essere coeso a lungo.

IDENTIFICARE, GESTIRE E PRENDERSI CARICO DEI RISCHI. In un corso aziendale finalizzato all’avanzamento professionale, identificare, gestire e prendersi carico dei rischi, mette il manager in grado di risolvere problematiche autonomamente.  Durante un corso di Arti di Filo si possono talvolta presentare errori dovuti a misure sbagliate, scorretto utilizzo degli strumenti di taglio o semplice disattenzione. Non sempre l’allievo ha l’esperienza necessaria per far fronte a questi imprevisti. È l’insegnante in questo caso, che ha il compito di azzerare queste problematiche, trovando la soluzione ottimale per mantenere l’esito prefisso senza sprecare materiale prezioso, dando contemporaneamente la certezza di un bel risultato.

CAPACITÀ DI RICERCA (ricerca di materiali, disegni, punti e strumenti). Nel campo di una Scuola di Arti di Filo Tutte le azioni descritte, sono demandate all’insegnante che mette a disposizione l’esperienza maturata per identificare, analizzare, proporre e offrire soluzioni, tenendo conto della necessità di rispettare la tradizione o, al contrario, la voglia di innovazione che ogni allievo può avere.

PENSIERO CREATIVO (generare nuove idee, collegarle alle altrui, risolvere problemi). Ancora una volta è l’insegnante che ha il compito di far evolvere la mentalità dell’allievo, indirizzandolo verso nuovi approcci ed utilizzi delle Arti di Filo. Gli orizzonti di queste tecniche si sono aperti all’applicazione nel campo della moda e dell’arredamento, discostandosi dal tradizionale uso finalizzato alla biancheria da casa, offrendo nuovi spunti e possibilità più creative. Età, livello culturale e ceto sociale, non identificano l’apertura mentale, che risulta invece trasversale. A volte persone più avanti nell’età, in possesso di titoli di studio primari, sono pronte a sperimentare colori e tecniche su capi di foggia moderna, mentre giovani laureati sono più legati al tradizionale oggetto d’uso.

LAVORO DI GRUPPO (Promuovere la collaborazione con gli altri, individuando obiettivi comuni).  Una volta definito il capo da realizzare, la ricerca del disegno, della tecnica, dei materiali e dei colori, (capacità di ricerca) viene effettuata con vari mezzi e tempi più o meno lunghi. Le ispirazioni trovate sui social o in riviste e libri di settore o il confronto con il resto del gruppo (partecipazione efficiente/lavoro di gruppo) vengono elaborate (pensiero creativo) e fatte proprie. Al momento in cui il corsista decide di intraprendere la lavorazione di un nuovo progetto, alcuni fattori sono determinanti: la scelta cade sull’oggetto d’uso veramente necessario o sulla creazione fine a sé stessa, per il solo piacere di creare in base alla riflessione personale (capacità riflessiva). La gestione dei tempi di esecuzione così come l’individuazione di eventuali rischi non è normalmente una priorità (capacità di autogestione), perché la certezza di avere l’aiuto necessario da parte dell’insegnante, durante tutto il procedimento, dà la sicurezza del risultato. Il lavoro di gruppo viene quindi inteso in senso lato, non per ottenere manodopera aggiuntiva, ma per confrontarsi, arricchirsi e trovare spunti per il nuovo progetto.

4. Il ruolo del formatore nell’approccio all’autovalutazione

IL DIARIO DI BORDO (descrivere la propria esperienza in modo che possa servire ad memento).  Il diario di bordo non è uno strumento indispensabile. Tuttavia, molti tra i corsisti prendono appunti in merito ai materiali utilizzati, alle sequenze di esecuzione per le tecniche che richiedono un procedimento geometrico, o al tipo di strumento. Scrivere può essere quindi considerato più come un aiuto a ricordare passaggi che a volte si ripetono solo dopo mesi a causa della lentezza di lavorazione, piuttosto che un vero e proprio diario di bordo. Alcuni tra gli allievi cercano di avere un programma da rispettare in cui siano indicati i vari passaggi e gli obiettivi fissati secondo un calendario preciso, anche se non sempre viene rispettato. La lentezza imprescindibile con cui si realizzano le Arti di Filo, viene spesso sottovalutata o considerata negativamente, in un mondo eccessivamente tecnologico, abituato ad ottenere risultati in tempo reale. Rivalutare la lentezza e il piacere di creare con concentrazione ed astrazione dal mondo circostante, grazie alle Arti di Filo può diventare un nuovo modo di apprezzare il tempo.

Si comprende infatti che il tempo dedicato a sé stessi, le ore dedicate alla creazione di pochi centimetri quadrati, sono terapeutiche ed utili. L’arricchimento che ne deriva può aiutare la persona ad avere una visione diversa di un eventuale momento di stress. Il lavoro manuale azzera momentaneamente la tensione e le preoccupazioni, mettendo la mente in stand by in modo automatico.

LA VALUTAZIONE FINALE (valutare se’ stesso ed i progressi fatti). Non possiamo parlare di valutazione finale, poiché non è richiesta, né prevista. I corsi sono a libera frequenza, personalizzati sia per quanto riguarda la durata, sia per le tecniche da apprendere. Ogni partecipante sceglie cosa imparare e per quanto tempo. Ci sono persone che frequentano da decenni per il piacere di approfondire una o più tecniche in compagnia, mentre altre, imparata una sola tecnica, si ritengono soddisfatte ed interrompono la frequenza.

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Siamo certe di non aver raccontato in modo esaustivo cosa sia la nostra professione, specialmente per chi non la conosce o non ne ha mai sentito parlare. È un mondo con tradizioni antiche, che comincia solo da poco ad affacciarsi al mercato in modo più professionale, con impostazioni e regole che non erano mai state esperite prima. Apriremo una strada nuova, non facile, ma certamente l’unica per portare la nostra Arte alle generazioni future.

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