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“Ho prenotato qui una camera…”
conversazione con Sylvia Bränngård, direttrice di Brännagården
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La testimonianza riporta l’incontro e la conversazione con la direttrice Sylvia Bränngård e con lo staff della cooperativa/casa di riposo di Brännagården, realizzata dall’équipe di Geapolis nell’ambito della mobilità di staff K1 ERASMUS + (2014-2015)
Incontriamo Sylvia e lo staff della casa di riposo di Brännagården il primo maggio 2015. Nevica.
L’accoglienza è molto calorosa. La prima parte della visita ci permette di vedere da vicino gli spazi della casa e le camere. Tutto è curato nei minimi particolari. Ci dicono che la priorità è quella di dare dignità e valore alla persona anziana e malata e contemporaneamente rendere accogliente e familiare l’ambiente di lavoro per coloro che prestano servizio a Brännagården, a stretto contatto con patologie degenerative e croniche.
Tra le iniziative più interessanti quelle che riguardano le modalità con cui il personale è stato formato e coinvolto nel progetto. L’idea è stata quella di renderlo partecipe delle attività riguardanti l’allestimento e l’arredamento delle stanze destinate agli anziani. Dopo aver stabilito un budget, l’idea è stata quelle di arredare le singole stanze prendendo in considerazione vari stili ed epoche storiche. Così essere ospiti a Brännagården significa vedersi assegnata una camera in stile Liberty, Luigi XVI oppure una stanza arredata in stile Jämtli….
Dopo aver visitato i diversi settori della struttura ci dirigiamo nella sala dedicata agli ospiti e rivolgiamo a Sylvia qualche domanda …
Dopo aver visitato i diversi settori della struttura ci dirigiamo nella sala dedicata agli ospiti. Sylvia Bränngård direttrice dal 2002 ci mostra una targa che attesta il riconoscimento ricevuto da Brännagården nella primavera 2014 come miglior cooperativa della Contea e in autunno dello stesso anno miglior cooperativa di tutta la Svezia! Tutto il personale di Brännagården è rimasto molto sorpreso per tali riconoscimenti perché le cooperative che avevano avuto la nomination erano a livello di eccellenza.
Chiediamo quale sia la differenza tra una cooperativa-casa di riposo/cura e una casa di riposo privata
Sylvia spiega che prima di tutto chi ci lavora è anche proprietario della cooperativa. Quando il bilancio è in attivo, questo viene usato per la formazione del personale o altre esigenze pratiche; come riparazioni, migliorie etc. Il fatto che chi ci lavora è anche proprietario garantisce una maggiore stabilità, il personale può crescere professionalmente, gli ospiti non devono subire continui cambiamenti. Il modello organizzativo crea un maggiore senso di famiglia e sicurezza per l’anziano. A Brännagården gli ospiti possono scegliere se preparare i pasti da soli o mangiare insieme agli altri.
Che cosa ha di così speciale Brännagården?
Sono diversi gli elementi che contribuiscono a rendere la casa di riposo di Brännagården un posto speciale, prima di tutti l’impegno a vario titolo da parte di tanti soggetti: dal personale, alle autorità, al Comune .. Sylvia confessa di aver un sogno: poter accogliere anche giovani in difficoltà – problemi psichici – offrendo loro la possibilità di vivere a contatto con la natura, prendendosi cura degli animali domestici.
Quali sono i requisiti necessari per essere accolti a Brännagården?
Gli ospiti provengono soprattutto dalla zona perché questo fa parte del progetto – creare una casa accogliente per gli anziani nel posto dove hanno passato la vita.
“Anche io ho prenotato una stanza per la mia vecchiaia …”, dichiara Sylvia alla fine della nostra conversazione.
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Questo è lo spazio dedicato al momento in cui viene comunicato ai parente il decesso della persona ospitata a Brännagården.
Semplici ed essenziali gli elementi:
un tavolo, due sedie, un mazzo di fiori e una copia della Bibbia luterana.
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“Mi conviene” credere oppure….. La giovane Noemi e le questioni ultime….
C’è poi un prete che si fa vedere spesso. Qualcuno degli ospiti si dichiara ateo, ma sotto sotto, è un po’ in crisi e ne accetta comunque la presenza: forse in vecchiaia ognuno finisce con l’elaborare il pensiero che non si sa mai… Il marito di Ada, sornione, parlava della fede come di un estintore di cui servirsi al momento opportuno e a quell’età è certo il momento. Mi viene in mente la scommessa di Pascal: se Dio esiste e io ho creduto vinco la beatitudine eterna, se non ho creduto perdo tutto; se invece non esiste e io ho creduto non vinco e non perdo (ma forse vivo meglio accompagnato dalla speranza), se non ho creduto non vinco e non perdo lo stesso. Certo è un ragionamento che poco spazio lascia alla vera fede e non so da quale parte del cervello io abbia riesumato questo ricordo, ma certo la ciurma dei miei vecchietti deve in qualche modo essere arrivata allo stesso convincimento.
Elettra De Maria (tratto da Natale con gli Olmi)
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1/Curare & Prendersi cura della persona anziana: l’ eccellenza svedese é BRÄNNAGÅRDEN clicca qui
2/ Brännagården: una storia che viene da lontano … Conversazione con Ann Margret Alhin clicca qui
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4/Ancora qualche domanda ad Elettra De Maria…. L’ intervista continua… clicca qui
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